La scorsa estate, la sua foto era diventata virale. Una ragazza, anche piuttosto minuta, seduta per terra e circondata da agenti in tenuta anti-sommossa. Indossa un giubbotto anti-proiettile e dei pantaloni verdi, in mano ha un quadernetto dal quale legge ad alta voce. Quella ragazza si chiama Olga Misik e ha 17 anni, il quadernetto che si porta dietro è la Costituzione russa, quella varata dal primo presidente della Russia post-sovietica, Boris Eltsin. E che, come ricorda il Corriere della Sera, è «lo stesso testo sul quale ha giurato Vladimir Putin ogni volta che è diventato presidente: nel 2000, nel 2004, nel 2012, nel 2018». Ora l’attivista russa arriva per la prima volta in Italia: giovedì 5 dicembre è infatti ospite di Più libri Più liberi, la fiera letteraria che si tiene presso la Nuvola di Fuksas a Roma.

Olga è originaria di Voskresensk, una cittadina a Sud di Mosca, ed era nelle strade della capitale a protestare per l’esclusione dei candidati indipendenti dalle elezioni municipali che si sono tenute lo scorso 8 settembre. Insieme a lei, un esiguo gruppo di attivisti guidati da Aleksej Navalny, che è stato però arrestato prima ancora che la protesta iniziasse e si è sentito male in carcere. Per lui si sospetta l’avvelenamento. «La situazione in Russia è estremamente instabile», ha detto la ragazza alla Bbc, «Le autorità sono chiaramente spaventate visto che stanno schierando le forze armate in diverse parti del Paese per inseguire i manifestanti pacifici. E la mentalità della gente è cambiata».

La studentessa ha anche specificato di non sentirsi particolarmente incline verso un partito politico: «Sono scesa in strada per me stessa e per le persone come me. Ho un atteggiamento neutrale nei confronti di Navalny e degli altri leader dell’opposizione, ma sostengo ciò che stanno cercando di fare». E cioè far rispettare il diritto a elezioni libere, come vuole la Costituzione. Olga sogna di studiare giornalismo e sa di non essere la tipica adolescente russa – «Non sono tante le ragazze e le donne in Russia che si interessano di politica. Solo quelle che vogliono diventare giornaliste. Io sono l’eccezione, non la regola», dice alla Bbc – ma è decisa a far sentire la sua voce. I servizi sociali si sono già presentati a casa sua per discutere del suo attivismo, perché in Russia è illegale partecipare a manifestazioni non autorizzate: è una norma che, di fatto, si traduce nel divieto di protesta, visto che i permessi per i cortei vengono concessi molto raramente e solo in zone periferiche e poco frequentate. Nonostante la comprensibile preoccupazione dei suoi genitori, però, Olga continuerà a protestare, con il desiderio, un giorno, di poter raccontare ai suoi connazionali e al mondo cosa sta succedendo nel suo Paese.