Olio di cannabis in menopausa: come usarlo

Olio di cannabis in menopausa: come usarlo

Le goccine ricavate dalla pianta della cannabis sembrano funzionare bene per i disturbi del sonno e l’ansia, le vampate della menopausa e la fragilità ossea. Ma la confusione su come utilizzarle è tanta. Abbiamo indagato

Un rimedio che ti dà una mano contro l’insonnia, l’ansia e tanti altri fastidi. Chi lo ha provato descrive così l’olio di cannabis. E sono in tanti a usarlo: basta digitare le tre paroline su google per trovare una valanga di siti web, social e forum che traboccano di recensioni e testimonianze di chi spiega come ha risolto piccoli e grandi disturbi.

«Diversi farmacisti mi confermano che gli acquisti sono in crescita e tra gli usi più frequenti c’è quello legato alla sindrome della menopausa» racconta Carla Ghelardini, ordinaria di Farmacologia all’università di Firenze e membro del Board sulle sostanze naturali della Società italiana di Farmacologia. L’esperta non è meravigliata dal boom di richieste. «Questa sostanza ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie ormai riconosciute, ed è proprio da qui che potrebbero derivare molti dei suoi benefici, anche quelli contro i disturbi legati alla menopausa».

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Cannabis, una sostanza discussa

Una premessa, però, è d’obbligo: nonostante le centinaia di studi che indagano gli effetti positivi della cannabis, per certi versi questa è ancora una pianta poco esplorata, e il solo pronunciarla evoca spesso scetticismo. Anche la comunità scientifica è divisa tra chi ne vanta le proprietà e chi sostiene che i suoi effetti calmanti e antidolorifici dovrebbero essere indagati meglio e con studi simili a quelli che si conducono sui farmaci. Inoltre, la pianta si porta dietro lo stigma di essere conosciuta soprattutto come sostanza dagli effetti psicotropi.

Ma qui va fatta una distinzione fondamentale: l’olio di cui parliamo in questo articolo non ha nulla di “stupefacente”, nel senso scientifico del termine, e ha ben poco a che vedere anche con i farmaci a base di cannabis che vengono prescritti per curare gli effetti secondari di malattie gravi, come la sclerosi multipla. Si tratta infatti di un prodotto che non contiene il tetraidrocannabinolo, conosciuto come Thc, cioè la sostanza psicotropa. E per questo viene comunemente venduto online, in erboristeria e farmacia senza ricetta medica.

Quali sono i benefici dell’olio di cannabis?

Ma allora perché dovrebbe far bene a tutti e in particolare alle over 50? Torniamo a sentire l’esperta di farmacologia. «Non ci sono studi che leghino esplicitamente l’olio di semi di cannabis alla menopausa, ma questa sostanza svolge un’azione antiossidante, ormai riconosciuta» spiega. «In più è ricco di vitamina E, che protegge le cellule combattendo lo stress ossidativo, ed è essenziale per la mineralizzazione ossea. Contiene Omega 3 e 6, efficaci contro il colesterolo cattivo e ha un effetto protettivo verso l’endotelio, il rivestimento dei vasi sanguigni, che è responsabile delle vampate di calore».

Insomma, per certi versi sembra proprio un mix di sostanze benefiche pensate apposta per le over 50 e non solo. C’è una sostanza propria della pianta, il cannabidiolo, conosciuto con la sigla Cdb, che ha un riconosciuto potere antinfiammatorio, ansiolitico e analgesico. «Alcuni studi hanno dimostrato che è in grado di ostacolare la produzione di citochine, che sono alla base delle infiammazioni, ed è utile nel calmare i dolori come il mal di schiena» prosegue la docente. «Molte donne affermano anche di riuscire a dormire meglio quando lo assumono e questo è dovuto alla convalidata efficacia ansiolitica del Cbd. Certo, non ha proprietà sedative come la valeriana o la passiflora, ma predispone a un sonno ristoratore. E l’unico effetto negativo è semmai un leggero aumento dell’appetito».

Olio di cannabis in menopausa: come usarlo

Attenta alla scelta dell’olio di cannabis

Non tutti gli oli in commercio però sono uguali. A spiegarcelo è Francesco Crestani, specialista in anestesia e rianimazione ed esperto di cannabis terapeutica e terapia del dolore. «Da una parte esiste l’olio di semi di canapa, venduto anche come condimento nei negozi di prodotti biologici. Non contiene Cdb, ma è la parte più ricca di Omega 3 e Omega 6 e antiossidanti e può essere usato nella dieta a crudo come forma di prevenzione contro il colesterolo».

Ma se a interessarci è l’effetto calmante o analgesico, serve quello che contiene Cdb, venduto sotto forma di integratore. «Si tratta di olio vegetale, il più delle volte proveniente da altre piante, a cui viene aggiunto estratto di Cdb in concentrazioni diverse, viene assunto per lo più sotto forma di gocce o in capsule». Qui la scelta non è semplice. In commercio, specie online, esistono decine di marchi diversi, e concentrazioni che vanno dal 3 a oltre il 50% di Cbd, con prezzi da 30 euro fino ai 160 e oltre in quelli a più alte concentrazioni. «Il problema è che questi prodotti non sono registrati come integratori» avverte il dottor Crestani. «Si fanno meno controlli, ed è difficile orientarsi per trovare un’azienda affidabile. Ci sono molte incognite sulla qualità della pianta, sui metodi di estrazione, persino sulle reali concentrazioni della sostanza».

Il consiglio degli esperti è quello di affidarsi a un medico esperto che decida la terapia e indichi un produttore affidabile, oppure rivolgersi direttamente a un farmacista. «Diverse farmacie» consiglia la dottoressa Ghelardini «possono preparare in laboratorio capsule o olio di canapa contenente Cbd: deve essere certificato e quindi offre una garanzia di qualità».

L’olio di cannabis non ha effetti collaterali

Se c’è una cosa che mette d’accordo tutti gli esperti è che olio di cannabis e Cbd non sono rischiosi per la salute. «Il cannabidiolo e gli oli di canapa hanno un buon profilo di sicurezza, a oggi non abbiamo registrato effetti importanti» dice Gioaccino Calapai, ordinario di Farmacologia e tossicologia dell’Università di Messina. «Il vero limite è che non esistono studi approfonditi sugli effetti ansiolitici e antipsicotici, che dimostrino l’efficacia a certi dosaggi. Gli unici di questo tipo sono quelli condotti per l’autorizzazione di un antiepilettico a base di cannabidiolo, utilizzato nei bambini. Ma gli studi continuano. Un’area promettente è la gestione del dolore».

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Che differenza c’è tra l’olio di cannabis e di canapa?

Come abbiamo visto, l’olio di cannabis contiene CBD e questa è la principale differenza con l’olio di canapa: quest’ultimo, infatti, non ha una formulazione chimica che prevede cannabinoidi. Anche se la canapa, tecnicamente, è cannabis, va detto che la maggior pare delle varietà di cannabis contengono THC, mentre la canapa ne contiene un livello bassissimo. Inoltre, l’olio di cannabis viene estratto da alcune parti della pianta, come foglie, fiori e steli, mentre l’olio di canapa si ricava soltanto grazie alla spremitura dei semi, che non contengono CBD. L’olio di canapa è particolarmente indicato, grazie alle sue proprietà lenitive e idratanti, per trattare e ridurre inestetismi della pelle, come acne, eritemi, psoriasi e scottature. 

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