È utile per tutti la app Where Are U del 112

Per la app Where Are U del 112 è record di download. Semplice da usare (basta schiacciare un tasto), invia la propria posizione ai soccorsi ed è utilissima quando si perde l'orientamento. Come funziona e altri sistemi per farsi localizzare, anche con un Sms, in caso di incidente 

È record di download per la app 112 Where Are U, che permette di inviare una richiesta di aiuto alla centrale 112 Nue, il Numero Unico europeo (disponibile in tutta Europa). L’applicazione è molto facile da usare: basta schiacciare un tasto sullo schermo dello smartphone per trasmettere una chiamata di soccorso e la propria posizione. 

Dall’applicazione è possibile sia fare una telefonata sia richiedere soccorsi se non si è in grado di parlare, basta seleziona la chiamata silenziosa e con semplici icone indicare il tipo di intervento (polizia, ambulanza, pompieri).

Tra il 18 e il 20 agosto i download sono balzati a 18.966, in continuo aumento, come confermato dall’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (Areu) della Lombardia. Il motivo di questa crescita è stato l’incidente di Simon Gautier, l’escursionsita francese trovato morto in Cilento dopo 10 giorni di ricerche.

Come funziona Where Are U

Where are U è una app istituzionale operativa in tutta Europa, gratuita e semplice da usare. Con 112 Where Are U chi si trova in difficoltà e abbia installato la app sul proprio smartphone, può inviare una chiamata al numero unico europeo per le emergenze (Nue) 112, insieme alla propria localizzazione precisa, fornita in automatico dal Gps presente nel proprio smartphone.

Questo avviene anche nel caso di una telefonata “muta”, dunque anche se la persona in difficoltà non parla o non può farlo. Oltre ad essere uno strumento fondamentale nel caso in cui l’escursionista abbia perso l’orientamento o non sappia fornire indicazioni precise su dove si trovi, la app risulta utile anche in altri casi, come ad esempio un’aggressione o un disorientamento. Permette anche ai soccorritori di avere accesso alla rubrica dei numeri ICE.

I numeri ICE, cioè In Case of Emergency, sono i numeri registrati dall’utente come contatti da chiamare in caso di necessità (coniuge, genitori, figli) che potranno essere raggiunti direttamente dalla Centrale Unica.

Unico limite: la app può effettuare il collegamento con la centrale unica solo nei territori nei quali è attivo il numero unico di emergenza 112, al momento sul 43% del territorio nazionale. La mappa completa è consultabile sul sito where.areu.lombardia.it e comprende Lombardia, Trento, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Roma e provincia (con prefisso 06), Agrigento, Catania, Caltagirone, Enna, Messina, Siracusa e Ragusa, alle quali si aggiungerà a breve anche il Piemonte. 

Quando basta un Sms

Un altro limite può essere rappresentato dalla assenza della rete dati internet in determinate zone. Sia con 112 Where Are U, sia con altri sistemi di geolocalizzazione, però, può essere sufficiente una copertura telefonica, che permetta di inviare un sms, come accaduto di recente a un turista toscano 38enne, disperso in Sardegna, nella zona di Cala Mariolu. In questo caso con SMS Locator gli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico hanno individuato la sua posizione grazie a un messaggio di testo al 118. Questo inoltra la richiesta di aiuto agli esperti soccorritori, che a loro volta inviano all’escursionista in difficoltà un sms, che contiene un link. Bisogna semplicemente cliccarci sopra perché il programma lo localizzi in modo automatico e senza che l’escursionista debba fornire altre indicazioni. È in dotazione al Soccorso alpino e ad alcune centrali 118. Il vantaggio sta nel fatto che non si tratta di una app da scaricare, ma di un servizio di soccorso automatico che funziona con la sola copertura telefonica invece che della rete dati internet.

Le app per gli escursionisti

Un altro strumento prezioso è rappresentato dai sistemi di geolocalizzazione per le emergenze (Els per Android, Aml per iPhone), al momento però non disponibili negli smartphone in Italia, ma funzionante da tempo in altri 15 paesi (tra i quali Stati Uniti, Austria, Belgio, Olanda, Regno Unito e Slovenia). Una direttiva europea ne impone l’adozione entro il 2020. Nel frattempo gli esperti indicano una serie di altri accorgimenti prima di intraprendere un’escursione: «Il primo consiglio è di familiarizzare prima di partire con le app disponibili, che possono essere quella istituzionale 112 Where Are U o anche GeoRescQ, anch’essa molto utile ai soccorritori come noi» spiega Walter Milan, portavoce del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speologico (CNAS). Si scarica gratuitamente e si clicca sulla funzione “Posizione”, che fornisce in modo preciso all’escursionista le coordinate geografiche del punto in cui si trovia e l’indicazione della località più vicina riportata dalla cartografia. Con una seconda funzione (“Tracciami”) è possibile inviare questi dati al portale che le memorizza e le rende disponibili ad amici, parenti, ma anche a soccorritori in caso di necessità. Infine, la funzione “Allarme” consente l’invio immediato della richiesta di aiuto e della posizione alla centrale GeoResQ operativa 24 ore su 24, che proverà a mettersi in contatto con l’utente e inoltrerà la richiesta d’intervento agli enti competenti.

I consigli per gli escursionisti e non solo

Incidenti come quello di Simon Gautier, l’escursionsita francese trovato morto in Cilento dopo 10 giorni di ricerche, non sono una rarità. «Ogni giorno gli esperti del Soccorso alpino italiano effettuano una media di dieci interventi, per un totale di circa 9.500 all’anno in tutta Italia. Per il 40% degli escursionisti la problematica più frequente è la perdita di orientamento» spiega Walter Milan, portavoce del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speologico (CNAS). Fornire la propria posizione ai soccorritori diventa dunque fondamentale per salvarsi.

«Noi diciamo sempre che l’escursione inizia il giorno prima, quando si controlla il meteo e si studia l’itinerario: è utile provare anche a verificare in anticipo le proprie coordinate con queste app» spiega Milan. Questo anche per evitare che in piena emergenza prevalga il panico o si perda tempo prezioso. «Un altro consiglio è quello di controllare in anticipo la copertura: generalmente queste app funzionano quando c’è una rete dati, ma non bisogna dimenticare che, anche dove ci fosse una rete telefonica debole, gli sms partono sempre. Sono ormai molti i dispositivi in grado di fornire le coordinate anche in assenza di rete, in orologi da trekking, gps portatili o piccoli trasmettitori satellitari» spiega ancora l’esperto.

«Va però ricordato che non esiste una tecnologia in grado di salvare la vita, sicura al 100%. Occorre, quindi, addestrarsi prima all’uso delle diverse tecnologie, ottenere le coordinate di percorso e meta, anche tramite mappe o cartine. In giornate di nebbia può capitare di ricevere richieste di aiuto da escursionisti che dicono di trovarsi generalmente nel “gruppo del monte Bianco”, che è un po’ dire “in Veneto”. Un intervento in circostanze simili diventa oneroso e pericoloso, perché devono alzarsi da terra elicotteri o muoversi squadre di terra» conclude il portavoce del CNAS.

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