Alzheimer

Alzheimer: gli esami per scoprirlo tempestivamente

Grazie ai progressi della scienza, oggi è possibile fare una diagnosi precoce ed intervenire tempestivamente. L'importante è rivolgersi a centri specializzati e agli specialisti giusti

21 settembre: Giornata Mondiale dell’Alzheimer

Il 21 settembre è la giornata che in tutto il mondo viene dedicata all’Alzheimer. Le iniziative sono molte, e hanno come scopo quello di far conoscere la malattia, divulgare ciò che si sa già sulle cause, su come si cura e sul futuro della ricerca. Rispetto a un tempo inoltre oggi è anche possibile una diagnosi tempestiva della malattia, grazie a esami sempre più sofisticati. Bisogna però rivolgersi ad un Centro qualificato. Gli specialisti più indicati per formulare la diagnosi sono il geriatra e il neurologo. La visita può essere effettuata presso l’Istituto di neurologia o di geriatria dell’ospedale della propria città, dietro pagamento solo del ticket.

Gli esami tradizionali

La diagnosi viene effettuata per esclusione. Vengono infatti eseguiti prima di tutto un esame del sangue completo ed una Tac, oppure una Risonanza magnetica, per escludere altre malattie che possono causare sintomi simili.

Ci sono poi altri esami che sono utili per definire meglio la malattia. Tra quelli più innovativi c’è la Pet, cioè la Tomografia a emissione di positroni, per verificare com’è il metabolismo del cervello e identificare di conseguenza le aree deteriorate. Secondo una ricerca pubblicata su Neurology a firma di un gruppo di ricercatori della University of California-Berkeley, negli Stati Uniti, questo esame potrebbe anche essere utilizzato per predire la malattia in chi non ne ha ancora i segni. Permette infatti di vedere le aree del cervello e le variazioni di colore in base al consumo di glucosio, il principale carburante delle cellule cerebrali. Le zone dove il consumo è attivo, sono di colore rosso arancio, mentre quelle dove il consumo è ridotto, sono di colore blu o viola. In base alla loro esperienza, i ricercatori hanno evidenziato che chi ha un rischio reale di Alzheimer avrebbe queste aree viola nella parte posteriore del cervello, cioè dove risiedono la memoria e il linguaggio.

Tra gli esami infine non vanno dimenticati i test neuropsicologici. Sono utili per misurare la memoria, la capacità di risolvere problemi, il grado di attenzione, la capacità di contare e di dialogare.

I nuovi test

Un altro test utile è l’esame del liquido cerebrospinale. Il prelievo viene eseguito in ospedale con una puntura lombare, in anestesia loco regionale. Il campione di liquido prelevato viene analizzato per valutare la quantità di amiloide presente. Se il valore di questa proteina è basso, è un segno di malattia. Questo esame attualmente viene effettuato soprattutto nei Centri di cura con una sezione di ricerca. Viene inoltre utilizzato, al momento solo nell’ambito di studi clinici, per valutare l’efficacia delle cure farmacologiche.

Stesso discorso per il test per la ricerca del rame libero, che viene effettuato soltanto all’interno delle ricerche. Gli studi hanno dimostrato che coloro i quali presentano livelli elevati di questa sostanza e manifestano problemi cognitivi, c’è una probabilità del 50% che si manifesti l’Alzheimer nell’arco di quattro anni.

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