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Facebook, cosa succede al proprio profilo quando si muore

È il sogno dell’uomo, quello dell’immortalità, e se la scienza e la medicina hanno permesso finora di allungare la vita, è dai social e in particolare da Facebook che arriva la soluzione per far sì che non tutto finisca con la morte, almeno virtualmente. Vi siete mai chiesti cosa succede al proprio profilo, una volta passati a miglior vita? Ebbene, il social di Mark Zuckerberg permette in qualche modo di “sopravvivere”, trasformando la piattaforma in una sorta di immenso cimitero online che ospita qualcosa come 50 milioni di utenti “deceduti”. Ecco come.

Il caso: la madre che teneva in vita il figlio

Il dolore per la scomparsa di una persona cara porta a tentare ogni strada, pur di tenerne vivo il ricordo, proprio come accaduto a una donna che, conoscendo la password del figlio Luca morto lo scorso luglio scivolando sul Cervino, ha continuato a interagire sulla sua bacheca: rispondeva ai messaggi e postava contenuti come se il ragazzo 22enne, originario del Piemonte, fosse ancora vivo. Almeno fino a che gli amministratori del social non si sono accorti che il giovane era scomparso e le hanno bloccato l’accesso, trasformando l’account in “commemorativo”. Lei non si dà pace, “quella pagina era la mia isola, era un piccolo rifugio senza pretese” spiega, ma le regole di Facebook parlano chiaro.

Cosa succede quando si muore

Nella vita reale il decesso di una persona rappresenta anche la fine della sua esistenza ai fini fiscali o finanziari, per esempio con la chiusura del suo conto in banca. Per l’account Facebook, invece, è possibile scegliere se eliminarlo o renderlo commemorativo, prima che il “giorno fatale” sopraggiunga. A meno che non si scelga di voler cancellare ogni traccia di sé al momento della propria scomparsa, infatti, la propria bacheca potrà continuare a ospitare foto, ricordi e pensieri di amici e parenti. Accanto al nome del titolare dell’account, infatti comparirà la scritta “In ricordo di …”, con tanto di rosa blu, come nel migliore dei cimiteri (virtuali).

Sul diario, quindi, gli amici potranno continuare a scrivere e postare contenuti, o condividere quelli del defunto che resteranno visibili. L’unica vera differenza è che il profilo commemorativo non permetterà – ovviamente – di apparire in spazi pubblici, come quelli dei promemoria dei compleanni o di inserzioni.

In caso si voglia scomparire dal mondo virtuale insieme a quello terreno, invece, sarà sufficiente accedere al proprio account Facebook, andare in alto a destra e cliccare “Impostazioni”. A questo punto andrà selezionata la voce “Protezione/Contatto erede” nel menù sinistra e bisognerà cliccare su “Eliminazione dell’account”, seguendo le istruzioni che compariranno sullo schermo.

Per i meno scaramantici che non temono di affrontare il tema della morte in anticipo, però, è anche prevista la possibilità di nominare un “erede”, proprio come in un reale testamento, al quale viene affidata la gestione del proprio profilo post mortem.

La nomina di un “erede”

Se Foscolo era stato costretto a scomodare la poesia come unico strumento per immortalare il ricordo di una persona dopo la sua morte, nell’era 2.0 le moderne “urne dei forti” sono state sostituite dalle bacheche del web e i “Sepolcri” commemorativi sono rappresentati proprio dai social. E’ infatti possibile scegliere di nominare un proprio “erede” che si occupi di gestire l’account del defunto, per commemorarne e mantenerne sempre viva la memoria.

“Questa persona sarà in grado di completare alcune azioni, tra cui fissare un post in alto nel tuo diario – si legge sul regolamento di Facebook – rispondere a nuove richieste di amicizia e aggiornare le tua immagine del profilo. Non sarà in grado di creare nuovi post a nome tuo o vedere i tuoi messaggi”.

