Burioni sull’omeopatia: «Meglio una caramella o un bacino in fronte»

Il virologo, diventato famoso per la sua battaglia sui vaccini, attacca a 360° la più diffusa tra le medicine alternative. A cui concede un solo pregio

Sul suo profilo Facebook compare come Roberto Burioni Medico, ma lui è molto più che un virologo: è diventato un personaggio grazie alla sua battaglia sui vaccini che lo ha portato ad avere quasi 460mila seguaci. Ma anche tante critiche e persino minacce, complice il suo tono deciso, che non lascia spazio al contraddittorio o a un dialogo alla pari (“La scienza non è democratica” , è solito a ripetere). Quello stesso tono che ritroviamo nel parlare con lui del suo nuovo libro dedicato alla più diffusa tra le medicine alternative: Omeopatia. Bugie, leggende, verità (Rizzoli).

Tra racconti, aneddoti e curiosità il “Prof”, ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, non ammette concessioni e inizia spiegandoci il sottotitolo così: «La bugia più grande è che i preparati omeopatici siano efficaci, perché studi medici rigorosi e una vasta bibliografia internazionale dimostrano che non è così. Una leggenda è quella sull’oscillococco (un presunto batterio alla base dei rimedi omeopatici, ndr), che in realtà è un errore sperimentale di un ricercatore che sbagliava a preparare i campioni per il microscopio. Avrebbe dovuto essere cancellato da tempo, invece lo ritroviamo negli scaffali delle farmacie! La verità è che i medici che praticano l’omeopatia sono forse più bravi a stabilire con i loro pazienti un rapporto di fiducia».

L’omeopatia, un errore storico

L’illusione che “il Prof” conceda dei “meriti” all’omeopatia dura poco, giusto il tempo di ricordarne le origini nel 1800 da parte di Samuel Hahnemann: «Dopo 200 anni di scienza che ne smentiscono ogni aspetto, chi ancora la propaganda è quanto meno rimasto indietro con gli aggiornamenti professionali» ci spiega. Il dialogo con Roberto Burioni a questo punto si fa serrato, di fronte al fatto che oggi gli omeopati sono specialisti laureati in Medicina e Chirurgia, e diverse Università attivano corsi con tanto di crediti formativi, come accade a Siena: «È come insegnare a fare oroscopi in una facoltà di Astronomia. Non capisco – dice – come possa accadere quando sul sito stesso dell’Ordine dei medici è scritto nero su bianco che l’omeopatia non ha alcuna provata efficacia né plausibilità scientifica».

Burioni, i colleghi omeopati e Babbo Natale

Per il medico, già protagonista di video nei quali prende di mira le “lauree su Facebook” e l’abitudine a consultare internet pensando di ottenerne valide informazioni scientifiche, questa volta l’obiettivo è più difficile: mettere in discussione le tesi di un nutrito numero di colleghi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ sono infatti oltre 600 milioni i pazienti che si affidano all’omeopatia (oltre 100 milioni in Europa), seguiti da 500mila medici omeopati. La stessa OMS ha dichiarato ufficialmente la sicurezza dei medicinali omeopatici, promuovendone l’impiego nelle linee guida 2014-2023. Il 10 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Omeopatia promossa dalla M.H.I., ente internazionale dei medici omeopati a cui aderisce anche la Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati (FIAMO). Ma Burioni ribatte: «È come chiedere a bambini di 4 anni se esiste Babbo Natale». Ma come si possono mettere in discussione istituzioni come l’OMS? «Perché l’Organizzazione abbia assunto questa posizione lo si dovrebbe chiedere all’OMS stessa. Io personalmente ripeto che se davvero l’omeopatia fosse efficace dovremmo rivedere tutta la chimica e la fisica che conosciamo perché significherebbe che qualcosa può avere effetto anche quando non c’è». Insomma, i principi attivi sarebbero poco più che acqua fresca («per di più diluiti e agitati come prescrive l’omeopatia»). Tutto si fonderebbe sull’effetto placebo, cioè la suggestione e l’aspettativa di guarigione dei pazienti.

