Ape Maia (1980)  

Ape Maia, prodotta a metà degli anni '70 dalla casa giapponese Nippon Animation, e tratta dal romanzo di Waldemar Bonsels, questa serie animata sulla vita di un insetto antropomorfo dai capelli ricci color miele racconta - in due serie da 52 episodi - la storia di un'ape curiosa, Maia appunto, che si allontana dall'alveare in cui è nata per esplorare avventurosamente il mondo. Lo fa in compagnia del suo migliore amico, il fuco Will, incontrando una serie di altri animaletti (un topo, una cavalletta, un ragno, uno scarafaggio, una mosca e varie formiche). La sigla italiana è interpretata da Katia Svizzero.

Candy Candy (1980)

Ideato dalla sceneggiatrice giapponese Kyoko Mizuki e disegnato da Yumiko Igarashi, Candy Candy è un soggetto di intramontabile fama - nato come manga nel 1975. È divenuto una serie di animazione, l'anno successivo, per Toei Animation, con ben 115 episodi giunti in Italia nel marzo del 1980.

La storia, ambientata nel primi del '900, ha inizio nei pressi di un orfanotrofio chiamato Casa di Pony e si incentra sulla vita di un'orfana, Candy, passata attraverso la gioia di un'adozione (quella da parte della famiglia Andrew), i dolori di certe perdite (quella dell'amato Anthony, prima, e di nuova fiamma Terence, poi) e i cambiamenti impressi dalle trasferte (gli studi a Londra, l'impiego come infermiera a Chicago). La sigla italiana, "Dolce Candy", è cantata da Cristina D'Avena.

Anna dai capelli rossi (1980)  

Prodotto dalla Nippon Animation nel 1979 e ambientato in Canada, Anna dai capelli rossi, 50 episodi da 24 minuti ciascuno, tratto dal romanzo autobiografico "Anne of green gable"' di Lucy Montgomery, racconta la storia di una gioviale bimba "pel di carota", Anna Sherley, che, rimasta orfana, viene adottata da una coppia di fratelli agricoltori, Marilla e Matthew Cuthbert, e si accorge, crescendo, del suo talento di scrittrice, ma vi rinuncia per restare accanto alla famiglia putativa nel momento del bisogno. La sigla italiana è cantata dal gruppo Gli Amici di Anna.

Mazinga Z (1980)

Capostipite della saga animata dei robot e prodotto da Toei Animation, è il primo cartone giapponese basato sulla storia di una macchina fantascientifica pilotata da un essere umano, ed è comparso in Italia, per la prima volta, nel gennaio del 1980.

I suoi 92 episodi da 24 minuti ciascuno narrano le gesta di un robot costruito da un anziano scienziato e lasciato in eredità al nipote, Koji, suo pilota, con la missione di sventare i piani del malvagio Dottor Inferno, uno scienziato mitomane interessato a dominare il mondo. La sigla italiana è interpretata dal gruppo Galaxy Group.

Gli Antenati (1981)

Altrimenti noti come "Flintstones", questo gruppo di personaggi animati da Hanna-Barbera - inizialmente legati alla sponsorizzazione delle sigarette Winston, e declinati in innumerevoli film e videogiochi - ha debuttato negli Stati Uniti negli anni '60, conoscendo negli '80, in Italia, la massima fama.

Ambientata nell'età della pietra, la serie si incentra sulle scene di vita quotidiana di una coppia di trogloditi, Fred e Wilma, e dei loro amici e vicini di casa, Barney e Betty, puntualmente coinvolti in avventure spassose fra automobili a "propulsione pedestre" e dinosauri impiegati come elettrodomestici. La sigla italiana della serie, di dubbia paternità, deriva dalla traduzione della canzone originaria, "Meet the Flintstones".

Mimì e la nazionale di pallavolo (1981)

Fra i più popolari anime di genere "spokon" (letteralmente "sportivo"), questo cartone animato giapponese - risalente al dicembre del 1969, ma giunto in Italia solo nel 1981, e tratto dal fumetto manga Attack Number 1 di Urano Chikako - consta di 104 episodi da 24 minuti l'uno e ripercorre le gesta di un'ambiziosa studentessa di ginnasio, Mimì Ayuhara, che, scampata alla tubercolosi, entra a fare parte della squadra del liceo Fujimi e la porta per ben due volte alla vittoria del torneo nazionale scolastico.

