La sera del 2 giugno 1981 e a Roma fa già caldo, molto caldo. Seduta sui gradini dell’Ara Pacis, una donna stretta in un vestito leggero, sobrio e provocante al tempo stesso, attende l’uomo con il quale negli ultimi giorni ha flirtato a distanza. La prima missiva, di lui: «Ho saputo che vorresti conoscermi. Che ne dici di ottobre?». Lei, stizzita, gli rimanda indietro il biglietto, ma aggiunge in calce il suo numero di telefono. Lui la chiama: «Ok, forse posso liberarmi a metà settembre». Lei riattacca. Lui rilancia: «Facciamo dopodomani». All’appuntamento, però, si presenta con 3 ore di ritardo: ha confuso l’Ara Pacis con l’Altare della Patria. «Niente male per il miglior esploratore del mondo» lo sfotte la donna. Lui sorride, apre la portiera della sua spider e la fa salire. È l’inizio di una storia d’amore che durerà tre decenni durante i quali, sono parole di lei, «io gli insegnai la leggerezza, lui mi trasmise la sua passione, e ci scattammo foto di viaggio bellissime che nessuno vedrà mai».

All’appuntamento, però, si presenta con 3 ore di ritardo: ha confuso l’Ara Pacis con l’Altare della Patria. «Niente male per il miglior esploratore del mondo» lo sfotte la donna.

Sembra un romanzo di Liala, uno di quelli dal lieto fine assicurato. Ed è strano, in effetti, che nessuno fino a oggi avesse mai pensato di trarne un film. Anche perché i protagonisti di questa storia – seppur seguendo traiettorie quasi opposte – erano atterrati sulle copertine dei rotocalchi italiani già da molti anni. Lei si chiama Rossana Podestà: sfollata dalla Libia con i genitori durante la guerra, divenuta una delle star della “Hollywood sul Tevere” grazie a film come Domani è un altro giorno, Ulisse, Guardie e ladri ed Elena di Troia, dove soffiò il ruolo di protagonista a una certa Liz Taylor. Ottima attrice, fisico da pin up perfetto per gli standard del grande schermo, adorata dal pubblico e da registi come Mario Monicelli, Dino Risi e Steno ma refrattaria alla dolce vita romana, sposa il regista Stefano Vicario che l’ha diretta in “7 uomini d’oro”, capostipite dei film di rapina e campione d’incassi in tutto il mondo. Lui è Walter Bonatti, forse il primo italiano a diventare una popstar senza provenire dal mondo dello sport o da quello dello spettacolo. Esploratore, arrampicatore, giornalista, scrittore, fotoreporter per Epoca. Il più grande alpinista della storia, secondo molti: con mezzi imparagonabili a quelli odierni scala Monte Bianco, Cervino, Aconcagua, Kilimangiaro e K2. Determinato, schivo, cocciuto: un po’ per indole, un po’ a causa di un’infanzia anaffettiva. Ma è proprio quel carattere, in aggiunta a un fisico tonico e perennemente abbronzato, a incoraggiare la nascita di un imponente fan club. Tra una scalata e l’altra ama, ricambiato, parecchie donne. Nel 1972 ne sposa una, Giulia, ma durerà poco: troppi silenzi, troppa distanza.

Walter Bonatti sul k2 in una foto d’archivio
ANSA / CARLO ORLANDI
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– Walter Bonatti sul K2 nel 1954.

(Photo by RDB/ullstein bild via Getty Images)
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– Walter Bonatti dopo la solitaria sul Cervino del 1965.

Portrait of Italian actress Rossana Podesta sitting on a rock outcrop overlooking the sea, during her visit to the Cannes Film Festival, May 7th 1958. (Photo by Keystone/Hulton Archive/Getty Images)
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– Rossana Podestà al Festival di Cannes del 1958.

LOS ANGELES,CA – CIRCA 1955: Italian actress Rossana Podesta and her husband Marco Vicario attend an event in Los Angeles,CA. (Photo by Earl Leaf/Michael Ochs Archives/Getty Images)
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– Rosaana Podesta a Los Angeles con il marito, il regista Stafano Vicario.

