Signal e Telegram, le app di messaggistica alternative a WhatsApp

Dopo le polemiche sulla notifica inviata da Whatsapp è boom per le altre app di messaggistica Signal e Telegram. Come funzionano e che garanzie offrono

L’onda lunga delle polemiche sulle nuove condizioni di privacy di WhatsApp che hanno generato confusione negli utenti sebbene pare non comportino particolari conseguenze, ha avuto come effetto un boom di download per app di messaggistica alternative, in particolare per Signal e Telegram.

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Signal e Telegram sono rispettivamente la prima e la seconda applicazione nella classifica delle più scaricate dagli store Apple e Google, secondo il rapporto di Apptopia e Sensor Tower. Solo domenica 10 gennaio è stata scaricata da 810mila persone nel mondo. Entrambe prevedono la cancellazione automatica delle conversazioni e permettono di creare gruppi (con Telegram fino a 200mila utenti) e in modalità criptata. Ecco le loro caratteristiche.

Cos’è Signal

È una app di messaggistica creata nel 2013 da un gruppo di attivisti che volevano sviluppare un’applicazione che tutelasse maggiormente la privacy e non avesse scopo di lucro. È quindi gestita da una fondazione e non da un’azienda privata, finanziata da una serie di donatori e tra i fondatori c’è Brian Acton che, dopo aver partecipato alla nascita di WhatsApp, nel 2017 l’ha abbandonata in disaccordo con la gestione di Facebook, che l’aveva acquisita tre anni prima. La Signal Foundation, dunque, dichiara di non mirare a incrementare i ricavi pubblicitari tramite la profilazione.

L’unico dato che Signal tiene sul server è il giorno in cui l’utente effettua la connessione alla piattaforma. Tutto il resto, la conversazione, le foto profilo, la localizzazione, i file inviati, non vengono memorizzati. Il backup delle conversazioni resta sul dispositivo dell’utente. Le chat e le videochiamate sono protette da crittografia, cioè non possano essere intercettati nemmeno dagli stessi gestori dell’applicazione.

Ha ancora pochi utenti, ma tra quelli che ne hanno caldeggiato l’uso c’è Elon Musk, il fondatore di Tesla e Space X, il cui tweet è stato ripreso anche da Edward Snowden, ex informatico della Cia, poi consulente della NSA, che con le sue rivelazioni ha dato il via all’inchiesta Datagate sulla sorveglianza di massa di cittadini da parte di alcuni governi. Agli esperti piace perché è “open source”, ovvero il suo codice è aperto a chiunque volesse leggerlo.

La riservatezza, quindi, sarebbe uno dei punti di maggiore forza della app, insieme alla possibilità di attivare la funzione dei messaggi a scomparsa, che si auto-cancellano dopo un certo tempo.

Pro e contro di Signal

Ciò che più viene apprezzato di Signal è proprio la possibilità di far scomparire i messaggi, che non sono conservati neppure su un server centrale, insieme all’opzione di poter fare chiamare o chattare in modalità anonima, senza che compaia il numero telefonico (ma occorre un Pin d’accesso alla funzione). Tra gli svantaggi, invece, il fatto di avere poca copertura di rete in assenza di wi-fi e un numero ancora limitato di utenti che usano la App.  

Cos’è Telegram

Telegram è più un social che una app di messaggistica ed è un mondo molto più complesso di Whatsapp. Per questo, nell’elenco dei contatti troverete in automatico la voce “Telegram”, che fornisce istruzioni chiare sulla app e che comunica gli aggiornamenti e le novità. All’interno è possibile creare gruppi e canali ai quali si può accedere anche senza possederne l’utenza telefonica nella propria rubrica. Telegram, che appartiene a una società fondata nel 2013 dal russo Pavel Durov e ha sede a Dubai, è molto apprezzato per l’attenzione alla privacy. Le impostazioni permettono, per esempio, di nascondere il proprio numero telefonico e omettere il nome utente. Nelle impostazioni però si può decidere se essere cercati anche da chi non conosce il nostro numero di telefono: a chi ci vuole contattare basterà mettere @ davanti al nome o al nickname con cui ci siamo registrati. Altra prerogativa apprezzata: non è possibile essere inclusi in gruppi e canali senza aver dato l’autorizzazione. Da questa estate è possibile fare videochiamate singole, cioè tra due utenti.

Una differenza sostanziale rispetto a Whatsapp è che Telegram non protegge le conversazioni “classiche” con la crittografia end-to-end (una comunicazione cifrata nel quale solo le persone che stanno comunicando possono leggere i messaggi) ma tutto viene salvato in cloud. La segretezza di queste conversazioni non è quindi garantita in assoluto.

Pro e contro di Telegram

Il salvataggio in cloud rende l’app più leggera per la memoria dello smartphone e permette di inviare immagini, video, audio, GIF e file anche molto pesanti fino a 2 gigabyte. Un grande pregio che l’ha resa però la app preferita per condividere illegalmente film, serie tv, musica, persino giornali e libri. Scaricare i contenuti pirata magari è semplice ma, oltre che illegale, è rischioso, dal momento che non è possibile sapere che materiale (magari infettato da malware) si sta ricevendo sul proprio dispositivo.

La crittografia end-to-end è usata anche da Telegram nelle chat segrete. Nonostante il nome che fa immaginare chissà quale mistero, è una funzione semplice e accessibile a qualsiasi utente: basta cliccare sul nome con cui si vuole chattare, poi sui tre puntini a destra e selezionare nel menu “Avvia chat segreta”. Qui la conversazione non è salvata in cloud ed è leggibile da un solo dispositivo, quello su cui è stata creata. In caso di disconnessione, il contenuto si cancella. I messaggi possono essere eliminati manualmente sul proprio dispositivo e anche su quello dell’interlocutore, che viene però avvisato. Infine, si può attivare un timer per decidere quando la chat eliminerà automaticamente i contenuti.

Le conversazioni classiche salvate in cloud possono invece essere sincronizzate e fruite anche su web e su più dispositivi contemporaneamente.

I gruppi di Telegram possono comprendere fino a 200 mila membri, mentre i canali hanno capienza illimitata. Possono essere sia pubblici sia privati e permettono agli amministratori di comunicare in modalità uno-a-molti. È quindi possibile seguire in forma di blog o podcast dalle news allo sport, alla cucina, alla musica… praticamente qualsiasi argomento. Nei gruppi pubblici si può entrare liberamente, in quelli privati bisogna essere invitati tramite un link. Di recente Pavel ha annunciato l’imminente arrivo di annunci pubblicitari nei canali pubblici per sostenere le spese di gestione della app che ormai vola oltre i 500mila utenti.

Canali e gruppi sono un pregio con un risvolto oscuro perché sono stati sfruttati da hacker, terroristi, pedofili per comunicare tra loro rimanendo anonimi e attirando su Telegram l’attenzione degli esperti di sicurezza informatica che hanno denunciato il proliferare di attività illecite di ogni tipo. Ad aprile 2020 proprio in Italia è scoppiato il caso dei canali di revenge porn, un fiume di chat con foto e video di atti erotici e sessuali pubblicati senza consenso, anche su minori.

Messenger di Facebook

Rispetto ai due precedenti, Messenger di Facebook ha sicuramente più utenti, offre la possibilità di scrivere testi anche lunghi e con allegati di vario tipo, ma ha il limite di conservare tutti i dati (e metadati) delle conservazioni, incrociandoli con le preferenze (i “like” su Facebook) e le ricerche effettuate sul social analizzando le parole-chiave.

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