Shannon Watts

Stop armi, la battaglia di una donna contro le lobby

Moms Demand Action piazza 140 dei suoi candidati tra Senato e Camera dei Rappresentanti alle elezioni di Midterm negli Usa

Ha trascorso la notte delle elezioni di metà mandato negli Usa attaccata al telefono mentre i candidati volontari di Moms Demand Action, movimento contro le lobby delle armi, ribaltavano i risultati nei distretti precedentemente detenuti dai repubblicani. Uno dopo l’altro, fino ad arrivare allo straordinario risultato di 140 eletti tra Senato e Camera dei Rappresentanti.

Protagonista, una donna: Shannon Watts, 52 anni, che nel 2012 ha dato vita a quel movimento di base anti lobby delle armi per sensibilizzare a misure di sicurezza pubblica contro la violenza armata. Nei due mesi precedenti le elezioni di midterm su e giù per l’America, ha visitato 15 Stati per cercare candidati sostenitori di Moms Demand Action. Poi finalmente il successo: “Abbiamo cambiato il panorama politico in questo Paese”, ha esultato Watts rivendicando la vittoria dei suoi rappresentanti.

La tragedia alle scuole elementari

Corre l’anno 2012. Shannon Watts decide di prendersi un periodo di pausa dal lavoro (è dirigente delle comunicazioni in un’azienda). Sente l’esigenza di dedicare tempo ai suoi figli, cinque, di età compresa tra i 12 e i 23 anni. È il 14 dicembre quando alla tv passa la tragica notizia del massacro alla Sandy Hook Elementary School, nel Connecticut. Un ventenne armato apre il fuoco all’interno della scuola elementare, causando la morte di 27 persone, 20 delle quali bambini di età compresa tra i 6 e i 7 anni.

“Ho semplicemente interrotto quello che stavo facendo – racconta Watts al Washington Post – e mi sono seduta devastata sul bordo del mio letto, mentre la tragedia si stava consumando. Il giorno dopo, appena svegliata, quella tristezza si è trasformata in rabbia. Sapevo che dovevo fare qualcosa…”

Nasce il movimento contro le lobby delle armi

Shannon apre la sua pagina Facebook (all’epoca aveva 75 amici sul social) e invia un post. Prende come spunto di riferimento Mothers Against Drunk Driving, organizzazione no-profit nata negli anni Ottanta per prevenire il consumo di alcol da parte dei giovani e le stragi alla guida: “Dovremmo dare vita un’associazione stile MADD, ma per sensibilizzare al problema delle armi”, scrive sul social.

Sull’onda di quanto accaduto 24 ore prima alla Sandy Hook, il messaggio diventa virale. Watts risponde ai messaggi che arrivano dalle donne di tutto il Paese e si offrono di aiutare, organizzare e combattere contro la lobby delle armi. Si mette quindi al lavoro, creando un “esercito” di madri che cresce a dismisura fino a diventare un vero e proprio movimento di volontari e funzionari eletti.

Un’associazione fatta di donne

La vita di Shannon Watts cambia radicalmente da quel 14 dicembre 2012. Spesso si ritrova ad attraversare il Paese, lascia la sua casa in California per incontrare i legislatori a Washington o i candidati particolarmente sensibili al tema delle armi. Trascorre tante notti lontano da casa come volontaria a tempo pieno e, come molte mamme, affronta il “senso di colpa” che deriva dall’essere un genitore spesso assente. Ma, grazie al sostegno della sua famiglia, riesce a concentrarsi sulla sua missione.

Una missione partita da lontano, senza un piano preconfezionato: “Davvero, non sapevamo cosa fosse all’inizio – confessa Watts al Washington Post – ma è diventato chiaro molto rapidamente che quello che dovevamo fare era organizzarci in modo da poter andare allo scontro con l’NRA (National Rifle Association, organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco degli Stati Uniti d’America, ndr) ed essere al loro stesso livello in termini numerici”.

E chi meglio delle madri per raggiungere lo scopo? Madri devastate alla notizia di Sandy Hook. madri determinate a fare qualcosa, qualsiasi cosa, in modo che nessun altro bambino si trovi a morire sotto i colpi d’arma da fuoco. “Non siamo solo madri, ma studentesse e ‘sopravvissute’ di un movimento che lascia che siano le donne a guidare”, dichiara la fondatrice di Moms Demand Action.

Shannon Watts

Dicono di lei…

“Shannon Watts è una figura fondamentale nella sensibilizzazione alla lotta contro le armi armi”, afferma al Washington Post Heidi Lee Feldman, docente di diritto presso il Georgetown University Law Center. “Ha fatto crescere un’organizzazione, coinvolgendo persone che non erano storicamente impegnate in quest’area e le ha mobilitate”. Mentre la National Rifle Association e altre associazioni pro-armi “hanno una grandissima influenza a livello istituzionale”, Moms Demand Action dimostra di essere “il contrappeso di maggior successo allo sforzo nella lotta contro la lobby delle armi”.

“Shannon ha svolto un lavoro davvero impressionante sfruttando il potere e l’interesse delle madri nelle loro case e nel resto del mondo” – continua la docente – “E ho imparato che non c’è niente di più potente di un esercito di donne arrabbiate… Penso davvero che ci sia qualcosa da dire sulla forza delle donne…”

“Quando le donne guidano, costruiscono reti e creano consenso, le donne si rafforzano a vicenda, ed è per questo che Moms Demand ha così tanto successo” le fa eco Andrea Hunley, preside di una scuola superiore e volontaria del movimento contro la lobby delle armi. L’8 novembre, la 38enne mamma di tre figli è stata eletta al Senato dello stato dell’Indiana, diventando la prima persona di colore a rappresentare il suo distretto.

L’impegno contro le lobby delle armi e le minacce

Shannon Watts si impegna a twittare ogni giorno, condividendo storie che non fanno notizia a livello nazionale: il bambino che muore a causa di una sparatoria avvenuta per un litigio dopo un incidente stradale, l’adolescente che spara e uccide durante una partita di football o il piccolo colpito e ucciso da una pistola carica lasciata incustodita a casa.

Nel suo costante e irriducibile impegno quotidiano Shannon ha dovuto affrontare non poche minacce. Post intimidatori su Facebook e lettere arrivate a casa. “Ho chiamato la polizia e quando ho spiegato all’ufficiale quanto accaduto per tutta risposta mi sono sentita dire: ‘Questo è quello che si ottiene quando si scherza con il Secondo Emendamento‘ (che nella Costituzione degli Stati Uniti d’America garantisce il diritto di possedere armi, ndr). Allora mi sono resa conto che potevo fare marcia indietro o raddoppiare i miei sforzi… E ho raddoppiato”.

Crescita esponenziale

Nel 2013 Moms Demand Action si è unita all’associazione Major Against Illegal Guns con l’obiettivo comune di contrastare le lobby delle armi e porre fine alla violenza armata nelle città d’America. Ora Moms Demand Action ha sedi in ogni Stato e centinaia di migliaia di volontari. Nel 2021 è nato Demand a Seat, programma che sostiene volontari e candidati politici impegnati a lottare per leggi più severe sulle armi.

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