Tia Taylor libro
Tia Taylor, 25 anni

Tia Taylor: «La mia odissea per avere un mutuo»

Se sei giovane e hai un contratto di lavoro atipico, comprare casa in Italia è una missione quasi impossibile. Lo sa bene l’autrice di questo articolo, Tia Taylor, che racconta di prezzi alle stelle, banche restie, spese nascoste: «Mi piacerebbe che ciò che ho imparato fosse utile ai miei coetanei»

Mi presento, sono Tia Taylor, vengo dal Connecticut, mi sono trasferita a Milano nel 2014 per studiare Economia e dopo la laurea ho deciso di rimanere per lavoro. Dicono spesso che l’Italia non sia un Paese per i giovani, qui voglio condividere la mia esperienza di 25enne che ha appena comprato casa e raccontarvi quello che ho imparato durante la mia “mission (quasi) impossible”.

Io abito a Milano, forse la città più cara d’Italia, però – dato che dappertutto gli stipendi medi sono più bassi rispetto al costo della vita – quello che è successo a me vale anche per i miei coetanei. Senza il grande privilegio di una famiglia che li aiuti, i giovani non possono permettersi di acquistare una casa con le proprie forze. Rispetto ad altri Paesi, qui entriamo più tardi nel mondo del lavoro, e quindi abbiamo meno tempo per risparmiare. Non solo: gli stipendi di oggi non sono cresciuti in maniera proporzionale al costo della vita. Anche se le banche non richiedessero requisiti stringenti sulla situazione lavorativa di chi accende un mutuo, difficilmente una ragazza come me ha i soldi per l’anticipo standard, che è il 20% del valore dell’immobile. Perciò io ho cercato una strada alternativa quando ho deciso di acquistare una casa come investimento, dopo che Milano è stata nominata, con Cortina, sede delle Olimpiadi invernali del 2026.

Ho scelto di comprare un appartamento all’asta. Un modo per permettermelo senza l’aiuto dei miei genitori. Le case all’asta sono più economiche: per il bilocale che cercavo io, si partiva da una base tra i 40.000 e gli 80.000 euro, a fronte di un prezzo di mercato che oscillava tra i 150 e i 250.000 euro. Ma, comunque, dovevo chiedere un mutuo. Ed è iniziata la mia avventura in banca. Spesso vediamo pubblicizzati i conti online per i giovani: comodi, economici, smart. Ed è vero, lo sono. Peccato che in Italia le banche online non concedano facilmente un mutuo, tantomeno un mutuo a tassi competitivi (questo nelle varie pubblicità non lo dicono, ma è bene saperlo). Io ho sempre avuto solo il conto online, ma adesso ho imparato che avrei dovuto averne anche uno “tradizionale”.


«Senza il privilegio di una famiglia che li aiuti, difficilmente i ragazzi come me hanno sul conto i soldi per l’anticipo standard del 20%»


 

Così ho girato diverse banche prima di trovare finalmente quella che mi avrebbe erogato il mutuo. Ho ricevuto preventivi da 6 istituti diversi: le rate mensili non cambiavano più di tanto dall’uno all’altro, perché le condizioni erano le stesse, ma le spese extra erano molto diverse. Perciò, consiglio di fare attenzione. Quando cerchi un mutuo, ti dicono sempre di trovare la rata con il tasso di interesse più basso, ma tutte le banche offrivano lo stesso tasso. Il suggerimento, in base alla mia esperienza, è quello di assicurarsi di sapere in anticipo a quanto ammontano le polizze obbligatorie e le spese di istruttoria. Queste, sì, cambiano da banca a banca e spesso hanno un impatto notevole sulla spesa finali.

Mi è stato chiesto se essere straniera abbia reso la mia “missione mutuo” più difficile. Prima di rispondere, torno a dire qualcosa su di me: sono cittadina americana ma residente in Italia. Lavoro da quando mi sono laureata, nel 2017, sia come dipendente sia come autonoma con partita Iva. Nonostante abbia sempre avuto un impiego, una banca mi ha detto che raramente dà mutui a stranieri che non abbiano un garante italiano, un’altra che eroga solo fino al 70% del valore di una casa al richiedente straniero, nonostante lo standard sia l’80%. Cos’altro dire? Essere giovane e straniera ha avuto un forte impatto nella mia strada verso il mutuo, averlo saputo prima mi sarebbe servito.


