Arabia Saudita, l’industria musicale apre alle donne

Anche in Arabia Saudita spuntano le prime popstar. Il regno tradizionalmente oscurantista inizia a tollerare le donne sul palco

L’Arabia Saudita prosegue nella sua corsa per mettersi al passo con il mondo moderno. Il principe ereditario Mohammed Bin Salman (MBS) ha concesso alcune libertà ai suoi cittadini, cercando di darsi una patente di leader riformatore di un regno tradizionalmente ultra-conservatore. Questo nonostante MBS governi con il pugno di ferro e abbia praticamente azzerato il dissenso interno. E sia sospettato da più parti di essere il mandante del brutale assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, avvenuto nel 2018 nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul.

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Più spazio all’arte e alla cultura

L’Arabia, governata fino a ieri dalle strettissime norme religiose della sharia, sta cercando di apparire un Paese più liberale. Più spazio all’arte e alla cultura, attenuazione delle rigide politiche di segregazione nei confronti delle donne. Sono state adottate riforme senza precedenti, come la possibilità per le donne di guidare. E anche sul fronte della musica sta cambiando qualcosa.

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Vision 2030, nuove sfide per l’Arabia

Fino a poco tempo fa, nel paese ultra-conservatore la musica dal vivo era bandita, i concerti vietati per scoraggiare la “mescolanza dei sessi” ed evitare di “aprire le porte al male”. Ma con la strategia politica della “Saudi Vision 2030”, che mira a diversificare l’economia saudita, anche l’industria dell’intrattenimento inizia ad avere la sua parte.

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Finalmente le cantanti sul palco

Il primo concerto “misto” organizzato in Arabia è stato nell’aprile 2018, quando l’Egyptian Opera House ha suonato nella capitale Riyadh. Nel dicembre dello stesso anno, la cantante libanese Hiba Tawaji è diventata la prima musicista donna a tenere un concerto nel Paese. Cinque anni dopo, sta diventando piuttosto comune vedere le donne sul palco.

Loulwa: “Le donne siano quello che vogliono”

Le donne iniziano a trovare voce nell’industria musicale saudita. Loulwa, una delle cantanti blues e soul di maggior successo in Arabia Saudita, ha confermato a Metro.co.uk di potersi finalmente esibire liberamente su un palcoscenico. La 35enne fino a poco tempo fa poteva cantare soltanto in spettacoli clandestini organizzati di nascosto a casa o nel giardino di qualche conoscente nella città portuale di Gdda. “Voglio consentire alle altre donne di essere ciò che sono e fare ciò che vogliono fare”, ha dichiarato la cantante al sito online.

Jara, la prima rapper saudita

La 25enne Jara, l’unica donna rapper in Arabia, ha sottolineato la sorpresa per un cambiamento impensabile fino a poco tempo fa: “Se pensi a com’era prima e com’è adesso, – ha detto a Metro.co.uk – non posso credere che sia successo tutto in meno di cinque anni. Per me, o qualsiasi altra donna del settore, ti sentivi come se stessi facendo qualcosa di sbagliato o che, come donna, non dovresti fare. Ma ora mi sembra che sia qualcosa che si fa con rispetto, a testa alta.”

La docuserie “Herstory”

Loulwa e Jara sono due delle 10 artiste presenti in una nuova docuserie intitolata “Herstory”, attualmente in onda sulla piattaforma di streaming araba Shahid, che racconta storie di donne arabe che stanno avendo un impatto nelle rispettive comunità locali.

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