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Prefetto: “Stop riconoscimenti dei figli delle coppie Lgbt”

A Milano arriva uno stop per le Famiglie Arcobaleno: la decisione è stata presa dalla Prefettura. Dura la reazione del sindaco Beppe Sala

«Quando gli altri non si muovono, devo sentire il dovere di fare la mia parte». Con queste parole Beppe Sala, lo scorso luglio, aveva deciso di colmare un vuoto legislativo ed era intervenuto là dove Parlamento e Governo erano rimasti silenti, riprendendo il riconoscimento dei figli delle coppie Lgbt. Ora però è arrivato lo stop del prefetto: ecco cosa sta succedendo a Milano.

Stop a riconoscimento figli delle coppie Lgbt: la decisione

Il prefetto di Milano ha chiesto al sindaco di interrompere alla nascita il riconoscimento dei figli delle coppie Lgbt. Restano validi i certificati erogati finora e se il comune continuasse si rivelerebbe necessario l’intervento della Procura per annullarli.

La decisione arriva dal Ministero dell’Interno e parte dal recepimento della sentenza numero 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite. La Cassazione blocca le trascrizioni dei certificati dei figli di due padri nati all’estero con maternità surrogata. Tuttavia il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha imposto un ulteriore stop. Saccone, infatti, ha chiesto al comune di interrompere anche i riconoscimenti dei bambini nati da due madri in Italia (grazie alla fecondazione eterologa fatta all’estero). Presto potrebbero arrivare nuove indicazioni in merito ai bimbi nati all’estero e figli di due donne (che dispongono quindi di un atto di nascita straniero).

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La replica del sindaco Sala

In seguito alla decisione presa dalla Prefettura, non si è fatto attendere il commento del sindaco della città meneghina. «Questo a mio parere è un passo indietro evidente dal punto di vista politico e sociale. Mi metto nei panni di quei genitori che a Milano pensavano di poter contare su questa possibilità», ha tenuto a sottolineare.

«La registrazione non dipende solo dalla volontà politica, è un atto che ha a che fare, logicamente, con l’apparato amministrativo del Comune e io, vista anche la presa di posizione della Procura, non posso esporre un funzionario comunale a rischi personali di natura giudiziaria», ha precisato.

Alle coppie omogenitoriali assicura: «Da oggi, ancora più di prima, mi faccio carico di portare avanti politicamente questa battaglia e di seguire con la massima attenzione ogni sviluppo, normativo e giudiziario, di questa complessa vicenda». Sala si è detto «pronto a cogliere ogni opportunità concreta, affinché continui il cammino di riconoscimento dei diritti di tutte e tutti e affinché Milano ne sia sempre protagonista».

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La reazione del mondo Lgbt

Non poteva mancare neppure la reazione del mondo Lgbt. In una nota le Famiglie Arcobaleno dichiarano: «Il sindaco di Milano ha dovuto cedere al pressing del Governo Meloni e alla fine la decisione è arrivata dolorosa e ingiusta. Il sindaco Sala ci ha comunicato che bloccherà le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei bambini con due papà e la formazione di atti di nascita italiani con due mamme, come garantito negli ultimi anni nel capoluogo lombardo».

Per la presidente Alessia Crocini il Governo si sta «adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia». Inoltre, ha ricordato che la notizia «fa tristemente coppia con la decisione del Governo italiano di bocciare anche la possibilità di un Certificato europeo di filiazione, quello che permetterebbe ai figli delle coppie dello stesso sesso il riconoscimento dei propri diritti in tutta Europa. I bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, il ministro Piantedosi e la premier Meloni se ne facciano una ragione. Ogni giorno vanno a scuola, entrano negli studi pediatrici, giocano nei parchi e nei campi sportivi, frequentano corsi di musica. Come tutti i loro coetanei, senza avere i diritti di tutti i loro coetanei».

Per le Famiglie Arcobaleno si tratta di una situazione «non degna di un Paese civile e ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà. Nel frattempo non ci fermeremo. Continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per ottenere i più elementari diritti di cittadinanza per i nostri figli, con la certezza di avere molte alleanze dalla nostra parte».

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