«Nonostante abbia sempre lavorato, una banca mi ha detto che raramente eroga mutui a stranieri che non abbiano un garante italiano»


 

Un aiuto importante l’ho avuto invece dal broker, il consulente che mi aiutato ad accendere il mutuo. Essendo giovane, lavorando tutto il giorno e comprando casa per la prima volta, oggi so che non avrei potuto fare diversamente. Cosa fa in concreto un broker? Conosce bene il tuo caso specifico di richiedente e usa i suoi contatti con le diverse banche per mandare la pratica del mutuo, al posto tuo, a quella che più probabilmente accetterà il tuo caso. Se possiedi i requisiti che tutte le banche vorrebbero – stipendio alto, lunga storia lavorativa, contratto a tempo indeterminato o partita Iva attiva da almeno 3 anni, contanti sul conto corrente per dare per l’anticipo – probabilmente non avrai problemi a ottenere un mutuo senza l’aiuto di un consulente. Ma appena inizi ad avere esigenze specifiche – nel mio caso: asta, contratto di lavoro atipico, cittadinanza straniera – un broker professionista aiuta, per me ha fatto la differenza.

C’è un’ultima cosa che conta: non avere paura di insistere. Io ce l’avevo: temevo di fare troppe domande, di dare fastidio chiedendo continue informazioni al broker, alla banca, al notaio. La verità è che devi, prima impari meglio è. Io ho sprecato un anno cercando di non rompere troppo le scatole. Adesso che sono finalmente a un passo dal rogito, consiglio ai miei coetanei di non fare come me. E, in attesa di andarci ad abitare, spero che a loro possa essere utile quello che io ho imparato durante la mia “mission (quasi) impossible” di comprare casa.

L’autrice di questo articolo, Tia Taylor

Tia Taylor, 25 anni, è nata negli Usa da mamma giamaicana e papà nigeriano. Si è trasferita in Italia per studiare International Economics and Management alla Bocconi di Milano. Oggi è imprenditrice digitale e fondatrice di Colory (colory.info), piattaforma per raccontare i giovani di seconda generazione e promuovere la cultura dell’inclusività.

Ai giovani si rivolge ogni giorno anche su YouTube e sui suoi social (@misstiataylor_ su Instagram e Twitter), dove parla di economia in modo semplice e diretto. Ha appena pubblicato RacConti (Salani), in cui dà consigli di gestione finanziaria ai coetanei (e non solo): dal budget mensile agli investimenti, fino alle strategie per trovare lavoro.

→ Dal recovery plan aiuti agli under 36

Nel 1962 un under 35 con uno stipendio di 50.000 lire mensili poteva comprare un appartamento a Roma o Milano indebitandosi per 21 anni e versando un anticipo del 5%. Oggi a un coetaneo con entrate equivalenti (1.450 euro) occorrono in media 41 anni e un anticipo del 15-20%. Sono i numeri messi in fila dal centro studi Ener4Crowd e fanno il paio con quelli del portale MutuiOnLine: nel primo trimestre del 2021 le richieste di mutui per la prima casa sono tornate ai livelli pre-Covid, ma quelle degli under 34, un tempo la voce principale, sono appena un quarto del totale.

Un aiuto arriva dal Recovery Plan. Il governo ha infatti annunciato il rifinanziamento del Fondo di garanzia acquisti prima casa: 400 milioni destinati a chi ha meno di 36 anni per sottoscrivere mutui al 100% e senza anticipo per acquisti fino a 250.000 euro. Mancano ancora i decreti attuativi, ma la priority list dovrebbe includere coppie o single con figli, lavoratori atipici e nuclei idonei all’alloggio popolare ma rimasti fuori graduatoria.

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