Fare l’insegnante all’estero

Se in Italia le docenti trattano sull’aumento di stipendio e attendono i “concorsoni”, per gli under 30 ci sono opportunità all’estero, offerte dal MIUR

Il mondo della scuola non conosce pace. Mentre in Italia si discute (ancora) di aumenti di stipendio (100 euro netti in busta paga), concorsi e stabilizzazione dei precari, per gli under 30 potrebbe essere molto più vantaggioso puntare all’estero: è lo stesso ministero dell’Istruzione, infatti, che offre la possibilità a giovani insegnanti italiani di lavorare in scuole europee durante il prossimo anno scolastico, con un bando che scade il 20 febbraio.

Italia “ferma”, meglio puntare all’Europa?

Per chi vuole scegliere l’insegnamento, la strada da percorrere è lunga prima di arrivare a una stabilizzazione. Entro metà marzo dovrebbero essere pubblicati i bandi di concorso per i precari, annunciati da mesi e che potrebbero presentare qualche novità relativa alle classi di concorso, introdotta dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. In ballo ci sono sia il concorso straordinario della scuola secondaria, sia quelli ordinari, le cui assunzioni potrebbero arrivare nel 2021 (o persino 2022). È stata la stessa Ministra, invece, ad annunciare che in busta paga arriveranno 100 euro netti nell’ambito del rinnovo del contratto scaduto, lasciando la parola ai sindacati. In questa situazione di incertezza, per i più giovani potrebbe essere più interessante puntare all’estero e all’Europa, lavorando come insegnante di italiano, o meglio Assistente di lingua italiana.

Il bando

L’apposito bando del MIUR 2020/2021 prevede l’assunzione di 264 Assistenti di lingua italiana all’estero. Le scuole si trovano in diversi paesi europei e i posti sono riservati ad under 30: «La selezione è rivolta a neolaureati magistrali under 30 che intendono partire per uno dei 7 Paesi del Programma: Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Germania, Regno Unito e Spagna” spiegano i responsabili del Ministero. «L’Assistente – precisa ancora il MIUR – affiancherà un insegnante di italiano negli istituti all’estero per un periodo da 6 a 8 mesi, a seconda del Paese scelto».

Dove andare

Rinnovato di anno in anno, il bando per il 2020/2021 conferma 264 posti a disposizione complessivi. La maggior parte riguarda la Francia, con 163 figure da selezionare. Si tratta anche della seconda meta più gettonata dagli aspiranti insegnanti, con 133 candidature giunte al 14 febbraio (lo scorso anno ne erano arrivate ben 273 complessive). Al primo posto nei desideri degli aspiranti insegnanti all’estero si trova però la Spagna con 21 posti disponibili e 234 candidature giunte a una settimana prima della scadenza del bando. Al terzo, invece, il Regno Unito, che a quanto pare non ha perso appeal nonostante la Brexit. In questo caso i posti disponibili sono però appena 6 (l’anno scorso ne hanno fatto richiesta in 281 aspiranti assistenti). Questi tutti i posti a disposizione, trai quali sceglierne uno soltanto: Austria 36, Belgio 3, Francia 163, Germania 28, Irlanda 7, Regno Unito 6 e Spagna 21.

I requisiti

«L’iniziativa rientra nell’ambito degli accordi interculturali con vari Paesi esteri. Il bando viene riproposto ogni anno e ha una lunga tradizione di alcuni decenni» spiegano dal Ministero. Per poter presentare domanda occorre avere la cittadinanza italiana, non aver compiuto 30 anni, non avere mai svolto in precedenza attività di Assistente di lingua italiana all’estero su incarico del MIUR, non avere rapporti di lavoro con amministrazioni pubbliche nel periodo interessato (settembre 2020-maggio 2021), essere in possesso di una laurea specialistica/magistrale tra quelle indicate dal MIUR: come Antropologia, Conservazione e restauro dei beni culturali, Filologia, Psicologia, Scienze della Politica, Scienze Pedagogiche, Storia, ma anche altre.

Viene anche chiesto di aver superato almeno due esami nella lingua o letteratura del Paese prescelto, durante il corso di studi accademici.

Quanto lavoro e che stipendio

Il lavoro, che consiste soprattutto in attività orale di insegnamento della lingua italiana, si svolge in «12 ore settimanali nelle scuole», i vincitori «riceveranno una borsa mensile che varia a seconda del Paese di destinazione. Il compenso è fissato dal Paese estero. Va da un minimo di 700 euro a un massimo 1.300 euro» con una media di poco più di 800 euro al mese, come spiegano dal MIUR.

In particolare, il compenso maggiore è previsto in Austria e per i posti a Londra (1.300 euro mensili netti), mentre per quelli in Scozia e nell’hinterland della capitale inglese le retribuzioni sono leggermente inferiori. In Belgio lo stipendio è di € 992,38, € 974,29 in Francia, € 918 in Irlanda, € 850 in Germania (dove è prevista anche un’assicurazione per malattia, infortuni e responsabilità civile, stipulata dall’autorità tedesca che gestisce il programma), € 700 in Spagna, come chiarito nell’allegato A del bando.

Anche altre opportunità

Puntare all’estero, dunque, può rappresentare un’opportunità per i giovani, che da un lato hanno la possibilità di lavorare insegnando, dall’altro di vivere un’esperienza all’estero migliorando la conoscenza della lingua straniera, da poter capitalizzare anche al ritorno in Italia. Non si tratta, comunque, dell’unica possibilità oltre confine. Ad esempio, anche l’Organizzazione europea per la Ricerca Nucleare offre periodicamente posti per diplomati e laureati presso il Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire (CERN) a Ginevra, sede di ricerche e scoperte scientifiche di primissimo piano (come quello sul bosone di Higgs). In questo caso si richiede una formazione scientifico-ingegneristica (studenti di Fisica, Ingegneria, Informatica o Matematica), una buona conoscenza dell’inglese, mentre è gradito ma non necessario il francese. Con il Summer Student Programme, ad esempio, si possono trascorrere da 8 a 13 settimane presso il CERN partecipando a incontri, seminari e attività con scienziati e ingegneri di tutto il mondo, ottenendo un’indennità quotidiana (90 franchi svizzeri, circa 83€ al giorno), assistenza sanitaria e nella ricerca di un alloggio.

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