L’effetto placebo

È a questo punto che entra in gioco un argomento delicato come il rapporto di fiducia tra medico e paziente. L’effetto placebo, infatti, si fonda sulla convinzione di assumere un medicinale in grado di guarire, mentre in realtà di tratta di un “finto farmaco”. Secondo Roberto Burioni i preparati omeopatici funzionano («quando funzionano») solo per questo motivo, anche sui bambini e sui loro genitori: «I prodotti placebo sono usati per placare le loro ansie. È un espediente inaccettabile, perché una madre preoccupata per la salute del figlio deve essere rassicurata con le parole e con farmaci veri in caso di malattia seria, altrimenti la si imbroglia. Ciò accade ogniqualvolta non le si dice che in quel prodotto non c’è alcun principio attivo» spiega, aggiungendo: «Non è in alcun modo possibile che i medici e gli Ordini dei medici si rendano complici di disinformare i pazienti».

Ricerca scientifica e detrazioni fiscali

Oltre ad un discorso etico, però, esiste anche un aspetto economico: il virologo nel suo libro ricorda che il fatturato delle aziende del settore nel 2018 è stato di oltre 300 milioni di euro e che i preparati omeopatici siano contemplati tra le spese mediche detraibili ai fini fiscali. «La Regione Toscana – ricorda – già oggi ha inserito le cure omeopatiche tra quelle erogate dal SSN. Io da cittadino italiano sono molto indignato che i miei soldi siano sprecati per qualcosa che non ha alcuna provata efficacia e, allo stesso tempo, che siano concessi benefici fiscali che sottraggono denaro che dovrebbe essere impegnato per somministrare farmaci utili, per fare prevenzione, per costruire nuovi ospedali o migliorare l’assistenza».

Una provocazione per scuotere le coscienze?

«L’omeopatia è vicina non tanto alla scienza quanto al cabaret e all’avanspettacolo. Io toglierei dalle farmacie tutti i prodotti omeopatici per metterli negli scaffali dei supermercati insieme alle tisane rilassanti» ci dice Roberto Burioni, che spiega: «Il problema è che io ho comprato in una farmacia omeopatica confezioni di Muro di Berlino o Vallo di Adriano, si vendono prodotti a base di Sole inglese o australiano, di luce o note musicali. Io li ho trovati, non li ho inventati: non sono io che ridicolizzo queste cose, sono queste cose a essere ridicole».

Ma qual è il vero obiettivo: scuotere le coscienze o mettere in guardia dalle esagerazioni? «Con la salute non si scherza, specie in un Paese dove ci sono stati il caso Di Bella, la vergogna di Stamina e la barbarie della Xilella con la Puglia devastata perché invece che ascoltare gli scienziati si è dato retta a stregoni che dicevano di abbracciare le piante. Ciascuno ha i propri toni, io ho i miei che possono non piacere, ma i contenuti sono oggettivi: 2+2 fa 4. Io ritengo che in tutti i campi sia importante l’autorevolezza di chi parla: io non mi sognerei mai di installare una presa elettrica a casa, perché correrei il rischio di fulminare mia figlia. Lo stesso vale per la medicina» spiega il virologo.

Cosa salvare dell’omeopatia

L’unica “concessione” che Burioni fa a questa medicina alternativa (definizione che però a lui non piace) è che «chi la pratica è molto bravo nel mettersi in contatto col paziente, guadagnandosi la sua fiducia ed entrando in sintonia con lui: dovremmo farlo tutti noi medici. Quanto al tipo di cure, penso che un adulto abbia il diritto di affidarsi a ciò che vuole, alle erbe, alle preghiere o agli oroscopi; se però si parla ad esempio di cancro, si può ricorrere anche all’omeopatia, ma è tassativo non allontanarsi dalle terapie vere, le uniche in grado di guarire. Altrimenti accadono casi come quello di Pesaro, dove un bambino di 7 anni è morto per un’otite curata con preparati omeopatici invece che con un antibiotico».

Citando studi medici e scoperte storiche si è guadagnato un nutrito seguito, ma anche molte antipatie e qualche minaccia: «È vero e non mi ha fatto piacere, ma io dico quello che dice la scienza. Penso che sia mio dovere spiegare come stanno le cose, a prescindere dal carattere personale, perché sia abbia un’informazione corretta». Geloso della propria privacy e di quella della sua famiglia, “il Prof” accetta però una domanda personale: non ha mai dato – neppure per sbaglio – un prodotto omeopatico a sua figlia da piccola, magari su indicazione del pediatra? «No, non mi è mai passato per la testa perché sto lontano da qualunque medico prescriva l’omeopatia. Devo dire che piuttosto che un preparato del genere a mia figlia, se non sta davvero male, preferisco dare una caramella o un bacino in fronte: è molto più efficace».

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