Assieme alla sua amica Midori passa attraverso i durissimi allenamenti del Mister della squadra, ma approda vittoriosa al campionato del mondo di pallavolo come giocatrice della nazionale juniores. La sigla italiana è cantata da Georgia Lepore.

Lady Oscar(1982)

Conosciuto anche come "La rosa di Versailles", la storia di questo manga dell'autrice nipponica Riyoko Ikeda, trasposto in una serie televisiva nel 1982 per un totale di 45 episodi da 25 minuti ciascuno, prende le mosse nella seconda metà del '700, alle porte della Rivoluzione francese, e ha per protagonista Francoise De Jarjayes, meglio nota come Oscar, una giovane donna cresciuta come un maschio dal padre, il Generale delle Guardie del Re, e affiancata da un affascinante attendente, André Grandier, compagno d'armi e di ardore.

La sua vicenda passa attraverso intrighi a corte, amori non ricambiati, identità sessuali sconnesse e malattie invalidanti (la tubercolosi) che porteranno lei, Oscar, a sfiorire con fierezza sul campo di guerra, cadendo poco prima della presa della Bastiglia. La prima sigla italiana è interpretata da I Cavalieri del Re.

Hello! Spank (1982)

Manga prima serializzato sulla rivista giapponese Nakayoshi, poi raccolto in 7 Tankōbon ("libri a brossura"), infine trasposto, nel 1981, in formato serie tv, è arrivato per la prima volta in Italia nel 1981, prodotto da Tokyo Movie Shinsha e complessivo di 63 episodi da 25 minuti l'uno. Divertente e malinconico al contempo, questo cartone animato racconta la storia di un cagnolino in salopette e papillon e del suo menage quotidiano con la proprietaria, la giovane Aiko detta "Iaia", rimasta orfana del padre e ospite dello zio Fujnami.

Il protagonista, Spank, ha un rivale felino, il gatto Torikiki, con cui bisticcia di frequente, e si limita ad abbaiare nella versione giapponese (come in quella tedesca) dell'anime, mentre altrove è parlante e linguacciuto. La sigla italiana è cantata da Aiko & Company.

Georgie (1984)

Nata manga nel 1983 dalla matita dell'illustratore giapponese Yumiko Igarashi, questa serie acquista fama l'anno successivo, in Italia, col lancio in tv dell'anime omonimo, Lady Georgie, spalmato su 45 episodi da 25 minuti ciascuno.

Le vicende narrate ruotano intorno alla vita di un'orfana tanto bella e perbene quanto invariabilmente sventurata, più evoluta e tormentata di Candy Candy (e non a caso figlia della stessa autrice), e intenta ad affrontare una serie di questioni spinose - i dissapori con la madre adottiva, le attenzioni filo-incestuose da parte dei fratellastri, la rinuncia all'amore dei suoi sogni - mentre indaga, impiegabile, alla scoperta delle proprie origini. La sigla italiana è cantata da Cristina D'Avena.

C'era una volta Pollon (1984)

Tratta dal manga di Hideo Azuma, già autore del personaggio di Nanà Supergirl, questo fumetto del 1977, riadattato in forma di cartoon nel 1982 (ma giunto in Italia solo due anni più tardi) è stato uno dei più amati e replicati nel palinsesto di Bim Bum Bam, programma cult della tv per ragazzi.

Consta di 46 episodi della durata di 30 minuti ciascuno e racconta le vicende dell'impacciata e impudente figlia di Apollo, Pollon, aspirante dea "combinaguai" che rilegge in chiave umoristica la mitologia greca, infarcendola di chiari riferimenti alla cultura nipponica, a spasso per il monte Olimpo. La sigla italiana, scritta da Piero Cassano dei Matia Bazar, è interpretata da Cristina D'Avena.

Kiss me Licia (1985)

Col nome originario di Love Me Knight ("Amami mio cavaliere"), questo manga della fumettista giapponese Kaoru Tada, trasposto in chiave animata nei primi anni '80 e trasmesso in Italia a partire dal 1985, inscena la storia di Yaeko - che da noi è Licia - ragazza che "in un giorno di pioggia incontra per caso Andrea e Giuliano", un bimbo scappato di casa col suo gatto arancione, scontrandosi poco dopo con Mirko, fratello maggiore di quest'ultimo nonché frontman del gruppo pop-rock dei Bee Hive, e iniziando un'amicizia destinata a evolversi in un favolistico amore.

