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Invito a cena con distanziamento

Dall’uso delle mascherine alla scelta dei posti a sedere e dei cibi. Ecco i consigli per tornare a gustare una serata in compagnia senza rinunciare a sicurezza e bon ton

Con il distanziamento sociale dovremo convivere a lungo, anche se non siamo più isolati in casa. Con l’estate, poi, torna la voglia di gustarsi una serata in compagnia, anche in casa propria. Ma come organizzare una cena con amici o parenti, rispettando le norme di sicurezza sanitaria? I più fortunati possono contare su un giardino, che permette di organizzare una grigliata all’aperto. Ma gli altri? Ecco i consigli per la buona riuscita di una serata in compagnia.

Tavola a “scacchiera”

Non appena accolti i propri amici, si pone il problema di come accomodarsi a tavola. Nella fase 3, proprio come organizzato da molti ristoranti, sarebbe bene seguire la “regola della scacchiera”, ossia far sedere le persone lasciando un posto vuoto accanto a ogni commensale e in modo da lasciare libero anche il posto davanti. In questo modo le distanze saranno rispettate. Questo però a condizione che si possa disporre di molto spazio (o, in mancanza di questo, che gli invitati siano pochi).

Quanti invitati

La scelta del numero di amici (o parenti) da invitare è fondamentale. Se sono troppi, infatti, si rischia di dover stare gomito a gomito in una condizione che, oltre a non essere piacevole, non è neppure rispettosa delle norme sul distanziamento tuttora in vigore. Esclusi i più fortunati che possono organizzare un barbeque all’aperto, come si possono regolare gli altri? «In questo periodo il famoso motto Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più viene meno e anzi si corre il rischio di stare troppo vicini» premette Nicola Santini, giornalista di costume, esperto di arte della tavola e bon ton. «Anche il padrone di casa più informale deve assicurarsi che il numero di ospiti sia congruo agli spazi a disposizione. Va considerato, ad esempio, che un normale tavolo da 8 ora potrà bastare per 4 persone, massimo 6» spiega Santini.

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Buffet sì o no?

Nella fase 3 e con la riapertura degli hotel molti albergatori hanno dovuto rinunciare al buffet per colazioni, brunch, pranzi e cene. Bandito anche il classico finger food, il cibo da mangiare con le mani. Meglio allora puntare su portate già “impiattate”, pronte per ogni commensale? «Ricevere in un luogo pubblico, come un locale, presuppone il rispetto di normative chiare e ferree. Chi decide di farlo a casa propria può derogare, ma sempre con la massima attenzione. Se anche si decidesse per una cena a buffet, lasciando liberi gli ospiti di mangiare in salotto sul divano, su un puff, una poltrona o a tavola, bisogna che ci sia qualcuno preposto a servire: una persona di servizio per chi l’avesse o il padrone di casa, per evitare ad esempio che ci si serva delle patatine con le mani» spiega Santini.

Il problema si pone anche se si mangia a tavola. In molti suggeriscono di porzionare i cibi, compreso il pane, che non dovrebbe essere lasciato nel classico cestino, ma tagliato a fette e posizionato in giusta quantità vicino al posto di ogni commensale. «Questo, però, potrebbe mettere a disagio qualche ospite nel chiedere un’altra fetta al padrone di casa. È molto più pratico tagliare il pane e lasciarlo nel cestino con una pinzetta che evita il contatto diretto delle mani» suggerisce l’esperto di bon ton.

Come (e quando) usare guanti e gel

Chi serve le portate o il buffet, dovrebbe indossare i guanti? «Si potrebbero usare, ma non sono necessari se ci si igienizza le mani. In questo caso consiglio di farlo davanti a tutti, servendosi del gel o di salviettine messi a disposizione anche degli ospiti. In questo modo anche un gesto a cui ormai ci siamo abituati, diventa più accettabile da un punto di vista formale. Suggerirei di mettere il gel in un bel contenitore che si abbini al servizio da tavola» dice Nicola Santini.

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Mascherina sì o no?

La mascherina va indossata sempre, anche durante la festa? Se una deroga è ammessa per i familiari conviventi, in molti hanno già iniziato a sceglierne modelli ironici o in tinta con il proprio outfit: «Penso che sia necessario arrivare con la mascherina, che però poi si può togliere: se questo crea difficoltà, è meglio declinare l’invito. Si riceve per divertirsi e stare in compagnia, ma per farlo occorre avere fiducia reciproca, non si può certo chiedere agli ospiti se hanno fatto test o tamponi!» dice Santini.

Posate usa e getta?

Se molti locali e servizi di catering hanno puntato sulle posate confezionate singolarmente insieme al tovagliolo (come nel caso dei matrimoni in epoca post-Covid) è difficile pensare di acquistarle per una cena tra amici. Meglio scegliere le posate usa e getta? «Assolutamente no. È vero che ci sono persone che anche prima della pandemia le usavano per non dover lavare i piatti, ma sarebbero da evitare, non solo per questioni di forma. Il galateo va a braccetto con l’ecologia: si tratta di uno spreco di plastica che produce inquinamento e una delle cose imparate con la pandemia sono proprio gli effetti dell’inquinamento sulla salute» spiega il giornalista di costume.

E le scarpe?

Infine un cenno alle scarpe. Qualcuno potrebbe chiedere agli ospiti di lasciarle fuori da casa, per ridurre al minimo la possibilità di portare all’interno possibili germi, batteri o virus. È però una scelta molto lontana dal bon ton. Se poi si dispone di un giardino o di una terrazza dove si allestisce la cena, diventa improponibile costringere i propri ospiti a rimanere scalzi, a meno di non avere particolare confidenza. «L’unico caso in cui si potrebbe fare una richiesta del genere è avvertendo in anticipo i propri ospiti, in modo da non metterli in imbarazzo nel caso non abbiano cucito qualche buco o fatto in tempo a cambiare le calze prima della cena!» scherza Santini.

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