Lucia Vollaro: a scuola con i ragazzi di Scampia

  • 08 03 2018

Avrebbe potuto lavorare all’estero come microbiologa, invece ha scelto di insegnare in scuole di frontiera. Da 3 anni è la preside della “Virgilio IV” di Scampia, uno dei quartieri più difficili di Napoli. L’ha rivoluzionata con un metodo fatto di regole, buon senso. E una convinzione: «Bisogna combattere l’ignoranza per sconfiggere la criminalità»

In sala riunioni gli insegnanti si danno il cambio, ma Lucia Vollaro, la dirigente scolastica (o, come si diceva un tempo, la preside), è sempre seduta al suo posto, a capotavola. Siamo a Napoli, rione Scampia, Istituto comprensivo statale Virgilio IV. La scuola raduna materne, elementari e medie di una delle zone più turbolente della città. Basta attraversare la strada per ritrovarsi alle Vele, palazzoni bianchi a metà tra piramidi e astronavi, concepiti come esperimento socio-architettonico e diventati simbolo di degrado, violenza e illegalità. Il set di Gomorra. «Della serie tv si è già parlato molto, io preferisco non esprimermi» esordisce Lucia Vollaro. «Il mio compito, qui, è combattere contro stereotipi del genere. Quello della criminalità è un marchio che i nostri ragazzi non meritano. La mafia esiste in tante parti del mondo, e ogni metropoli ha le sue periferie».

«Il mio ruolo è ascoltare e comprendere»

Lucia Vollaro ha da qualche anno superato i 40 ed è una signora bionda a cui piace vestire in modo solare. Nella sua vita ha fatto scelte poco comuni, lasciandosi guidare dalle proprie idee più che da ambizioni di carriera o comodità contingenti. Laurea e dottorato in Microbiologia, avrebbe potuto fare ricerca all’estero: ha scelto l’insegnamento. Come spesso accade ai prof di prima nomina, è stata spedita in scuole di frontiera: a Poggioreale, San Giovanni a Teduccio, Ponticelli. In istituti dove, come accaduto di recente a Caserta, Treviso, Foggia, i docenti sono aggrediti dagli studenti o dai loro genitori. E invece di cambiare alla prima occasione, ha trovato la propria dimensione tra i ragazzi difficili: «Manifestano un disagio che bisogna affrontare. Il mio ruolo è ascoltare e comprendere. Solo così posso aiutarli ». Quando poi ha vinto il concorso per dirigente, ha stupito tutti optando, piuttosto che per una scuola “bene” del centro di Napoli, per una sede che molti altri avrebbero scartato: Scampia. E nel motivare la sua decisione ripete il verbo “aiutare”: «Aiutare chi ha bisogno di me è una motivazione per svolgere al meglio il mio lavoro».

«Occorre fare prevenzione, anche coinvolgendo le mamme»

Il primo comandamento della Virgilio IV è: «Tienili in classe il più possibile». Quando Lucia Vollaro ha preso servizio come preside di fronte alle Vele, nell’anno scolastico 2015/2016, la dispersione superava il 25%. Su quasi 780 iscritti significa circa 200 ragazzini per le strade di Scampia, a un passo dalla piazza di spaccio teatro fino a qualche tempo fa di una guerra di camorra con centinaia di morti ogni anno. Oggi il tasso di assenze è stabilmente inferiore al 20%, e diminuisce sempre di più. «Non mi sembra di aver fatto miracoli, semplicemente abbiamo avviato un monitoraggio sistematico delle assenze e nei casi più gravi abbiamo coinvolto i servizi sociali. Ma soprattutto abbiamo aperto il nostro istituto a collaborazioni e progetti interdisciplinari, coinvolgendo in ogni attività le mamme, che in questo quartiere sono spesso molto giovani». Madre lo è anche Lucia, di una figlia adolescente, e quando si parla di baby gang, di ragazzini che girano armati, che vivono esposti ad ogni tipo di rischio, chiarisce: «Sono fenomeni che non riguardano solo Napoli. Quello che noi dobbiamo fare è prevenire. Bullismo e cyberbullismo, per esempio, sono tematiche che abbiamo incanalato in iniziative condotte assieme alle forze dell’ordine. Funzionari di polizia sono entrati in classe e hanno tenuto corsi a genitori e allievi. Dobbiamo fornire modelli positivi. Se viene meno la scuola, sbiadisce l’idea di legalità. Bisogna combattere l’ignoranza per sconfiggere la criminalità e il disagio».

«L’istituto è aperto tutti i pomeriggi, estate compresa»

La filosofia della preside è semplice: regole e buon senso. «Noi siamo un presidio nel territorio. Il nostro obiettivo è orientare i ragazzi affinché diventino cittadini consapevoli». Alla Virgilio IV non esiste il tempo prolungato. Eppure i genitori hanno più di un’opportunità per lasciare i figli a scuola il pomeriggio, anche nei mesi estivi. «Facciamo attività di ogni tipo: laboratori pratici, di falegnameria e sartoria, ma anche di teatro, danza, fotografia e sport. Dal 2016 collaboriamo insieme all’associazione Next Level. All’inizio con Careers in Art, promosso dal progetto Cultura di Intesa Sanpaolo, che ci ha consentito di condurre i ragazzi nelle botteghe di antiquari e intarsiatori del centro storico e nel laboratorio del celebre sarto Rubinacci. Quest’anno parte Proud of You- Pilot, sostenuto dal Fondo di beneficenza della banca: un doposcuola ad alto contenuto tecnologico che spronerà i ragazzi a fare cose nuove». Le lezioni di matematica saranno trasformate in esperimenti concreti: grazie a sensori messi a punto dall’università di Torino verranno misurate la temperatura dell’acqua o la dimensione degli edifici, e lo stesso sarà fatto con la fisica, per esempio applicando allo sport le nozioni di dinamica. La letteratura italiana si studierà con i computer, con giochi di apprendimento digitale e lezioni online a distanza. Eppure molti allievi della Virgilio IV non si sono mai allontanati dal quartiere. «E così, quando sono tornati dalla visita a Sorrento, più di uno è venuto da me felice: “Preside, finalmente abbiamo visto il mare”».

Il laboratorio di scrittura

«Il mio obiettivo era stimolare la loro curiosità, aiutarli a capire che nella vita si può fare ogni cosa». Lo scrittore napoletano Stefano Piedimonte era arrivato alla Virgilio IV con in testa i luoghi comuni su Scampia. Da tempo collabora con la scuola Holden di Torino tenendo corsi di scrittura, «ma di solito ho a che fare con ultra 30enni». L’associzione Next Level di Caterina Corapi e Chiara Pizzorno gli ha chiesto di lavorare con gli alunni delle medie: «Quando ho domandato ai ragazzi cosa avrebbero voluto fare da grandi, mi aspettavo che almeno qualcuno rispondesse: “Il boss”. Sbagliavo: chi desidera fare il cantante, chi l’attrice, chi l’estetista. A Scampia spesso si resta rinchiusi nel quartiere, o addirittura nel palazzo. Ci sono situazioni difficili, genitori detenuti, problemi economici. E i sogni sono frustrati. La scuola ha il compito di stimolarli e indirizzarli».

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