Quando sono entrata a Palazzo Madama, a Torino, per visitare la mostra Tina Modotti. Fotografia, passione, rivoluzione mi aspettavo di incontrare “solo” una grande fotografa. Ho scoperto anche una donna eccezionale che ha sfidato tutto nella vita.

La povertà

(figlia di un muratore, a 17 anni si è imbarcata da sola su un piroscafo per l’America)

 Il perbenismo

(i ritratti di lei, nuda, firmati dal suo amante Edward Weston sono tra i più erotici della storia della fotografia)

Il dolore

(quando l’uomo che le ha regalato la passione assoluta, il bellissimo guerrigliero Julio Antonio Mella, viene assassinato sotto i suoi occhi, lei trova il coraggio di riprenderne il corpo addormentato).

La solitudine

(per inseguire i suoi ideali si lascia alle spalle gli amici e gli amori di una vita e muore sola su un taxi a 45 anni, mentre attraversa la notte di Città del Messico. Non si saprà mai se a ucciderla è stato un  infarto o una vendetta politica).

Tina era capace di innamorarsi delle persone e delle cose. Senza risparmiarsi.

Penso che a molte di noi oggi manchi l’audacia intelligente di questa donna che nella breve parabola di una esistenza bruciata dalle passioni ha saputo anche esprimere il suo talento.

E oggi ci dà una bella lezione di modernità sugli ex e le storie che finiscono.

Lei ha imparato a fotografare sotto la guida di un grande artista, Edward Weston. Solo che lui, oltre che maestro, era anche amante. Quando si sono conosciuti lei aveva venticinque anni e un marito, lui  trentaquattro, una moglie e quattro figli.  Sono stati insieme per anni, poi la vita e nuovi amori li hanno divisi.

Ma lei non ha mai smesso di guardare a Weston come a un mentore e un amico.

“Ti auguro di ottenere tutto cio che meriti” gli scrive dopo la loro prima separazione, quando Edward, trattenuto dalle sue responsabilità familiari e dalle necessità economiche, lascia che Tina si trasferisca da sola a Città del Messico.

“Quello che mi hai dato in bellezza e sensibilità è una parte permanente di me, e rimane con me non importa dove mi conduca la vita” le dichiarerà Weston pochi mesi prima dell’incontro tra Tina e Julio Antonio, l’uomo di cui lei si innamorerà follemente.

Ma allora si può restare legati ai nostri ex? Si può apprezzare, stimare chi abbiamo amato ma non amiamo più?

Voi cosa ne pensate? Vi è successo?

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