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Lucia Vollaro, la preside di frontiera che lotta contro l’abbandono scolastico
Nei suoi primi 40 anni Lucia Vollaro, napoletana con un debole per gli abiti colorati, ha sempre fatto scelte controcorrente. Laurea e dottorato in Microbiologia, avrebbe potuto lavorare come ricercatrice all’estero: ha deciso di insegnare in scuole di quartieri difficili come Poggioreale, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio. E quando ha vinto il concorso per dirigente scolastico, invece che per un istituto della “Napoli bene”, ha optato per la Virgilio IV di Scampia: materne, elementari e medie all’ombra delle famigerate Vele, con una dispersione scolastica del 25%. «Questi ragazzi manifestano un disagio che bisogna affrontare. Il mio ruolo è ascoltare e comprendere, solo così posso aiutarli» spiega Lucia. Che da quando è diventata preside qui, nel 2015, ha una regola: «Tienili in classe il più possibile». Con laboratori pomeridiani di falegnameria e sartoria, teatro e fotografia, danza e sport. Risultato: oggi il tasso di assenze è sceso sotto il 20%. «Se viene meno la scuola, sbiadisce l’idea di legalità» ripete lei, madre di una figlia adolescente, appena sente parlare di baby gang. «Bisogna combattere l’ignoranza per sconfiggere la criminalità». Guai, poi a parlarle di Gomorra: «Non sopporto questo stereotipo. Ogni città, ogni Paese, ha le sue periferie. I miei ragazzi non meritano di essere bollati come delinquenti».