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C’è un rimborso per chi riduce il canone all’inquilino in difficoltà

Se l’inquilino ha difficoltà economiche e chiede una riduzione del canone, il proprietario dell'appartamento può godere di un bonus statale. Ecco come funziona

Con un emendamento all’ultimo decreto Ristori è stata approvata una norma che ora è inclusa nella legge di Bilancio. «Prevede la restituzione, da parte dello Stato, del 50% dello sconto sull’affitto applicato dal proprietario, per un massimo di 1.200 euro all’anno» spiega Daniele Pesco, presidente della Commissione bilancio del Senato.

Facciamo un esempio: chi sconta 2.400 euro dal canone annuale riceverà un rimborso di 1.200 euro. Attenzione, però: il bonus spetta solo ai proprietari di case in comuni ad alta tensione abitativa (trovi l’elenco su bit.ly/elencoComuni) e che siano abitazioni principali dell’inquilino.

La procedura non è ancora operativa: manca infatti una circolare con le istruzioni che l’Agenzia delle entrate emetterà nel giro di un mese. Alla richiesta per accedere al bonus andrà poi allegato l’accordo per la rinegoziazione del canone. Proprietario e inquilino devono firmare una scrittura privata (trovi un modello preparato da Altroconsumo su bit.ly/moduloaccordo) e depositarla entro 30 giorni all’Agenzia delle entrate, anche usando i servizi telematici del Fisco.

Da sapere L’accordo per la rinegoziazione va registrato nello stesso ufficio dell’Agenzia delle Entrate dove era stata registrata la locazione. Servono la scansione della scrittura privata, il “modello 69” e una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

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