Lila Moss cerotto diabete sfilata Versace
Il cerotto per il diabete di Lila Moss ben visibile durante la sfilata di Versace alla Milano Fashion Week

Cos’è il cerotto per il diabete

La figlia di Kate Moss ha sfilato in passerella a Milano mostrando il dispositivo per il controllo della glicemia. Ecco come funziona

Nessuna siringa o cannula, ma solo una sorta di cerotto, plastificato, che in realtà nasconde un sensore. O meglio, non lo nasconde affatto, proprio come non lo ha nascosto la figlia di Kate Moss, Lila, che ha sfilato sulle passerelle della Milano Fashion Week con indosso proprio l’apparecchio. Si tratta di un dispositivo che permette di misurare a distanza il diabete.

Così la giovane top model ha deciso di portare sotto i riflettori non solo il piccolo device, ma la sua malattia, che è anche la malattia di cui soffrono migliaia di persone. Senza pudore e senza tabù.

Lila Moss cerotto diabete sfilata Versace
Lila Moss

Cos’è il misuratore portatile per diabete

Nella sfilata per Versace e Fendi insieme, non è sfuggito a nessuno il piccolo oggetto posizionato appena sotto l’anca di sinistra: una sorta di “cerottone” di plastica. Si tratta di un apparecchio che serve a misurare la glicemia nei soggetti diabetici: «In via sperimentale e in ambito ospedaliero lo utilizziamo da circa 20 anni, ma è solo di recente che è stato commercializzato su larga scala. È molto efficace ed evita di dover pungere il dito per il prelievo del sangue e il controllo della glicemia» spiega il professore Marco Cappa, endocrinologo dell’ospedale Bambin Gesù di Roma.

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Come funziona

Il dispositivo digitale ha la stessa funzione delle punture alle dita per chi soffre di diabete mellito di tipo 1 e deve controllare spesso il livello di glucosio, per farlo rimanere sotto una certa soglia. Il device può essere “indossato” fino a 15 giorni consecutivi, prima di essere sostituito. È collegato a una App che può poi trasmette i dati anche a un pc, in modo che siano consultabili dal proprio medico.

Non solo: in alcuni modelli può anche rilasciare insulina per un lasso di tempo di 72 ore, grazie a micro-aghi (misurano meno di un millimetro) dai quali l’insulina fuoriesce nel caso in cui i valori di glicemia superino una soglia di attenzione e rischio. In modo automatico l’erogazione si sospende quando la situazione torna alla normalità. L’apparecchio andrà poi ricaricato con un’apposita fialetta. «Tecnicamente si tratta di due apparecchi con funzioni diverse, ma esistono modelli che le possono accorpare. Il sensore semplice controlla soltanto la glicemia, mentre il micro-infusore infonde l’insulina» chiarisce l’esperto.

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Per chi è adatto

Lila Moss lo aveva applicato alla gamba, ma può essere portato anche al braccio e sotto una maglia, dunque rimane nascosto. «Questo genere di sensore è adatto a chiunque debba tenere sotto controllo la glicemia, quindi tutti i diabetici. Nel caso di diabete di tipo 1, in cui sia necessario ricorrere all’insulina, servirebbe il modello che permette anche l’erogazione» dice Cappa. Per chi, invece, ha il tipo 2, non congenito ma che generalmente si presenta con il passare degli anni e con l’aumento di peso (spesso legato all’obesità), è sufficiente il sensore. «Il risultato delle misurazioni è piuttosto attendibile e il funzionamento molto semplice, quindi può essere applicato anche ai bambini, con l’accortezza di prestare attenzione a non strapparlo o perderlo» spiega l’endocrinologo.

Quanto costa

Il sensore, di cui è possibile anche vedere alcune pubblicità, un costo limitato che si aggira intorno ai 25/26 euro se comprato online. Secondo Cappa non ci sono controindicazioni a dotarsene in modo autonomo, per monitorare la glicemia: «Il problema non è l’acquisto, che non necessita di prescrizioni e comunque può essere consigliato dal medico. Occorre, però, farsi seguire nella terapia da un diabetologo, che possa indicare le cure corrette e la gestione della malattia» conclude l’endocrinologo del Bambin Gesù.

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