L’ESA cerca astronaute e apre alla disabilità

Fino al 28 maggio 2021 ci si può candidare per fare gli astronauti e le astronaute. Anche chi ha disabilità è ammesso. Ecco i requisiti e come e dove fare domanda

«Diventare astronauta è stato un sogno che si è avverato». A dirlo è stata Samantha Cristoforetti, alias Astrosamantha, uno dei testimonial della campagna di selezione per nuovi astronauti e soprattutto astronaute dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea.

Il bando scade il 28 maggio 2021

Lei, che è stata la prima donna italiana a compiere una missione sulla Stazione spaziale internazionale e tra le poche europee a vantare di poter essere astronauta, è la dimostrazione che anche una donna può farcela in quella che fino a pochi anni era sembrava una missione impossibile. L’Esa, dunque, è a caccia di aspiranti nuove Samantha, con un bando che arriva a distanza di 11 anni dal precedente. L’ultima selezione risaliva, infatti, al 2008/2009. Ora il bando, aperto il 30 marzo e a cui è possibile aderire fino al 28 maggio, prevede per la prima volta anche la possibilità di candidarsi a persone con disabilità.

I candidati ideali

Se siete rimaste affascinate dalle immagini del rover su Marte o sognate di poter un giorno essere parte del selezionatissimo equipaggio in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale o sulla Luna, non potete farvi sfuggire questa occasione. Era da oltre 10 anni, infatti, che l’Esa non bandiva una selezione per nuovi astronauti e, soprattutto, con tanta attenzione alle possibili astronaute. L’ultima volta la quota femminile di candidati era pari ad appena il 16%. Per questo l’Agenzia spaziale europea ora esorta le donne a farsi avanti. L’unica astronauta in servizio attivo è infatti l’italiana Samantha Cristoforetti (gli altri 6 colleghi sono uomini) che, tra l’altro, si sta preparando per una possibile futura missione sulla Luna.  

I requisiti: titoli di studio e lingue straniere

I requisiti indispensabili sono la laurea (o titolo di studio equivalente) in Scienze Naturali (fisica, biologia, chimica, matematica), Ingegneria o Medicina. È preferibile avere un’esperienza lavorativa nel relativo campo oppure un’esperienza di volo attivo, per esempio se si tratta di personale proveniente dall’Aeronautica, in entrambi i casi di almeno tre anni. Non è però indispensabile, anche se può contribuire ad aumentare il punteggio, il fatto di avere alle spalle studi in campo aeronautico ed astronautico. Ciò che invece è considerato fondamentale, a prescindere dalla carriera di studi, è «eccellere in questo campo» e avere un’ottima conoscenza della lingua inglese parlata e scritta. La conoscenza di altre lingue straniere può essere un ulteriore punto a favore, soprattutto se si tratta del russo, che è la seconda lingua ufficiale a bordo dell’ISS e che quindi va comunque studiata durante l’addestramento per gli astronauti.

Le doti fisiche

Se pensate di dover essere delle Wonder woman vi sbagliate. «La valutazione dello stato di salute da un punto di vista sia fisico che psicologico è ritenuta una componente fondamentale per essere considerato un candidato ideale» spiega l’Esa. La selezione prevede condizioni fisiche tali da ottenere un certificato medico specifico (esame JAR-FCL 3, di Classe 2, rilasciato da un esaminatore certificato dalla corrispondente Autorità Medica Aeronautica Nazionale): non bisogna avere malattie o disturbi psichiatrici, né essere dipendenti da droga, tabacco a alcol; occorre avere capacità motorie normali e vedere al 100% (20/20) da entrambi gli occhi con o senza necessità di lenti a contatto o occhiali da vista. Sono valutate anche le capacità cognitive e mentali che possono contribuire ad essere efficienti in un ambiente che tra l’altro «richiede una predisposizione alla socializzazione». Come chiarisce l’Ema, però, «non stiamo cercando atleti professionisti al massimo della forma fisica visto che una muscolatura eccessivamente sviluppata potrebbe risultare svantaggiosa per gli astronauti in assenza di peso». Nessuno sport in particolare è ritenuto più idoneo di altri, ma nei test fisici sono richiesti esercizi di corsa su tapis roulant e in bicicletta».

Nessuna quota rosa o distinzioni per le donne

«Non ci sono quote o posti riservati alle donne in alcun modo. La selezione avverrà in base all’idoneità e alle caratteristiche delle/dei candidate/candidati» chiarisce Antonella Costa, ESA HR Business Partner. «Fatta eccezione per alcuni esami medici specifici legati al genere, i requisiti fisiologici, medici ed educativi sono assolutamente identici. La forma fisica e quella cardiovascolare sono sempre valutate in maniera individuale e i valori target sono adattati alle differenze fisiologiche di genere» aggiunge l’esperta.

Come e dove presentare la domanda

Le candidature avvengono solo online attraverso il sito web dell’ESA (www.esa.int/astronautselection). Occorre pre-registrarsi fornendo i propri dati anagrafici e certificato medico relativo all’esame JAR-FCL 3, di Classe 2, rilasciato da un esaminatore certificato dalla corrispondente Autorità Medica Aeronautica Nazionale; in seguito il candidato riceverà una password per accedere a un questionario. La selezione prevede anche test psicologici in due fasi e colloqui, esami medici e, una volta nella “lista scremata” il reclutamento sarà fatto dal Direttore Generale dell’ESA.

Spazio aperto anche a chi ha disabilità

La novità di questo bando è la possibilità di partecipare anche per persone con disabilità: «L’idea è quella di ampliare l’inclusività, ma non predisponendo un’apposita selezione per para-astronauti: il nuovo programma Parastronaut feasibility project, infatti, prevede di poter inviare sulla Stazione Spaziale Internazionale persone con un certo grado di disabilità, come parte dello stesso equipaggio. Già in passato erano stati messi a punto appositi programmi per individui disabili, ma si riducevano alla mera messa in pratica di voli a gravità zero».

«La candidata o il candidato con disabilità al termine della selezione ci aiuterà a valutare le condizioni per includere nei lavori nello spazio astronauti e astronaute con disabilità fisiche – spiega Antonella Costa –  L’obiettivo è di selezionare una o più persone psicologicamente, cognitivamente, tecnicamente e professionalmente qualificate a diventare astronauta, nonostante le disabilità fisiche che normalmente impedirebbero loro di essere selezionate, proprio a causa dei requisiti imposti finora».

Le disabilità ammesse

«Le disabilità al momento ammesse sono: agli arti inferiori (a uno o entrambi i piedi a livello della caviglia; a una o entrambe le gambe al di sotto del ginocchio), pronunciata differenza nella lunghezza delle gambe (congenita o successiva a un trauma), bassa statura (<130 cm)» aggiunge l’esperta dell’Esa. «La diversità non deve fare riferimento solo a origine, età, bagaglio culturale o genere dei nostri astronauti, ma anche disabilità fisiche» ha spiegato Jan Wörner, direttore geneaale dell’Esa.

Riproduzione riservata