Miss America dice addio al costume da bagno e forse anche al concorso di bellezza: è davvero questa la rivoluzione?

Gli effetti del movimento #MeToo sono arrivati anche sul palco dei concorso di bellezza, ecco perché molto probabilmente Miss America dirà addio alla sfilata in costume

Miss America 2019

Non sarà più un concorso basato sull'aspetto esteriore, ma verrà eletta la rappresentante delle donne americane, colei che le rappresenterà per talento, idee e intelligenza. Insomma, addio reginette di bellezza, Miss America non sarà eletta in base alla bellezza fisica, sebbene già da tempo alle candidate reginette era richiesto molto di più: abilità fisiche, talenti vari ed eventuali, attività di volontariato. "Non giudicheremo l’aspetto esteriore, vogliamo che più donne possibile sappiano di essere le benvenute in questa organizzazione" a pronunciare queste parole  di rottura ai microfoni della trasmissione ABC Good Morning America, Gretchen Carlson, Presidente di The Miss America Organization.

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La Carlson che nel 2016 ha fatto causa per molestie sessuali all'amministratore delegato della Fox News per cui lavorava come presentatrice, oltre ad essere stata Miss America nel 1989, sente molto vicina la causa del #MeToo e vuole cogliere quest'onda di cambiamento e di rivoluzione femminile, nonché di solidarietà in un settore come quello dello spettacolo troppo spesso complice e decidere di trasformare, una volta e per sempre, il celebre concorso nato ad Atlantic City nel 1921, partendo proprio dall'elemento più caratterizzante: la sfilata in costume. 

È davvero il costume da bagno il problema?

Quando si parla di concorsi di bellezza, è normale – per non dire ovvio – che si pensi a qualcosa basato sull'aspetto fisico. Giudicare una donna per la sua esteriorità è forse sbagliato? In questo caso – o periodo storico – sembra di sì, dire ad una donna "sei bella", "hai un bel fisico", e per lei mostrarlo in un costume, pare trasformarsi su un piano etico e morale in: sono solo un "oggetto", un manichino; sappiamo tutti che non è così, o almeno non sempre. Il voler includere forzatamente un aspetto interiore "alto", da esteriorizzare in un concorso basato sulla "bellezza" sembra in qualche modo, una violenza stessa al concetto di bellezza. Essere belle dunque, all'epoca del #MeToo è sbagliato? In questo limbo sembrano crearsi pareri discordanti. Da un lato quando parliamo di empowerment femminile, dovremmo anche includere il sacrosanto diritto di ostentare la nostra bellezza, o decidere di non farlo, di essere egocentriche e voler mostrare il nostro fisico, oppure no. Non c'è un modo giusto o sbagliato di essere donna. "Una donna è meno quando vuole per se il meno. Deve essere quello che vuole aldilà di qualsiasi giudizio. Bisogna amarle per come sono". Mi sono appuntata questa frase, anche se purtroppo non so il nome della persona in questione che l'ha pronunciata, ma credo sia profondamente vera e giusta. Per essere donne e veder riconosciuti i nostri diritti, tra cui quello di sentirci belle, avvenenti, desiderabili, non dobbiamo rinunciare a mostrarci, deve cambiare invece il modo in cui veniamo guardate, la prospettiva da cui osserviamo le cose fa la differenza.

 

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