Glutine e intestino

Sensibilità al glutine e celiachia: 4 cose da sapere

Malattia celiaca (autoimmune) e sensibilità al glutine non celiaca: scopri le differenze perché è importante non confondersi

Le forme di celiachia paiono in costante e preoccupante aumento, tanto che ormai il mercato è ben rifornito di prodotti alimentari sicuri e gluten free. Ma pochi forse sanno che esiste anche una sensibilità al glutine in grado di provocare sintomi simili a quelli della malattia celiaca, pur non trattandosi della stessa patologia.  A volte, infatti si tratta di sola sensibilità al glutine che si manifesta comunque con una sintomatologia simile a quella celiaca.

Fare chiarezza in merito è importante per poter impostare uno stile di vita che sia sano ed equilibrato, evitando drastiche rinunce e auto-diagnosi. Il fai da te, anche in merito alla celiachia, si rivela di nuovo dannoso e controproducente.

La celiachia, in quanto malattia autoimmune, prevede un’alimentazione assolutamente priva di glutine: quindi no ai derivati del grano ma anche agli additivi, agli emulsionanti e a tutte le vie subdole attraverso le quali il glutine può entrare a contatto con l’organismo celiaco.

«La celiachia è un’intolleranza al glutine, una malattia che prevede la completa eliminazione dalla dieta di alimenti contenenti glutine o da quest’ultimo “contaminati”. La sensibilità al glutine, invece, ha una sintomatologia addominale (alterazioni dell’alvo) simile alla celiachia ma non è una malattia. La celiachia necessita di una diagnosi specialistica (in positività) fondata su reperti di analisi del sangue mirate e biopsia duodenale. La sensibilità al glutine, invece, è una diagnosi per esclusione (prima si escludono le altre possibili patologie correlate ai sintomi): si elimina il glutine dalla dieta e il paziente sta meglio ma non si può considerare celiaco» spiega il dott. Gianalberto Grasso, specialista in Gastroenterologia.

I sintomi

Quali sono i campanelli d’allarme che possono far pensare alla celiachia o alla sensibilità al glutine?

La sensibilità al glutine non celiaca si manifesta comunemente con mal di testa, debolezza, problemi intestinali, nausea e dolori muscolari di cui è complesso rintracciare un’altra causa scatenante. La sensibilità al glutine non celiaca colpisce molte più persone rispetto alla celiachia, malattia autoimmune.

La celiachia è una grave allergia al glutine e si manifesta con sintomi simili alla sensibilità al glutine non celiaca, quali mal di testa, problemi intestinali, nausea, dolori, spossatezza. Ma anche con dimagramento rapido e mal assorbimento di vitamine, minerali, proteine e altre sostanze nutritive.

Nell’organismo celiaco, infatti, il glutine scatena una reazione immunitaria (autoimmune) a livello dell’intestino tenue e questo tipo di reazione può essere più o meno violenta a seconda dei casi.  

«La celiachia è una malattia genetica, la cui diagnosi deve assolutamente essere specialistica. Con una diagnosi certa di celiachia, si può accedere a una serie disovvenzioni riguardo all’acquisto di alimenti privi di glutine. Con la sensibilità al glutine, invece, ciò non è previsto. Dunque, la diagnosi certa ha una valenza fondamentale anche da un punto di vista prettamente burocratico» spiega l’esperto.

Glutine e colon irritabile

I sintomi connessi alla sensibilità al glutine non celiaca e alla celiachia, sono simili a quelli scatenati dalla sindrome del colon irritabile. E viceversa.

A parlarne è lo studio Glutox, condotto dall’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri (AIGO) e pubblicato sulla rivista Nutrients. Questa ricerca ha evidenziato come almeno un paziente su cinque con una diagnosi di colon irritabile, sia risultato poi affetto da sensibilità al glutine non celiaca.

I sintomi, infatti, sono davvero simili e vanno dal gonfiore addominale alla stanchezza, passando per nausea persistente e mal di testa. In questi casi, il problema può essere risolto proprio attraverso l’adozione di un’alimentazione priva di glutine.

La celiachia e l’organismo femminile

Diagnosticare per tempo e con sicurezza la malattia celiaca è molto importante per salvaguardare salute e benessere, anche dal punto di vista riproduttivo. Infatti, sono numerosi gli studi che collegano la salute degli organi riproduttivi femminili alla celiachia.

Innanzitutto, la celiachia colpisce in maggioranza donne, proprio a causa di una più elevata predisposizione del genere femminile per le malattie di tipo autoimmune.

Da recenti ricerche condotte dalla Fondazione Celiachia dell’UOC Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica del Policlinico Umberto 1, è risultato evidente il legame tra malattia celiaca e: menarca ritardato, amenorrea (mancanza di mestruazioni), sindrome menopausale, osteoporosi, menopausa precoce e anche infertilità.

Riguardo alla sterilità, diversi studi hanno evidenziato che, tra le donne che accedono ai servizi specialistici per sospetta sterilità, una buona parte risulta poi celiaca.

Il fattore ereditario

La malattia celiaca è ereditaria? In parte, parrebbe proprio di sì. Ad analizzare la correlazione tra genetica e celiachia, è uno studio in essere chiamato CD GEMM, che va proprio ad analizzare i fattori ambientali e genetici della celiachia.

Per dimostrare la teoria genetica relativamente alla celiachia, lo studio prende in considerazione i bambini “a rischio” (ovvero nati e allattati da mamme celiache) e gli eventuali fattori ambientali che possono causare l’insorgere e l’incremento dellamalattia autoimmune.

Tra queste possibili cause rientrano anche: mutato stile di vita, alimentazione ricca di zuccheri e farine raffinate, stress e livelli di inquinamento.

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