Coronavirus, cos’è la App della Regione Lombardia

Se abiti in Lombardia avrai ricevuto un SMS che ti consiglia di scaricare l'applicazione AllertaLOM. È una app che permette di ricevere le allerte di Protezione Civile della Regione Lombardia. In occasione della crisi sanitaria è diventata uno strumento per monitorare anche la diffusione dei focolai. L’abbiamo provata: ecco come funziona

In 10 giorni sono oltre 800mila gli abitanti della Lombardia che hanno scaricato la App AllertaLOM, creata dalla Protezione Civile come sistema di allerta per le calamità naturali e ampliata nelle sue funzioni in occasione dell’emergenza coronavirus. A tutti i lcittadini è arrivato nelle scorse ore anche un sms che invita, chi non lo avesse ancora fatto, a utilizzarla, come sistema di monitoraggio utile alle autorità sanitarie. L’applicazione, con adesione su base volontaria, permette infatti di acquisire dati, seppure in anonimato, per avere una mappa del contagio.

Intanto è stata scelta dalla task force nazionale anche la App per la tracciabilità su tutto il territorio Italiano: si chiama “Immuni” e non prevede il ricorso alla geolocalizzazione, perché limitato dalle norme europee sulla privacy. Il suo funzionamento, però, è differente da quello dei AllertaLOM, la App della Protezione civile della Regione Lombardia.

AllertaLOM: cos’è

Si chiama AllertaLOM e nella descrizione spiega che «permette di ricevere le allerte di Protezione Civile emesse dal Centro Funzionale Monitoraggio Rischi naturali di Regione Lombardia, in previsione di eventi naturali con possibili danni sul territorio». È anonima ed esisteva già, ma in occasione della crisi sanitaria per il contagio da coronavirus si è evoluta, venendo incontro all’esigenza di monitorare anche la diffusione dei focolai. Sul sito della Regione Lombardia si legge che si tratta del “primo tassello del progetto CERCACOVID di Regione Lombardia, sviluppato – attraverso la digital companyARIA S.p.A- in collaborazionecon medici e ricercatori dell’Ospedale San Matteo e dell’Università degli Studi di Pavia.

L’abbiamo provata: ecco come funziona e a cosa serve.

AllertaLOM: a cosa serve

L’obiettivo della App è «tracciare la mappa del rischio di contagio» come spiegato dal vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, che ha chiesto ai lombardi di scaricarla: «Dobbiamo chiedervi impegno, sforzo, di scaricare questa app su cellulare». Subito dopo l’accesso, AllertaLOM presenta un questionario, da compilare in forma anonima: si tratta di una sorta di triage a distanza, con cui sono richiesti dati come il sesso, l’età, ma anche l’eventuale contatto con soggetti contagiati o ammalati di COVID-19, o la presenza di sintomi compatibili con l’infezione. Naturalmente le informazioni possono essere aggiornate quotidianamente, per poter fornire una situazione reale.

Dall’allerta alluvioni al COVID-19

Presente sia in versione iOS che Android, AllertaLOM non è del tutto nuova. Nata come strumento al servizio della cittadinanza, per ricevere gli avvisi di allerta della Protezione Civile della Regione Lombardia «in previsione di eventi naturali con possibili danni sul territorio» finora permetteva di mettere in guardia i cittadini da «rischi naturali prevedibili» come quelli idrogeologici, idraulici, temporali e vento forti, neve, valanghe e incendi boschivi. Per ciascun pericolo è prevista una scala con 4 livelli di criticità: dal codice verde (il più basso) a quello rosso (il più alto), passando per giallo e arancione).

Alle calamità naturali, però, ora si è aggiunta l’emergenza coronavirus. L’idea di partire da una App già esistente, infatti, ha permesso di disporre in tempi rapidissimi uno strumento già esistente.

Due funzioni nuove

Sono due le funzioni che sono state aggiunte alla App: con CercaCovid, che elabora i dati del questionario iniziale, le autorità regionali possono contare su una sorta di mappa che quantifica il livello di diffusione del virus sul territorio. La seconda funzione, invece, è più rivolta ai cittadini e consente loro di ricevere notifiche aggiornate sull’emergenza.

Per esempio, fonrisce indicazioni dettagliate e sempre aggiornate sulle azioni intraprese da Regione Lombardia per l’emergenza Coronavirus, come le limitazioni più stringenti sull’uscita dei bambini rispetto al decreto nazionale e alla circolare del ministero dell’Interno. La App notifica anche le singole ordinanze dei Comuni e permette di personalizzare gli avvisi in base alle proprie esigenze di informazione. 

Un aiuto ai virologi

Come spiegato da Sala, la App è utile in primo luogo «ai nostri virologi, epidemiologici per trarre una mappa del rischio contagio». In questo momento, dunque, non funziona come le App in Corea del Sud, che permettono di avvertire – con una vibrazione o un suono – se si è vicini a soggetti contagiati, per autotutelarsi. Non serve neppure a scopo diagnostico: «Non sostituisce nessun test né il controllo dei medici» è stato spiegato dai responsabili lombardi, ma «è un’arma in più per contrastare l’emergenza coronavirus». La schermata relativa alla funzione CercaCovid, infatti, avverte: «Attenzione: questo modulo non sostituisce il vero tampone nasale analizzato nei laboratori dei nostri ospedali». La seconda finalità, infatti, è quella di raccogliere preziosi a fini statistici.

Controllo o prevenzione?

Mentre il governo studia una propria App per monitorare la situazione contagi, sul modello di quanto già fatto in Cina, Corea del Sud e Israele (anche se in modo molto più rigoroso), la Regione Lombardia mette in campo questo strumento rivisitato, dopo aver già provato a verificare gli spostamenti degli abitanti. Dalle prime rilevazioni, ottenute tramite i dati delle compagnie telefoniche in forma anonima, era emerso ad esempio che il 60% della popolazione rispettava le raccomandazioni a non uscire di casa. Ma di fronte a un 40% di abitanti che invece ancora circola, aveva annunciato l’arrivo di nuovi strumenti di controllo. Ora la App AllertaLOM si aggiunge come strumento di monitoraggio, pur salvaguardando la privacy: come ogni App prevede l’assenso all’uso di informazioni anonime, raccolte su base volontaria.

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