Primo anime ad inserire canzoni originali tra i propri episodi (in tutto 42 da 24 minuti ciascuno), la sua sigla è interpretata da Cristina D'Avena, che ha vestito i panni della protagonista dell'omonimo telefilm made in Italy, Love me Licia, nell'autunno del 1986.

 

Occhi di gatto (1985)

Adattamento dell'omonimo manga ideato dal character designer giapponese Tsukasa Hōjō (lo stesso di City Hunter e Angel Heart), questa serie televisiva prodotta da Tokyo Movie Shinsha e complessiva di due stagioni a finale aperto, per un totale di 73 episodi, racconta la doppia vita delle sorelle Kisugi - Sheila, Kelly e Tati -, di giorno bariste e di notte bandite.

Ma la loro attività criminale, volta al recupero di opere d'arte appartenute al padre, Michael Heinz, celebre artista degli anni '40, è condotta "senza forza né violenza, poiché fanno sempre tutto con prudenza", come cantava Cristina D'Avena nella sigla del cartone, giunto in Italia nel 1985. E c'è pure una storia d'amore: è quella fra Sheila, la sorella di mezzo, e il suo ragazzo Matthew, ignaro investigatore incaricato della cattura delle tre ladre, a permeare l'intera serie.

Mila e Shiro (1987)

Scritto e illustrato da Jun Makimura e Shizou Koizumi, questo manga spokon ("di genere sportivo") è divenuto un anime nel 1984, per mano di Knack Productions, giungendo in Italia due anni più tardi, in una serie di 58 episodi da 24 minuti.

Protagonista delle vicende è una ragazza di campagna, Mila Hazuki, che, trasferitasi in città, si avvicina alla pallavolo un po' per caso diventando, in breve temo, un'atleta stimata e temuta, e guadagnandosi il posto di titolare e la convocazione in nazionale, fino alle Olimpiadi di Seul nel 1988. Al suo fianco ci sono Shiro, il giocatore di pallavolo più forte e fascinoso della scuola, e l'amica e compagna di campo Nami, ma anche il fratellino Sunny e la madre cronista sportiva, erroneamente creduta morta. La sigla del cartone è interpretata da Cristina D'Avena.

Pollyanna (1987)

Prodotta da Nippon Animation e basata sui romanzi della scrittrice statunitense Eleanor Porter, questa serie animata, composta da 51 episodi di 24 minuti cadauno, è arrivata in Italia nel 1987, e la sua trama ruota intorno al personaggio da cui prende il nome, Pollyanna, una bimba di 8 anni rimasta senza genitori e affidata alle cure di una zia di Beldingsville.

Anche per la protagonista di questo anime la strada non è priva di buche, giacché la piccola orfana dovrà fare i conti con un grave incidente e la conseguente invalidazione: a sostenerla saranno solo, come sempre, la sua forza caratteriale e quel "gioco della felicità" che le suggeriva sempre di fare suo padre. La sigla italiana del cartone animato è cantata da Cristina D'Avena.

I cartoni cult degli anni 80

Ape Maia, Candy Candy, Mazinga Z, Kiss me Licia, Georgie e molti altri: ecco i cartoni animati più famosi degli anni Ottanta

I cartoni animati degli anni ’80 sono dei veri cult. Tutti noi li amiamo ancora oggi.

Come non ricordare le avventure dell’Ape Maia, il primo e più popolare fra gli insetti-cartoon, volata in Italia nel 1980 su Rai2 (e ronzata da noi fino al 2012, col rifacimento 3D della serie), o le partite sfiatate di Mimì e la nazionale di pallavolo, antesignana di Mila & Shiro ma con più tecnica e tenacia in campo, l’anno seguente. E come non amare le corse scalze di Anna dai capelli rossi, la bimba “tutta occhi” dall’infanzia turbolenta, o i duelli in punta di fioretto di Lady Oscar, moschettiera androgina “alla corte di Francia”, ma anche le rapine a fin di bene di Occhi di Gatto e le scorribande di Hello Spank con la sua padroncina Aiko.

Certi jingle non possiamo dimenticarli: «sembra talco ma non è, serve a darti l’energia», cantava Pollon nel 1983. E vi ricordate «Wilma, dammi la clava!», il latrato di Fred dei Flinstones? Hanno dato suono e sapore a un’epoca di evasione televisiva. Ecco, allora, una gallery di 16 cartoni cult degli anni ’80. Per rievocare insieme, noi over trenta, la spensieratezza che ha “animato” – alla lettera – le giornate più liete della nostra infanzia.

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