foibe

10 febbraio: per non dimenticare l’orrore delle foibe

Oggi si ricordano le stragi avvenute durante e dopo la Seconda guerra mondiale ad opera dei soldati di Tito: nelle foibe finirono tra i 5mila e i 10mila italiani

Si celebra oggi 10 febbraio il “Giorno del ricordo”, ricorrenza istituita nel 2004 per mantenere viva la memoria dei massacri delle foibe e dell’esodo forzato di istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra.

27 gennaio, Giorno della Memoria: significato, i film da vedere e i libri da leggere

VEDI ANCHE

27 gennaio, Giorno della Memoria: significato, i film da vedere e i libri da leggere

La ricorrenza istituita nel 2004

Lo scopo del Giorno del ricordo, così come stabilito dalla legge n.92 del 2004, è quello di conservare e rinnovare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Foibe: fra 5mila e 10mila vittime

Secondo le stime, furono tra i 5mila e i 10mila gli italiani vittime delle foibe ad opera dei partigiani jugoslavi di Tito. Le stragi delle foibe cominciarono dopo l’8 settembre 1943, con l’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile. In Istria e in Dalmazia i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono contro i fascisti che avevano imposto l’italianizzazione forzata delle popolazioni slave locali.

Basovizza
Il monumento commemorativo di Basovizza

Cosa sono le foibe

A quel punto tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo. Gli uomini di Tito torturarono, fucilarono e gettarono nelle foibe, spesso ancora vivi, moltissimi innocenti. La parola dialettale “foiba” deriva dal latino “fovea” (“fossa”) e identifica cavità naturali profonde anche decine di metri, tipiche dei terreni carsici, con un ingresso a strapiombo. Vittime di quella morte atroce furono, fra il 1943 e il 1947, non soltanto i fascisti, ma anche cattolici, liberaldemocratici, socialisti, donne e bambini.

L’esodo giuliano dalmata

Al massacro delle foibe seguì l’esodo giuliano dalmata, ovvero l’emigrazione forzata dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia. Il 10 febbraio 1947 furono infatti firmati i trattati di pace di Parigi. La Jugoslavia entrava in possesso dell’Istria, del Quarnaro, della città di Zara con la sua provincia e della maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia. Da quella data centinaia di migliaia di esuli di etnia e di lingua italiana lasciarono forzatamente l’Istria e la Dalmazia. Un esodo biblico che coinvolse tra i 250mila e i 350mila italiani e che si concluse soltanto nel 1960. I territori istriani e dalmati furono di fatto svuotati della presenza italiana.

L’omaggio di Giorgia Meloni alle vittime

“Oggi l’Italia celebra il Giorno del Ricordo e rende il suo tributo ai martiri delle foibe e agli italiani” costretti “ad abbandonare le loro case per il solo fatto di essere italiani. La Repubblica ha ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge n.92 del 30 marzo 2004″. Lo ha affermato la premier Giorgia Meloni. “La memoria delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata – prosegue – è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio“.

La Shoah rischia l’oblio? L’amarezza di Liliana Segre

VEDI ANCHE

La Shoah rischia l’oblio? L’amarezza di Liliana Segre

Riproduzione riservata