Ecco perché Il collegio è diventato un fenomeno

  • 11 11 2020
Il docu-reality firmato Rai Due è considerato un vero e proprio "gioiello" della programmazione della Tv di Stato perché racconta i ragazzi attraverso un realismo assoluto. E piace a giovani e adulti

Ventuno tra ragazzi e ragazze si ritrovano catapultati in un collegio del 1992. L’anno in cui nasce il Tg5, ideato e diretto da Enrico Mentana, quello in cui debutta il Karaoke di Fiorello e Pavarotti lancia il suo evento benefico Pavarotti & Friends. Ma anche l’anno di Tangentopoli e degli attentati che costano la vita a Falcone e Borsellino. Un anno in cui molti dei genitori di questi adolescenti, con tutta probabilità, sedevano ancora tra i banchi di scuola.

La scommessa de Il Collegio

Senza mamma e papà, ma soprattutto senza gli agi e le comodità a cui sono abituati, ce la faranno gli adolescenti nati negli anni Duemila a resistere alla “dura realtà dei Novanta per quanto affascinanti? Lo si scopre grazie alla voce narrante di Giancarlo Magalli, che ci porta alla scoperta delle vicissitudini scolastiche e sentimentali dei nuovi giovani studenti, tenuti ad affrontare le ferree regole e la severa disciplina de Il Collegio arrivato ormai alla sua quinta stagione (in tre anni) – la prima puntata è andata in onda nel gennaio del 2017 – e in onda tutti i martedì su Rai Due (e in streaming su RayPlay).

Gli allievi

Basato sul format britannico That’ll Teach ‘em, una programmazione originale di Channel 4, il “famoso” collegio tanto amato dai ragazzi è stato girato prima presso il Collegio San Carlo Celana a Caprino Bergamasco, poi al Convitto Nazionale Regina Margherita ad Anagni (Frosinone) a causa del Covid. Gli allievi, tutti tra i 14 e i 17 anni, non solo devono indossare le uniformi del collegio (i nostri amici britannici sono già abituati) ma sono costretti a seguire le severe regole della struttura che comprendono la rinuncia a tablet e smartphone, a qualsiasi tipo di device elettronico, niente cosmetici o prodotti di bellezza né tantomeno è permesso portare cibo nelle camerate. Anche il taglio di capelli (il momento più difficile per tutti) deve essere adeguato al contesto e non sono ammessi tatuaggi o piercing: se si “sgarra” partono le punizioni come il salto di un pasto oppure, nei casi più gravi, l’isolamento.

Chi sono i Prof

Ma chi sono gli intransigenti “personaggi” che devono riuscire a mantenere la disciplina in tutta la struttura? Sono molti i professori protagonisti de Il collegio 5: Paolo Bosisio è tornato anche quest’anno nei panni del preside dell’istituto, severo, rigoroso, intransigente, il dirigente rappresenta la massima autorità. Andrea Maggi è l’insegnante di italiano e di educazione civica ed è un docente anche nella vita quotidiana. E poi c’è Maria Rosaria Petolicchio, il personaggio più amato de Il Collegio: professoressa anche nella realtà, campana, 52 anni, insegna matematica e scienze presso una scuola secondaria a Pontecagnano, vicino a Salerno. E ancora Luca Raina, Valentina Gottlieb, Davide Wayne Callahan, Alessandro Carnevale, Carlo Santagostino, Carmelo Trainito, Roberta Barbiero, Roberta Barbiero, Patrizio Cigliano, Marco Chingari e Roberta Sette, la new entry che insegna educazione sessuale, un argomento che certamente all’inizio degli anni Novanta era poco più che un tabù ma è oggi è parte costante del dibattito quotidiano.

Il reality amato da due generazioni

Il docu-reality targato Rai Due è stato una delle grandi scommesse vinte della Rai perché racconta i ragazzi attraverso un realismo assoluto: si tratta di un esperimento sociale che mette alla prova un gruppo di adolescenti e pre-adolescenti costringendoli a un mese di disintossicazione forzata dalla tecnologia, dalla maleducazione e dal “fancazzismo”. Stranamente, nonostante ciò, è un programma amatissimo dai giovanissimi a casa che seguono costantemente tutte le puntate, e questo nonostante i ragazzi vengano messi alla dura prova e privati di ogni agio. È apprezzato però anche da genitori e adulti, anche se faticano a tollerare gli atteggiamenti da pseudo-tiranni degli insegnanti e si prendono un po’ troppo sul serio: «Troppo rigidi e severi i professori», si lamenta sui social qualche genitore, «È proprio questo il bello, almeno imparano il significato della parola disciplina e a stare senza tecnologia», scrivono altri che ad ogni nuova puntata de Il collegio scatenano centinaia di tweet.

In ogni caso, su una cosa sono tutti d’accordo: il bello del ritorno al 1992 è che non c’erano le chat di classe!

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