Bambina mascherina covid

Saturimetro: cos’è e perché è bene tenerlo in casa

Perché gli esperti consigliano di tenere in casa, insieme al termometro, un saturimetro. E come questo strumento aiuta nella diagnosi Covid

«Per il rapporto costi-benefici, credo sia conveniente tenere in casa un saturimetro. Dovrebbe diventare come il termometro, tutti ne hanno uno in casa». Tra i primi a lanciare l’appello a dotarsi di saturimetro è stato Luca Richeldi, membro del Comitato Tecnico Scientifico e direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma che, ai microfoni di Skytg24, ne ha spiegato l’utilità: «Il primo allarme che ci dice che sia il caso di cercare aiuto in ospedale è quello di una diminuzione della saturazione dell’ossigeno» rilevabile proprio con questo piccolo oggetto, il cui esito può essere comunicato al proprio medico. «Noi medici di famiglia, durante l’emergenza coronavirus, ne abbiamo distribuiti moltissimi, a migliaia, ai nostri pazienti per seguire l’andamento della respirazione dei pazienti, che poteva diventare un sintomo di peggioramento clinico o pericolo e dunque di necessità di intervento» spiega Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e Cure primarie (SIMG).

Ecco cos’è il saturimetro e
come funziona.

Cos’è il saturimetro

Il saturimetro è un piccolo apparecchio che funziona con fasci a luce rossa e infrarossa. È fatto con una piccola molletta, entro la quale bisogna infilare il dito indice. Questo viene attraversato da radiazioni luminose, che a loro volta sono assorbite dall’emoglobina. In questo modo si ottiene il valore di saturazione dell’ossigeno, cioè la quantità di ossigeno presente nel sangue, espresso con un numero. «Il saturimetro è di facilissimo impiego sia professionale che da parte del paziente a casa e serve a misurare la quantità di ossigeno nel sangue e la frequenza del battito cardiaco» dice l’esperto.

Saturimetro Covid mano di donna
Il saturimetro

Come si leggono i dati sul saturimetro

In linea generale il valore di saturazione dell’ossigeno che si legge sul saturimetro è a un livello normale se è superiore al 95% ed esattamente tra 97% e 100%. Nel caso in cui scenda sotto il 95% occorre chiamare il medico o l’ambulanza, perché potrebbe trattarsi di un’insufficienza polmonare legata a problemi respiratori anche gravi. «Va però detto che la saturazione è un fatto molto individuale e dipende dallo stato di salute del singolo. Se, per esempio, si soffre di malattie cardiache o respiratorie, i valori di riferimento possono essere differenti, anche più bassi. In ogni caso se si scende al 90/92% bisogna avvertire subito il medico» spiega Cricelli.

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Si può usare da soli o serve il medico?

Il saturimetro può essere usato da chiunque senza particolari conoscenze mediche. Non è invasivo né doloroso e funziona in modo semplice e pratico. L’unico limite sta nel fatto che in particolari casistiche la misurazione potrebbe avvenire in modo non corretto. In particolare il risultato potrebbe essere falsato se una persona soffre di vasocostrizione periferica, cioè l’apporto del sangue nelle parti periferiche del corpo (esempio mani o piedi) è ridotto.

Nei soggetti anemici, invece, la scarsa o minore ossigenazione potrebbe non emergere con il saturimetro. «Tutte le causa di una scarsa ossigenazione potrebbero dare un’alterazione del risultato e l’anemia è una di queste. Ma se il medico consiglia o persino consegna un saturimetro al proprio paziente, gli fornirà anche i parametri corretti per il suo stato» spiega Cricelli.

Anche alcuni farmaci potrebbero inficiare il risultato, oppure particolari smalti colorati (per esempio, quelli scuri come nero, blu, viola o verde) potrebbero ostacolare la misurazione: «È chiaro che l’unghia molto coperta può rendere difficile il passaggio del raggio luminoso. Io eviterei qualunque tipo di smalto nel caso si usi un saturimetro» consiglia l’esperto. Lo stesso vale per alcuni movimenti del paziente. Per questo è utile consultare il medico, nei casi nei quali non sia stato proprio lui a consigliarne l’uso.

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Gli usi comuni del saturimetro

Il saturimetro è utilizzato in larga scala per monitorare in modo costante nel tempo i parametri di soggetti che abbiano malattie che colpiscono le vie aeree, come bronchite cronica, asma bronchiale, polmonite, ecc. Si utilizza sia in ospedale che a casa dei pazienti, in modo autonomo. I pazienti comunicano poi i valori al proprio medico o al centro di riferimento. Può essere usato anche per valutare la funzionalità respiratoria in chi soffre di apnee notturne, che possono ridurre l’ossigenazione, o in soggetti fumatori con difficoltà respiratorie. 

Infine, nel caso di lavori particolari, il saturimetro è uno strumento utile per valutare eventuali effetti da esposizione ad inquinanti. 

Dove si compra e quanto costa il saturimetro

Il saturimetro si acquista in farmacia a un prezzo contenuto che varia dai 15 ai 20 euro. In alcuni casi è indisponibile a causa del boom di richieste legato all’emergenza sanitaria, ma è possibile ordinarlo o acquistarlo online, con differenti fasce di costo a seconda delle funzionalità accessorie. Esistono, infatti, modelli che grazie al bluetooth trasmettono i dati in tempo reale tramite una app sul proprio smartphone e, potenzialmente, anche al proprio medico o struttura che segue il paziente, che quindi è informata e in grado di monitorare la situazione. Ad esempio, il medico può chiedere di effettuare alcuni movimenti per verificare se e come i livelli di alzano o abbassano e dunque può fornire indicazioni di comportamento tempestive. Questo può accadere anche in soggetti in quarantena per Covid. «Chiaramente saturimetri di questo tipo sono molto più costosi perché funzionano in modo telematico, ma anche i modelli base permettono di rilevare i dati, che possono poi essere annotati e poi comunicati al medico anche solo con una telefonata o tramite sms o WhatsApp» conclude il presidente SIMG.

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