Fibromialgia, occhio all’intestino e al microbiota

Gli ultimi studi dimostrano il legame tra le alterazioni del microbiota e la fibromialgia. Specifici sintomi dipendono da eccesso o carenza di specie particolari di batteri. Ecco perché la dieta è fondamentale

La fibromialgia è una sindrome reumatica che colpisce in Italia due milioni di persone, di cui 9 su 10 sono donne. Anche se riconosciuta come malattia in tutto il mondo, nel nostro Paese non lo è ancora nella pratica perché non inserita nei Lea (i Livelli essenziali di assistenza), che garantirebbero l’esenzione in tutto o in parte dal pagamento di visite, esami, terapie.

Di questa malattia invisibile  che non lascia segni sul corpo, noi di Donna Moderna ci occupiamo da tempo, raccogliendo le vostre storie e aggiornandovi sulle ultime novità dalla ricerca in fatto di diagnosi e cure. Uno degli ambiti più studiati riguarda le cause della malattia, che sono a tutt’oggi controverse.

Il legame tra fibromialgia e colon irritabile

Negli ultimi tempi si dedica molta attenzione al legame tra la malattia e l’alterazione del microbiota intestinale (l’insieme dei microrganismi che vivono nel nostro intestino). «Oltre ai disturbi a carico di ossa, muscoli e articolazioni, la fibromialgia può “ripercuotersi” anche sull’apparato digerente. Il 70% dei pazienti che presentano diagnosi di colon irritabile sono poi classificabili come fibromialgici, e viceversa» spiegano Martina Toschi e Sara Giannini, , biologhe nutrizioniste, autrici del libro L’alimentazione corretta nelle diverse patologie (Tecniche Nuove). «Una parziale conferma di quanto ricercatori e clinici ipotizzano da tempo: i legami tra le malattie reumatiche, i disturbi del tratto digerente e la disbiosi sono ben più profondi di quanto si possa immaginare. Questi disturbi infatti hanno alla base meccanismi infiammatori molto simili e sono in stretta relazione con la produzione di neurotrasmettitori, per esempio la serotina».

Le alterazioni del microbiota alla base dell’infiammazione

Il microbiota sembrerebbe essere fortemente implicato nell’insorgenza della fibromialgia. «Come diversi studi hanno dimostrato, la popolazione microbica intestinale è in grado di influenzare la nostra salute a più livelli grazie alla stretta relazione tra sistema nervoso centrale e sistema nervoso autonomo (quello che “fa funzonare” l’intestino). In particolare, se la qualità e quantità di questi microbi è alterata, si possono verificare gravi anomalie nella regolazione dei processi infiammatori coinvolti nello sviluppo della fibromialgia» spiegano le autrici.

La disbiosi: una causa della fibromialgia

Nel paziente fibromialgico diversi studi hanno dimostrato la presenza di disbiosi che, invece di essere considerata uno dei molteplici sintomi, può a tutti gli effetti essere individuata come una causa della malattia. «Nel 2004, per la prima volta un gruppo di ricercatori ha dimostrato la relazione tra alterazione del microbiota nell’intestino tenue e fibromialgia grazie al breath test: nel 100% (42/42) dei pazienti fibromialgici inclusi nello studio si registrava una sovracrescita batterica nell’intestino tenue. L’aumento dei ceppi batterici e la loro proliferazione sono stati evidenziati in altri studi che hanno confermato il rapporto tra la disbiosi della flora batterica intestinale e la presenza della malattia» proseguono le dottoresse.

A ogni alterazione corrisponde un sintomo

Numerose sono le specie batteriche alterate nell’intestino di chi soffre di fibromialgia. «Alcune specie sono in abbondanza, come Faecalibacterium, Roseburia, Dorea, Coprococcus, Clostridium, Ruminococcus e Coprobacilli» spiegano le esperte. «L’aumento di questi ceppi batterici è anche associato a una maggiore concentrazione di Bacteroides. E mentre alcune aumentano, altre diminuiscono, come Firmicutes. In realtà la prevalenza o carenza di ceppi specifici è strettamente associata alla prevalenza di uno dei sintomi caratteristici della fibromialgia. Ad esempio, l’aumento dei Bacteroides è associato alla stanchezza cronica, l’aumento dei Ruminococcus alla riduzione della serotina a livello ematico, l’aumento dei Coprococcus è legato a una riduzione dei livelli di vitamina D, la riduzione di Lactobaculli e Bifidobatteri ad ansia e depressione e così via».

La dieta giusta e su misura

L’equilibrio e la salute del nostro microbiota intestinale sono fortemente influenzati dalla dieta. «Varie ricerche confermano che i sintomi della fibromialgia possono migliorare grazie a una dieta mirata» concludono le nutrizioniste. «La dieta per la fibromialgia deve basarsi su un’alimentazione antinfiammatoria specifica, personalizzata e ottimizzata a seconda dei disturbi intestinali della singola persona ammalata».

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