Soldati tedeschi durante la seconda guerra mondiale

Prigioniero di guerra scrive alla moglie, la lettera arriva dopo 80 anni

Al sindaco di un paesino pugliese è stata recapitata la lettera che un soldato italiano, prigioniero di guerra in Germania, scrisse ottanta anni fa alla moglie. Una storia che sta commuovendo l'Italia

Una lettera arrivata dal passato. Parole tenerissime impresse su carta, ma giunte a destinazione soltanto ottanta anni dopo. È successo a Mottola, in provincia di Taranto. Al sindaco del paese è stata recapitata una missiva scritta da un soldato italiano a sua moglie durante la seconda guerra mondiale. Poche parole, per rassicurarla del fatto di essere ancora in vita. A scriverla, Pasquale Aloisio, originario del paesino pugliese, che fu catturato e detenuto in un campo di prigionia vicino a Berlino. Da qui scrisse alla sua amata moglie, ma la lettera non è mai stata recapitata. Fino a oggi.

Una lettera mai arrivata a destinazione, fino a oggi

«Cara Maria, la mia salute è buona, perciò non devi essere in pensiero per me», scriveva il soldato Pasquale Aloisio a sua moglie. A raccontare la storia è stato il sindaco di Mottola, Giampiero Barulli, che ha pubblicato su Facebook un post con allegata una foto della lettera di cui si erano perse le tracce nel secolo scorso. Poche righe, scritte col cuore. «È il 1943», ha scritto il primo cittadino sui social network. Ha aggiunto: «C’è la guerra e tutti i ragazzi sono al fronte a combattere. Tra di loro c’è Pasquale, soldato mottolese. È in un campo di prigionia nei pressi di Berlino e scrive una lettera a sua moglie Maria, rassicurandola sulle sue condizioni di salute. La lettera, però, non arriva a destinazione».

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«Spero di potere avere presto tue notizie e che siano buone»

Ai soldati internati nei campi di detenzione veniva quasi imposto di inviare cartoline alle famiglie per comunicare che stavano bene, nonostante che stessero patendo le sofferenze della prigionia. La lettera di Pasquale Aloisio fu spedita dal campo di prigionia tedesco Kriegsgefangenenlager (Kgfl). È datata 21 novembre 1943, mentre il timbro riporta come giorno di spedizione il 26 novembre di quell’anno. «Spero di poter avere presto tue notizie e che siano buone. Con l’occasione ti invio gli auguri per il Natale. Baci affettuosi», scriveva il soldato.

Il soldato tornò incolume dalla guerra

In seguito, Pasquale riuscì a tornare a casa. Grazie all’intervento delle forze alleate, fu liberato e poté riabbracciare la sua amata Maria. Scrive il sindaco di Mottola su Facebook: «Pasquale torna incolume dalla guerra e vive serenamente con la moglie, crescendo tre figli. Passano ottanta anni e incredibilmente, qualche giorno fa, quella lettera arriva in Comune». Il primo cittadino ha subito avvisato la figlia di Pasquale, le ha consegnato la missiva. La donna, ha fatto sapere il sindaco, ha letto con grande commozione le dolci parole del padre. «Altri tempi, altre vite. Ma un filo, quello del destino, che lega e riannoda tutto, persone, storie e ricordi», scrive il sindaco.

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La lettera è stata ritrovata a Firenze

Resta il mistero su che cosa sia accaduto a quella cartolina postale. Perché non venne mai consegnata? A spedirla al comune di Mottola è stato un signore che vive a Firenze. L’uomo ha trovato la missiva e ha deciso di farla pervenire comunque ai familiari del soldato. Una storia che ha commosso gli abitanti di Mottola e che sta emozionando l’Italia. In tanti stanno commentando il post del primo cittadino, scrivendo frasi come: «Semplicemente emozionante», «Bellissimo», «Una bella storia dei tempi lontani, ma una semplice cartolina postale risveglia tante emozioni». E anche: «Molto commovente, grande il signore di gran cuore che trovandola a Firenze l’ha spedita qui».

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