È questa la sostanziale differenza tra ciò che può fare l’erede e chi si sostituisce al titolare dell’account, come capitato alla madre del ragazzo italiano scomparso o ai genitori di una 15enne tedesca, sul cui caso si è pronunciato persino il Tribunale di Berlino, che ha chiarito: “Gli eredi non hanno il diritto di leggere i messaggi su Facebook dei familiari deceduti”.

Per nominare un erede basta aprire la propria pagina Facebook, selezionare “Impostazioni” dal menù in alto a destra e cliccare sulla voce “Protezione”: qui occorrerà scegliere “Modifica” e quindi “Contatto erede”. Selezionando “Invio” si farà sapere all’amico/familiare prescelto di averlo nominato erede. Si potrà comunque modificare la propria scelta, in caso si cambiasse idea, rimuovendo o impostando un altro nome.

Il gruppo “In memoria…”

Amici e familiari che vogliano continuare a ricordare insieme una persona cara scomparsa possono, però, anche creare un gruppo, che rappresenterà uno spazio nel quale condividere ricordi sul defunto. In questo caso è sufficiente selezionare l’opzione “Crea un gruppo” in alto a destra, scegliere un nome e impostare le modalità relative alla privacy che si preferiscono. Infine, cliccando su “Crea” il gruppo sarà attivo e vi si potrà abbinare un’immagine di copertina, aggiungendo una descrizione.

Un “cimitero virtuale”

Secondo gli esperti sono 50 milioni i decessi che si registrano ogni anno su Facebook: un numero enorme, se di pensa che il Wadi al-Salam, considerato il più grande cimitero (islamico) al mondo, ospita un decimo di defunti, ovvero 5 milioni. In ogni caso il numero di persone scomparse, ma pur sempre “presenti” nelle commemorazioni sul social, sembra destinato ad aumentare: secondo Hachem Sadikki, candidato al dottorato presso la Massachusetts University, entro la fine del 2098 su Facebook potrebbero esserci più morti che vivi, perché la popolazione tende ad invecchiare e la piattaforma sembra privilegiata da utenti più “anziani” rispetto ai giovani, che invece si stanno orientando su social di messaggerie istantanee.

E su Twitter?

Anche per gli amanti dei cinguettii virtuali esiste la possibilità di nominare una sorta di “delegato”, ma solo per poter chiudere l’account. Come nella vita, però, è richiesto di seguire alcune procedure, come la compilazione di un’apposita domanda online corredata da certificato di morte della persona titolare del profilo e da documento d’identità di chi è autorizzato a disattivare l’account stesso.

Amici stretti o familiari possono comunque chiedere di rimuovere alcune immagini della persona scomparsa, se si verificano particolari circostanze e sempre previa richiesta scritta.

Google, Gmail e Apple

Eliminare un account Google e Gmail il cui titolare sia scomparso è possibile, anche se esistono forti limitazioni per quanto riguarda l’accesso alle informazioni del defunto. “Ci rendiamo conto del fatto che molte persone non lasciano istruzioni chiare per la gestione dei loro account online prima di passare a miglior vita” spiega Google, che aggiunge: “Possiamo collaborare con parenti stretti e rappresentanti per chiudere in alcuni casi gli account online di utenti deceduti“.

Pur potendo fornire alcune informazioni a una persona autorizzata dal defunto, però, Google tiene a precisare che “la nostra responsabilità principale è tenere al sicuro e private le informazioni dei nostri utenti. Non possiamo fornire password o altri dettagli di accesso. Qualsiasi decisione di soddisfare una richiesta relativa a un utente deceduto verrà presa soltanto in seguito a un attento esame”.

Una politica analoga è seguita da Apple che permette, accedendo al proprio account, di specificare nelle informazioni di contatto anche indirizzi mail o numeri di telefono aggiuntivi: per chi volesse disattivare il proprio account post mortem è possibile quindi inserire i riferimenti di parenti o amici stretti autorizzati a modificare le impostazioni o cancellare ogni traccia del defunto.

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