Harry in tribunale contro i tabloid: “Folli e vili”

Il j'accuse del duca di Sussex contro le intrusioni "vili" imputate ai tabloid e la reputazione "ai minimi termini" dei media britannici

Duro affondo del principe Harry, secondogenito di re Carlo III, contro la reputazione dei media britannici. Ma anche su quella del governo e delle supposte relazioni incestuose tra politica e tabloid. Si è consumata così, in tribunale a Londra, la prima giornata di testimonianza-fiume del “principe ribelle” nel quadro del processo contro le intrusioni illegali nella vita privata di diversi vip imputate al Mirror.

È stata la prima deposizione sotto giuramento in tribunale da parte di un membro della dinastia da oltre un secolo. Da quando cioè il futuro Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, fu chiamato in aula in occasione di un processo per diffamazione.

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Harry: “Porre fine alla follia dei tabloid”

Incalzato dall’aggressivo controesame dell’avvocato difensore del gruppo editoriale che pubblica il giornale, Andrew Green, il duca di Sussex non si è sottratto ai botta e risposta. E non si è tirato indietro da possibili bufere.

“La mia speranza è porre fine alla follia della stampa“, è partito Harry nella sua introduzione. Per poi evocare “le dita sporche di sangue” di un certo giornalismo, l’ostilità che gli sarebbe stata riservata fin dalla nascita, gli attentati alla privacy perpetrati con ogni mezzo.

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Il sospetto di intercettazioni illegali

Un’ossessione, ha ammesso, ma un’ossessione rivelatasi “fondata”. Le vicende oggetto di questa specifica causa risalgono al passato, a un periodo compreso fra 1996 e 2010. E riguardano il sospetto d’intercettazioni illegali e di altre forme d’infiltrazioni dietro la pubblicazione di storie relative agli anni della sua giovinezza (dai festini con droga con i compagni di liceo di Eton alla relazione con la prima fidanzata Chelsy Davy).

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Il duca di Sussex ha accusato la stampa scandalistica del Regno di aver cercato di approfittare dei suoi traumi (legati soprattutto alla morte di lady D) per indurlo a commettere azioni “stupide” da sbattere in prima pagina; e di averlo trattato in modo “assolutamente vile”. Nonché di aver contribuito, più recentemente, ad allargare il fossato con il fratello-erede al trono William e a spingerlo all’autoesilio del 2020 con la consorte Meghan negli Usa.

“Media e governi sprofondati al punto più basso”

Harry ha fatto pure nomi e cognomi di giornalisti e direttori. Ha puntato il dito in particolare su Piers Morgan, a lungo editor del Mirror e oggi anchorman tv, noto per le continue polemiche contro i Sussex. Personaggio a cui il figlio minore del re ha addossato la responsabilità diretta di “attacchi personali orribili e spregevoli“.

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Se non bastasse, sono quindi arrivate le parole sui rapporti incestuosi di complicità esistenti a suo dire fra i media britannici e il governo. Istituzioni entrambe sprofondate “al punto più basso” nella reputazione globale, ha sentenziato Harry.

L’avvocato del Mirror: “Da Harry solo congetture”

Il principe Harry ha tenuto botta per ore ad Andrew Green, avvocato del Mirror con fama di “squalo” per l’aggressività dei suoi interrogatori ai testimoni. In aulta quest’ultimo ha più volte accusato Harry di non rispondere a tono. Ne ha liquidato inoltre la narrativa come frutto di “congetture”, sollevando il dubbio che le rivelazioni ricondotte a intercettazioni dei giornalisti potessero invece essere state raccolte grazie a “fonti aperte” o ad anonime gole profonde dei palazzi reali.

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