Un amore maturo

Quando Rossana e Walter si incontrano, hanno rispettivamente 47 e 51 anni. Lei, dopo il divorzio, recita in qualche commedia sexy e passa gran parte del tempo nella sua villa all’Argentario con i figli Stefano e Francesco. Lui si è dato ai reportage di viaggio ma evita quasi sempre la montagna: con un gruppo di arborigeni rintraccia le ultime tigri di Sumatra, solca in canoa il Rio delle Amazzoni e lo Yukon, percorre a ritroso il viaggio in baleniera di Herman Mellville. Separato da 2 anni, è di ritorno dall’ennesima spedizione in Sudamerica quando legge un’intervista a Rossana Podestà: «Alla mia età» dice lei rispondendo a una domanda del giornalista «l’unico uomo con cui fuggirei su un’isola deserta è Walter Bonatti». Accantonato lo stupore, l’uomo capisce che c’è qualcosa che lo attrae, qualcosa che va oltre il gusto della sfida già appagato scalando vette e dragando fiumi. Accetta la provocazione, trova l’indirizzo dell’attrice e le fa avere un biglietto. Il resto ve lo abbiamo già raccontato.

MILAN, ITALY – JANUARY 17: Walter Bonatti during “Che tempo che fa” tv show on January 17, 2009 in Milan, Italy. (Photo by Morena Brengola/Getty Images)
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– Walter Bonatti nel 2009.


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– Rossana Podestà nel 2011

Il docufilm per la Rai girato dal figlio

Sembra una sceneggiatura, dicevamo, e finalmente lo è diventata sul serio. Il 12 settembre, vigilia del decimo anniversario della scomparsa di Bonatti, Rai1 manda in onda il docufilm “Sul tetto del mondo”, prodotto da Stand by me in collaborazione con RaiFiction per la regia di Stefano Vicario, il secondogenito di Rossana. La fiction, dove la strana coppia ha i volti di Nicole Grimaudo e Alessio Boni (bergamasco d’origine proprio come l’alpinista) è intervallata da immagini d’epoca, ricostruzioni storiche e interviste che svelano il lato più privato della coppia. Ombre comprese. L’ex attrice è la prima a entrare, in punta di piedi, nell’ossessione che accompagna Walter dal 1954: discolparsi dall’accusa di omissione di soccorso per il mancato salvataggio di alcuni membri della cordata morti durante la spedizione sul K2. Una vicenda dalla quale uscirà pulito, e finalmente riabilitato anche dalla rancorosa comunità degli scalatori, solo dopo moltissimi anni.

Compagni di emozioni e di viaggio

Rossana, intanto, rifiorisce assecondando il compagno nella sua continua sete di esplorazione, ma come una madre protettiva lo educa alla dimensione degli affetti integrandolo nei suoi legami familiari. Lui la coinvolge in nuove ed esaltanti esperienze di viaggio, alla scoperta della montagna e in generale della natura. Lei torna a ridere di gusto quando gli escursionisti che incrociano sui sentieri trattano Walter alla stregua di una divinità terrena. Un giorno lo osserva ammorbidirsi, quasi commuoversi, mentre le rivela come certi insetti d’altura riescano ad accoppiarsi a 25 gradi sotto zero e fino agli ultimi istanti di vita. Anche loro non si staccheranno mai più l’uno dall’altra fino al crepuscolo di lui, quando un medico bigotto o forse solo troppo zelante le impedirà di salutarlo per sempre. «Non siete sposati» sentenzia. Uno choc che porterà Rossana a esporsi pubblicamente in favore di una legge sulle unioni civili, prima di abbandonarsi di nuovo al silenzio e ai ricordi. Prima di morire anche lei, ad appena 2 anni di distanza dal suo grande amore, senza aver mai smesso di parlarne al presente. Come quando insieme, soli, sfogliavano quel mazzo di foto di viaggio che nessun altro vedrà mai.

“Sul tetto del mondo” la fiction su Rai1

Prodotta da Stand by me e RaiFiction e diretta da Stefano Vicario, Sul tetto del mondo (il 12 settembre in prima serata su Rai1) porta per la prima volta sullo schermo la travolgente storia d’amore fra l’alpinista Walter Bonatti (Alessio Boni) e la diva del cinema Rossana Podestà (Nicole Grimaudo), che è durata tre decenni e ha unito due anime affini per quanto molto differenti. Girato nei luoghi reali della loro storia, come la casa della Podestà all’Argentario, il racconto è arricchito dalle testimonianze di esperti di alpinismo e personalità del mondo del cinema e della cultura: dagli scalatori Reinhold Messner e Simone Moro ai parenti della coppia, dal presidente del Cai Roberto Mantovani a Piera Detassis, Fabio Fazio e Michele Serra.