Olio extravergine frantoio

La truffa dell’olio extravergine: ecco come difendersi

L'etichetta non diceva la verità sul contenuto: l'olio non era extravergine. Dopo l'ennesima frode nel settore alimentare, ecco una guida essenziale all'acquisto di olio sicuro per le nostre tavole

Sull’etichetta c’era scritto “Olio extravergine di oliva”, in realtà era semplice olio di oliva. È “frode in commercio” il reato che la procura di Torino contesta ai rappresentanti legali di una decina di aziende del settore. Da analisi di laboratorio sui campioni prelevati dai carabinieri del Nas, si è scoperto che l’etichetta non diceva la verità sul contenuto e quel prodotto non era pregiato come invece lasciava credere l’etichetta. Ma quante di voi leggono le informazioni sulla confezione e ci capiscono qualcosa?

Olio vergine ed extravergine. Alla voce “Denominazione di vendita” troviamo un’informazione essenziale per il consumatore: chi compra deve sapere se ha in mano una bottiglia di extravergine d’oliva (ottenuto direttamente dalle olive e solo con processi meccanici), olio di oliva vergine (ottenuto dalle olive e solo con procedimenti meccanici, ma non di ottima qualità), olio di oliva ( da oli raffinati, cioè trattato chimicamente, e oli di oliva vergini), olio di sansa di oliva. Queste distinzioni sono anche una classifica: il primo tipo di olio è il più pregiato. Poi la qualità cala. E con esso, si abbassa anche il prezzo.

Dove viene prodotto. È obbligatoria l’indicazione del frantoio e della provenienza delle olive per olio vergine ed extravergine. Non lo è per gli altri due tipi. Ci possiamo trovare di fronte a situazioni molto ibride come Olio extravergine (o vergine di oliva), ottenuto in un paese dell’Unione Europea da olive raccolte in altro paese, anche extra Ue. Oppure possiamo anche acquistare prodotti a “Denominazione di origine protetta” o a “Indicazione geografica protetta”, che sono un buon indicatore di olio di qualità. In Italia, abbiamo 25 oli extravergine tipici: 24 Dop e un Igp.

Valori nutrizionali. Dal 2016 saranno informazioni obbligatorie da apporsi in etichetta, quelle riferite ai valori nutrizionali di un prodotto. Per l’olio, va indicato su 100 grammi il quantitativo di energia e di grassi. Date un occhio a questi dati: prodotti con acidi grassi monoinsaturi, come l’olio, se assunti correttamente, abbassano colesterolo e trigliceridi. Inoltre, contengono vitamina E, un importante antiossidante. Attenzione, però, alla quantità. Il nostro fabbisogno giornaliero di è di circa 2mila kcal. Con un cucchiaio d’olio siamo a quota 90 kcal.

Sicurezza. L’olio extravergine di oliva è quello più spesso coinvolto in contraffazioni. L’olio tarocco viene di solito proposto “porta a porta” da frettolosi venditori. Oppure in larghe partire a ristoranti e mense, giocando sul prezzo. Ecco, un buon trucco per accorgersi è proprio il prezzo di vendita. Siate sospettose se trovate un extravergine a meno di 4 euro al litro. Per un prodotto genuino, fate affidamento alle etichette Dop e Igp.

Data di scadenza. Altra informazione importante sull’etichetta è la data di produzione. La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” ci dice quando è stato imbottigliato: generalmente 12-18 mesi prima. Insomma, l’olio non è come il vino, si deperisce anche se chiuso, perché perde le sue caratteristiche chimiche e nutrizionali.

Come comprare quello giusto. Ecco alcune dritte: acquistarlo in negozi che assicurino un ricambio frequente; preferire un olio confezionato in bottiglia di vetro verde, in lattina o con bottiglia confezionata in cartone (così è protetto dagli effetti dannosi della luce); conservarlo in casa al buio se di vetro trasparente (o ricoprire la bottiglia con un foglio di carta d’alluminio), tenerlo ben chiuso, per evitare il contatto con l’aria, e lontano da forno e fornelli, perché gli sbalzi di temperatura accelerano le degradazioni.

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