speed cleaning

Speed cleaning, il caso delle “sexy casalinghe”

È polemica sul nuovo fenomeno che impazza su YouTube, con le casalinghe youtuber che riaccendono il dibattito su sessismo e maschilismo

Una donna in shorts super sexy, maglietta con scollatura vertiginosa e soprattutto in atteggiamenti ammiccanti, intenta però a spolverare o spazzare il pavimento. Non si tratta di qualche scena da commedia all’italiana anni ‘70 o ‘80, bensì dei video che impazzano su YouTube, sotto il nome di “Speed cleaning”. È il nuovo tormentone virale in rete, che però fa discutere. Ragazze e signore si filmano impegnate nel pulire la casa, con sguardo e pose ai limiti del pornografico. Nell’era in cui nulla sfugge all’occhio del cellulare, in cui tutto deve essere filmato e rigorosamente postato sui social, la nuova frontiera è proprio la casalinga “youtuber”, che però fa infuriare schiere di altre donne, per l’immagine femminile che viene offerta.

Cos’è lo “Speed cleaning”

Ricordate la famosa “casalinga di Voghera”? Quella che era stata presa a modella della donna che si occupa della casa per un celebre sondaggio degli anni ’60? Ebbene quel prototipo appartiene ormai all’era giurassica. Oggi anche le casalinghe sono diventate “youtuber”, pronte a filmare le proprie attività, che si tratti di pulire o di cucinare. La parola d’ordine, però, è “sexy”. Ecco, allora che una schiera di ragazze e donne mature da qualche mese è diventata protagonista di una serie di filmati, che in molti non esitano a bollare come “soft porno”, nei quali si riprendono per 10 o 15 minuti mentre con lo spazzolone in mano tirano a lucido i pavimenti, indossando però tacchi vertiginosi, t-shirt attillate o pantaloncini inguinali. C’è anche chi cucina coperta (a stento) da uno striminzito grembiule. Si chiama “Speed cleaning” e a questo nuovo genere di filmati sono dedicati diversi canali su YouTube. Il fenomeno è partito dagli Stati Uniti, ma ultimamente è sbarcato anche da noi e piace, anche per i risvolti economici che ha.

Perché ha successo?

Il motivo è presto detto. Questi filmati ottengono numerosissimi “click”, che significano contatti e dunque anche inserzioni pubblicitarie. Insomma, le moderne casalinghe 2.0, in veste super sexy, riescono a monetizzare la propria attività altrimenti silenziosa (e gratuita) tra le quattro mura di casa. Inutile dire che il pubblico privilegiato è costituito da uomini e questo pone una serie di interrogativi: oltre alla liceità di questi video (che aggirano facilmente le regole di YouTube in tema di pornografia), fa discutere l’immagine della donna che viene offerta e che replica antichi stereotipi ancora radicati nella società: “Non si tratta di un fenomeno moderno in sé: l’un utilizzo del corpo e l’accettazione della subalternità della donna non sono né rivoluzionari né nuovi. Si è data piuttosto una forma nuova a qualcosa di molto antico” commenta Chiara Volpato, ordinaria di psicologia sociale all’università Bicocca di Milano.

Ma dedicarsi allo “Speed cleaning” non è un autogol per le donne in cerca di emancipazione e parità di genere? “Sono d’accordo, questa strada non può portare nulla di buono alla donna, ma credo che dietro questo fenomeno ci sia una specie di individualismo esasperato” aggiunge l’esperta, autrice anche del libro Psicologia del maschilismo (Laterza).

Vecchi stereotipi e nuove polemiche

Al coro di proteste contro i filmati su YouTube si sono aggiunte le polemiche per le parole dell’ex calciatore Fulvio Collovati, sospeso temporaneamente dal suo ruolo di opinionista al programma tv Quelli che il calcio per le dichiarazioni sulla presunta incompetenza delle donne nel parlare di calcio. A difenderlo è scesa in campo, però, la moglie Caterina, che ha puntato il dito contro il politically correct. “Io non credo che le parole di Collovati rappresentino un caso di maschilismo puro e becero, che ha mostrato un atteggiamento persino ostile nei confronti delle donne. Mai ci si è scagliati in questo modo contro altri opinionisti uomini, neppure quando erano parenti di calciatori. Ho avuto l’impressione che si volesse difendere l’ultimo fortino maschile, quel pezzo di universo nel quale le donne non devono permettersi di entrare. Ma quello che più mi ha colpito è stato l’atteggiamento della moglie di Collovati, che mi è parso di follia pura” dice Volpato.

I movimenti femministi contro l’individualismo (economico)

Altro che #MeToo e marce per difendere il valore della donna e il moderno femminismo: in questo caso sono le stesse mogli, madri o semplici ragazze a diffondere un’immagine femminile stereotipata. “In questi casi prevale l’individualismo, la ricerca di un vantaggio personale che supera l’interesse di genere” spiega Volpato. D’altro canto ogni ora sono caricati sulle piattaforme online qualcosa come 450 mila nuovi video del genere dello “Speed cleaning”, che ottengono migliaia di visualizzazioni. Queste si traducono in inserzioni pubblicitarie e dunque in guadagno per le casalinghe protagoniste. Le battaglie femministe, dunque, servono oppure no, se sono le stesse donne a replicare modelli sessisti? “Secondo me negli anni la posizione delle donne è molto migliorata, anche se è sempre difficile leggere e interpretare i fenomeni nella società contemporanea nel momento in cui li si vive. Dal mio osservatorio di lavoro, in università, vedo ogni giorno molte donne in gamba, spesso più brave degli uomini. I dati su formazione e istruzione confermano una crescente presenza femminile tra le eccellenze, anche se non sempre si traduce in un’adeguata posizione di vertice a livello professionale. C’è ancora strada da fare, ma i cambiamenti si registrano” conclude la psicologa.

Riproduzione riservata