Le regole per i single in lockdown

Dal “compagno di coccole” in Belgio alla “bolla di supporto” del Regno Unito fino ai consigli del ministero della Salute tedesco: cosa succede a chi vive da solo durante la pandemia?

Quando, dopo il primo lockdown della scorsa primavera, il governo ha iniziato a predisporre le regole per le parziali riaperture, sono subito scoppiate le polemiche intorno al termine “congiunti”, con il quale si definivano le persone che si sarebbero potute visitare in sicurezza. Solo familiari, addirittura cugini lontani mai visti ma uniti dal vincolo di sangue, ma non fidanzati o amici che non vivono sotto lo stesso tetto. Un’assurdità burocratica che ha scatenato un dibattito sullo stato reale della società italiana, in particolare quello della fascia di giovani adulti, e sulla distanza del legislatore nel comprenderne la composizione e i movimenti.

Ora che l’Europa è alle prese con la seconda ondata della pandemia, ancora più dura e probabilmente più lunga della prima, quel dibattito si riapre: dovendo imporre delle limitazioni per la salvaguardia della salute pubblica, come definire la sfera personale delle persone quando non rientra nei canoni registrati della famiglia tradizionale? In alcuni Paesi europei si sono trovate delle soluzioni (e definizioni) più ampie delle nostre, eccone alcuni esempi.

Il “knuffelcontact” del Belgio…

Il Belgio è uno dei Paesi più colpiti da questa seconda ondata di coronavirus e per il suo secondo lockdown – iniziato lo scorso 2 novembre e che dovrebbe concludersi il 13 dicembre prossimo – il governo ha stabilito il cosiddetto “knuffelcontact”, che significa letteralmente “compagno di coccole”. Un termine (piuttosto ambiguo ma efficace) con cui si indica una persona alla quale si è legati in maniera intima ma senza vincoli familiari o con la quale non si convive: ogni membro di una famiglia ha diritto a sceglierne uno, mentre per i single che vivono da soli il numero sale a due. Compagni di coccole, perciò, possono essere gli amici o qualcuno con cui si ha una relazione che non è ancora codificata in un matrimonio o in una convivenza.

Il premier Alexander De Croo ha infatti spiegato di volere «un confinamento, non un isolamento», sottolineando come questo secondo periodo di chiusura sia più duro da affrontare per tutti. Ciò non si traduce nello sdoganamento dei partner occasionali in una situazione di emergenza come quella che viviamo, quanto piuttosto nel riconoscimento di tutti quei legami che esistono nella vita di tutti i giorni e che esulano dagli schemi della famiglia tradizionale, a partire proprio dalle amicizie strette che, per moltissime persone, sono spesso vitali quanto e più dei consanguinei.

La “support bubble” del Regno Unito

Nel Regno Unito, invece, si parla di “support bubble”, letteralmente “bolla di supporto”. La Bbc la definisce come «un gruppo di persone con cui si ha uno stretto contatto fisico». Questo significa che, in Inghilterra, gli adulti single che vivono da soli – o i genitori single i cui figli hanno meno di 18 anni – possono formare una bolla di sostegno con un’altra famiglia. La seconda famiglia può essere di qualsiasi dimensione e può includere persone “a rischio”. Dove possibile, il governo si è raccomandato che la bolla di sostegno sia formata con una famiglia (o con un altro gruppo di persone) che abita nelle vicinanze, così da evitare spostamenti non necessari. Le bolle, inoltre, devono essere esclusive e una volta che se ne è formata una, non si può cambiare e formarne un’altra.

Le persone in ciascuna bolla possono pernottare nelle case degli altri, visitare insieme luoghi all’aperto e non devono attenersi alle regole di distanziamento sociale. Chiunque nella bolla venga segnalato per il test dovrà rimanere a casa. Se uno dei componenti della bolla sviluppa i sintomi del coronavirus, tutti gli altri devono auto isolarsi.  Il governo ha specificato che le persone dovrebbero cercare di ridurre al minimo i contatti con coloro che sono nella bolla di supporto se si tratta di viaggi da o verso un’area dove i contagi sono molto alti (la cosiddetta Zona 3). Le bolle possono essere transfrontaliere con la Scozia e il Galles, che però sono soggette a restrizioni locali. Due single che vivono in case separate possono formare una bolla, così come un single che vive in condivisione, ma agli altri coinquilini, in quel caso, non è permesso associarsi con nessun altro.

I consigli per i single della Germania

Per quanto riguarda la Germania ci sono diverse indicazioni, a seconda delle zone e del livello di contagio, sulle persone che si possono incontrare al di fuori del nucleo familiare o di conviventi. Come riporta Thelocal.de, al momento, a Berlino, solo cinque persone o persone di due famiglie possono incontrarsi in pubblico dalle 23:00 alle 6:00, mentre i locali non possono servire alcolici. La situazione tedesca è momentaneamente meno grave che da noi, ma il ministero della Salute, forse in previsione di future restrizioni, ci ha tenuto a rilasciare qualche consiglio per i single alle prese con la pandemia: «Le persone possono ancora uscire con qualcuno, ma le restrizioni sociali devono essere osservate e il contatto con gli altri dovrebbe essere ridotto al minimo. Ciò significa utilizzare siti di appuntamenti online o videochiamate piuttosto che incontrarsi di persona». Meglio Zoom di niente, insomma, in attesa di tempi migliori.

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