Ictus: cosa puoi fare subito per salvarti

L’ictus è una malattia che oggi colpisce oltre 200.000 persone all’anno e cambia drammaticamente la vita. Anche quella dei familiari, perché in Italia è la prima causa di disabilità.

Eppure, sono sufficienti tre regole per prevenire circa otto casi su dieci di ictus: tenere sotto controllo l’ipertensione, curare la fibrillazione atriale, stare attenti all’alimentazione. Lo dicono gli esperti di Alice, l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale. «Seguire queste regole, oltre che a prevenire, serve a limitare i danni nel caso si venga colpiti da un ictus» spiega Stefano Paolucci, direttore dell’Unità operativa complessa di neuroriabilitazione della fondazione Santa Lucia di Roma. «È un dato importante. Perché significa abbassare il rischio di grave disabilità, un problema che oggi riguarda la metà di chi subisce un attacco». Ma cosa devi fare in pratica? Ecco i consigli degli esperti.

Tenere bassa la pressione 

Se i valori della pressione superano i 140 per la massima e i 90 per la minima, la pressione va abbassata. Perché l’ipertensione danneggia le arterie, anche quelle che portano il sangue al cervello. «Il rischio di ictus si può addirittura dimezzare» assicura l’esperto. «Ma è indispensabile correggere gli stili di vita errati, che quasi sempre sono associati all’aumento della pressione. E, se necessario, seguire una cura antipertensiva ad hoc». Non sai a chi rivolgerti? Cerca il centro specializzato più vicino sul sito della società italiana ipertensione (www.siia.it/centri-e-ambulatori/).

Tenere d’occhio il battito cardiaco

Se da un paio di mesi ti accorgi che il battito del cuore è accelerato, occorre andare dal cardiologo. Potrebbe essere la spia della fibrillazione atriale, un’ importante aritmia. «Può aumentare da tre a cinque volte il rischio di ictus» sottolinea il professor Paolucci. «E soprattutto delle forme più gravi. Ma per fortuna è un pericolo che si può gestire. La cura consiste in farmaci antiaritmici che stabilizzano gli impulsi elettrici anomali del cuore e lo aiutano a ritrovare la sua stabilità».

Attenzione al girovita

Se il girovita supera gli 88 centimetri, occorre passare al contrattacco. Si è visto che l’accumulo di grasso sull’addome è il più pericoloso perché porta alla produzione di sostanze che danno il via allo sviluppo delle malattie cardiovascolari e quindi anche dell’ictus. «Bisogna correggere l’alimentazione » dice l’esperto. «Basta aumentare il livello degli acidi grassi insaturi per perdere peso localmente e abbassare il pericolo di ammalarsi. Il che significa, mangiare pesce almeno tre volte alla settimana, eliminare i formaggi e consumare cereali integrali, verdura di stagione e legumi»

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