Pagamento carta credito farmacia

Spese sanitarie e farmaci: contanti o carta di credito?

Da quest’anno le visite mediche e i medicinali vanno pagati obbligatoriamente con sistemi tracciabili (carta di credito, bancomat...)? Gli esperti spiegano come regolarsi, fin da questi giorni, per poter applicare le detrazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi 2021

Le visite mediche, per poter detrarre la spesa dal 730 e dal Modello redditi del 2021, da quest’anno vanno pagate in contanti o con la carta di credito? Per i farmaci come ci si deve regolare? E per gli esami di laboratorio, l’acquisto di protesi, la procreazione medicalmente assistita?  In che modo è da saldare il conto del dentista? Nelle settimane che hanno preceduto l’approvazione della manovra di bilancio è stato detto tutto e il contrario di tutto, creando confusione  e dubbi. Dopo il varo della legge, e la pubblicazione delle prime istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi (reperibili in agenziaentrate.gov.it), il quadro generale è chiaro. Chi si distrae oppure sbaglia – optando per la formula non adeguata alla situazione concreta – rischia di rimetterci i bonus fiscali e di scoprirlo solo l’anno prossimo.

Doppio binario per i pagamenti

A ricordare le informazioni di base – il doppio binario da seguire da subito, per non avere problemi quando nel 2021 si faranno il 730 o il Modello redditi – è Massimo Marchini, responsabile dei Caf della Cgil Lombardia. Primo caposaldo: «I contanti possono essere usati per comprare medicinali e dispositivi medici e anche per pagare le prestazioni sanitarie erogate da strutture pubbliche oppure da strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale». Seconda indicazione: «Per tutte le altre spese mediche detraibili, dentista privato compreso, la detraibilità è vincolata all’obbligo di pagare con mezzi tracciabili, cioè con bancomat, carte di credito, bonifici, assegni bancari…». Le detrazioni sono previste per tutti i contribuenti, senza limiti di reddito. Resterà la franchigia (per quest’anno ferma a 129,11 euro).

Ricordarsi di mettere da parte scontrini e ricevute

L’importante è ricordarsi conservare le “pezze d’appoggio” delle spese effettuate, cioè fatture, scontrini parlanti (con inserito il codice fiscale personale), ricevute dei bonifici e delle transazioni con le carte, documentazione di addebito sul conto corrente… Specularmente, rammenta il dirigente sindacale specializzato in questioni fiscali, «medici, farmacisti, strutture e operatori sanitarie sono già tenuti a comunicare le spese, che poi confluiscono nella dichiarazione dei redditi precompilata».

Qualche esempio concreto

Gli esperti del Sole 24 Ore aggiungono qualche spiegazione ed esempi concreti. Una visita specialistica presso un libero professionista non può essere saldata in contanti, mentre l’acquisto di un cuscino ortopedico con marcatura Ce (in quanto dispositivo ortopedico) ammette ancora il cash. Nelle farmacie – altri casi che riguardano decine di milioni di contribuenti – per i medicinali da banco o prodotti omeopatici sono ammessi i contanti. Per il pagamento di servizi sanitari resi sempre in farmacia (misurazione della pressione, supporto all’uso di dispositivi per l’elettrocardiogramma…. ) servono mezzi tracciabili. Per i parafarmaci e gli integratori vanno bene pure banconote e monete, ma non è prevista alcuna detraibilità.  Per le spese di degenza per cure termali sono richiesti sistemi che lasciano tracce, sempre in relazioni agli sconti fiscali, ma solo se le strutture prescelte non sono accreditate dal Ssn. Lo stesso per le prestazioni relative alla gestazione e al parto (dall’inseminazione artificiale all’anestesia epidurale).

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Attese istruzioni dettagliate dal Fisco

Tutto chiaro? Non completamente. Gli esperti del quotidiano economico precisano che, per capire meglio come provare le avvenute transazioni di denaro e non incorrere in errori, occorrerà aspettare l’emanazione di direttive ad hoc da parte dell’Agenzia delle Entrate. Vale sempre l’indicazione di base, intanto: tenere tutto ciò che prova i pagamenti.

Occhio al limite del pagamento in contanti

Massimo Marchini, l’esperto della Cgil, ricorda che esistono limitazioni all’uso del contante e anche in relazione alle spese sanitarie. Chi volesse comunque pagare cash – ad esempio dal dentista o dal chirurgo plastico – è libero di farlo fino a 3mila euro nei prossimi mesi e poi fino a 2 mila euro a partire dall’1 luglio 2020 e per tutto il 2021. I professionisti di riferimento possono accettare i contanti, nei limiti indicati, ma poi gli assistiti non avranno la facoltà di scalare le cifre in questione dall’imponibile.

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