Ogni amore, anche il più grande, è destinato a finire? Il “per sempre” esiste davvero? Tante italiane (e italiani) sono andati a letto cercando di dare un seguito alle domande, ai dubbi e alle riflessioni poste dal Lessico amoroso di Massimo Recalcati, il lunedì in tarda serata su Rai3 (l’ultima puntata è andata in onda l’11 marzo, ma tutte si possono recuperare su RaiPlay).
Giacca e T-shirt nera, lo psicoanalista più famoso d’Italia ha condotto gli spettatori nei meandri di uno dei grandi misteri che lega gli uomini e le donne (ma anche gli uomini con gli uomini e le donne con le donne), scandagliandolo, interpretandone i gesti e i moti con l’aiuto di attori, canzoni e spezzoni di film. Un viaggio suggestivo – dal primo incontro allo sbocciare del desiderio, fino alla crisi e all’addio – che ora ha messo, nero su bianco, nell’ultimo libro “Mantieni il bacio”, appena uscito per Feltrinelli. E che ci racconta qui, in una serie di piccole “lezioni”, rispondendo alle nostre domande.
Cosa significa amare, oggi?
«Oggi come ieri amare significa donare tutto, senza riserve, vuol dire esporsi all’amato disarmati. Questo non è cambiato e non cambierà nei secoli. Quello che è nuovo è che il nostro tempo tende a sputare sull’amore per come l’ho descritto. È il tempo del cinismo, del consumo, della negazione scientista del miracolo. E l’amore, come ogni poesia, è sempre un miracolo…».
Perché facciamo sempre più fatica a innamorarci?
«Perché si tratta di un’esposizione senza rete. Amare ci rende dipendenti, apre in noi una mancanza, ci confronta con una libertà – quella del partner – che non possiamo controllare né possedere. Dunque innamorarci ci indebolisce, ci rende mancanti, ci divide. Perché, dunque, correre questo rischio? Molte persone, anche se si lamentano di non avere l’amore, fanno inconsciamente il possibile per restare sole, autonome, per non fare esperienza della mancanza che questo sentimento apre inevitabilmente in noi».
Com’è cambiata la coppia?
«Nel tempo patriarcale, pre-Sessantotto, l’amore era sbilanciato. Non era sovente un rapporto tra 2 libertà con gli stessi diritti, ma prevedeva una libertà, quella dell’uomo, e una proprietà, quella della donna. Oggi per fortuna le cose sono cambiate. Le donne hanno acquisito il diritto di scegliere, di godere, di amare liberamente. La maternità non è più l’emendazione morale della sensualità della donna, non è più l’unico destino possibile. Il lato problematico di questa giusta emancipazione è che troviamo a volte nelle donne gli stessi sintomi della vita amorosa che rintracciamo classicamente negli uomini. Per esempio, la divisione tra la vita affettiva e quella sessuale. Spesso queste 2 tendenze non coincidono sullo stesso partner. E, come l’uomo separava la moglie alla quale era affettuosamente legato dall’amante con la quale godeva sessualmente, questa separazione oggi la troviamo anche in molte donne».
Il suo nuovo libro si intitola “Mantieni il bacio”: è un gesto ancora così importante tra 2 amanti?
«I neuroscienziati pensano che il bacio sia un comportamento ereditato filogeneticamente, necessario per stabilire l’affidabilità igienica del partner. Può essere. Io penso che il bacio sia una espressione bella dell’amore: è assente nei rapporti tra i corpi animati dalla violenza e dalla predazione. E accompagna l’amore, che è sempre amore per la lingua dell’altro, nel suo doppio senso ovviamente. Le coppie in crisi non a caso smettono di baciarsi e la fine del bacio spesso combacia o annuncia la fine di un amore».
Come si può far durare una relazione senza spegnere l’amore?
«Non esistono ricette. Esistono solo dei miracoli. Talvolta. Non sempre, anzi, raramente. Ma io credo ai miracoli».
Come influiscono i social sui rapporti sentimentali?
«Il rischio dei social è l’illusione di avere legami senza incontrare il corpo dell’altro. Ma l’amore è sempre e solo amore tra corpi. Non esiste un amore tra anime, figuriamoci tra faccine di Facebook… Dire che l’amore è sempre amore tra corpi significa che il corpo amato non è un numero, né un insieme di organi, non è un feticcio. L’amore rende il corpo dell’amato insostituibile, unico, simile al nome se il nome è, come è, in ogni lingua, la sola parola che non si può tradurre».