Carla Signoris
Carla Signoris, 63 anni

Carla Signoris: «Ridere insieme salva ogni giorno il matrimonio»

  • 10 09 2021
Carla Signoris e Maurizio Crozza si conoscono fin da bambini, hanno recitato fianco a fianco e sono sposati da 31 anni. Potevamo non chiederle quale segreto hanno? «Prendiamo in giro le nostre manie. E ci sfidiamo a ping pong come se non ci fosse un domani»

A farla felice sono le cose semplici: «Stare in vacanza in una città con il mare, a casa nostra, è semplicemente meraviglioso». Usa spesso il plurale, Carla Signoris, perché lei e suo marito, l’attore e autore comico Maurizio Crozza, sono una cosa sola nonostante gli impegni lavorativi li vedano coinvolti su fronti diversi: «Maurizio è spesso a Milano, mio figlio Giovanni vive a Roma e Pietro, l’altro figlio, sta studiando a Genova. Considerato che anch’io sono spesso in giro, in questo momento ci stiamo godendo la famiglia» racconta.

Carla Signoris, 63 anni, di Genova, ha studiato Architettura ma si è data subito al teatro. Con il gruppo comico Broncoviz, di cui faceva parte anche Crozza, ha esordito in tv ad Avanzi, 3 decadi fa. Doppiatrice e scrittrice con 3 libri all’attivo, ha da poco terminato di girare la serie tv ispirata al film di Ferzan Ozpetek Le fate ignoranti, che arriverà nel 2022 su Disney+. Mentre dai romanzi di Alessandro Robecchi Le avventure di Carlo Monterossi è stata tratta un’altra serie, per Prime Video, che interpreta con Fabrizio Bentivoglio.

Intanto il 13 e il 20 settembre la vediamo su Sky Serie nella commedia di Alessandro Genovesi Ridatemi mia moglie. Carla è la moglie di Diego Abatantuono e insieme sono genitori di Anita Caprioli, che dopo un lungo matrimonio con Fabio De Luigi si accorge che il loro rapporto è logoro e decide di prendersi una pausa di riflessione.

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In Ridatemi mia moglie interpreta una madre che sembra non capire molto di sua figlia.

«Sono assorbita da mio marito, che a sua volta non riesce a staccarsi dal marito di nostra figlia. Il mio personaggio è cinico, parla senza pensare e cammina sui sentimenti altrui. È un personaggio femminile che mi ha molto divertito».

Ma se uno dei suoi ragazzi avesse una crisi sentimentale, lei come si comporterebbe?

«Credo che vedere soffrire un figlio confuso e irrisolto sia molto doloroso, bisogna essere capaci di stargli vicino senza essere invadenti, cosa non facile. Fino a questo momento sono stata fortunata, è troppo presto per i grandi dolori».

Cosa pensa del momento in cui in una coppia si arriva alla frase “Ho bisogno di tempo”?

«Tutti rispondono: “C’è un altro, un’altra?”. Non riusciamo a comprendere che il tempo è una dimensione a sé. Soprattutto noi donne sentiamo di non averne mai per noi stesse, e quando lo dichiariamo tutti vogliono sapere cosa significa “in concreto”».

Carla Signoris Maurizio Crozza 2009
Carla Signoris con il marito Maurizio Crozza: sono sposati dal 1991 e hanno 2 figli, Giovanni e Pietro.

È sposata con Maurizio Crozza da 31 anni, c’è qualcosa di nuovo che ha scoperto di lui durante la convivenza forzata dalla pandemia?

«Ci era già capitato di stare insieme 24 ore al giorno, quando lavoravamo insieme a Crozza Italia. Ma durante il primo lockdown, l’anno scorso, abbiamo scoperto che il ping pong è salutare. Siamo riusciti a far entrare il tavolo nel salotto di casa e abbiamo giocato come non ci fosse un domani. Con i nostri figli abbiamo anche visto un sacco di film, mi sono goduta insperabilmente la mia famiglia. Certo, abbiamo anche mangiato molto, e ne pago ancora le conseguenze…».

Due comici di professione come voi ridono anche nella vita di tutti i giorni?

«Noi ridiamo moltissimo, le sue manie mi fanno ridere. Meno male, altrimenti saremmo divorziati da chissà quanto… Se riesci a buttarla sul ridere è meglio».

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Una mania di Crozza?

«La cucina, Mauri cucina dalla mattina alla sera. Ogni giorno fa un pranzo di Natale, e dopo che è stato lui ai fornelli devi chiamare un’impresa di pulizie. Ogni tanto mi dice: “E se aprissimo un locale?”».


«Maurizio ha la fissa della cucina. Quando si mette ai fornelli prepara un pranzo di natale. Poi però devo chiamare un’impresa di pulizie!»


Lei cosa risponde?

«Gli dico sempre di scordarselo. Maurizio immagina di poter cucinare solo una volta al mese, ma i suoi genitori avevano un ristorante di pesce: è una galera, non esci mai! D’altra parte, se lo dai in gestione non ti diverti».

Nel suo libro E Penelope si arrabbiò (Rizzoli) ha affrontato il tema del tradimento. Non ha fatto mistero di aver avuto difficoltà nella sua relazione precedente, di essere stata tradita e di essere ricorsa a psicofarmaci e terapia. Cosa le ha dato la forza di credere di nuovo nell’amore?

«È stato un regalo, la forza la trovi se ne vale la pena. Capisci che persona è l’altro nei momenti di difficoltà, se è un tipo d’uomo che ti ferisce in modo volontario o meno. E poi mi sono messa in discussione, ho capito che forse qualche errore lo avevo fatto anch’io. Quando si arriva a tradire c’è sempre una doppia responsabilità».

Suo padre è stato geloso di Maurizio?

«Ci conosciamo dai tempi dell’asilo, ma mio padre non ha fatto in tempo a vederci come coppia. Credo però che sarebbe stato molto protettivo nei miei confronti. Io invece mi affeziono tanto alle fidanzate dei miei figli».


«Mio padre non ha fatto in tempo a vederci come coppia, ma sarebbe stato molto protettivo nei miei confronti. Invece io mi affeziono alle fidanzate dei miei figli»


Come il personaggio di Diego Abatantuono. Voi due siete stati marito e moglie diverse volte sul set.

«In Happy Family di Salvatores io ero una specie di ubriacona e Diego un fattone. In Mister Felicità di Siani eravamo due che si cornificavano. Ormai siamo una coppia di fatto, Diego è molto generoso, gli voglio bene, e chissà che Ridatemi mia moglie non abbia un seguito: il mio personaggio e il suo sono due che se la stanno un po’ raccontando».

Carla Signoris Diego Abatantuono serie tv Ridatemi mia moglie
Carla Signoris con Diego Abatantuono, che interpreta suo marito nella serie Ridatemi mia moglie, il 13 e 20 settembre su Sky Serie.

Lei ha scritto 3 libri, che consigli di lettura darebbe?

«Il lockdown è stato ricchissimo per me, in questo senso. Consiglio i due romanzi storici di Stefania Auci, I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni, e anche L’arte della gioia di Goliarda Sapienza e Il cardellino del premio Pulitzer di Donna Tartt. Se poi ha spazio, cito anche La ragazza della palude, di Delia Owens: racconta di un’infanzia segnata dall’abbandono e di una natura che si rivela madre. E soprattutto mette in discussione i confini tra il bene e il male».

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