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Medicina estetica: i falsi miti e le verità da conoscere

Visi gonfi, trasfigurati, irrealistici. Labbra a canotto o "a paperina". E ancora, sguardi inespressivi e sopracciglia mefistofeliche. Questi i principali dubbi - condivisibili - sulla medicina estetica. Abbiamo chiesto a un pool di esperti quanto ci sia di vero in tutto ciò

«Vorrei, ma non oso. E se poi non mi piaccio?». È questa, in sintesi, la paura più frequente di chi sta pensando di sottoporsi a un trattamento di medicina estetica, ma è frenato da mille dubbi. Tutti dubbi condivisibili, data l’esplosione – on e offline – di visi artificiali, che poco hanno a che vedere con le sembianze donate da Madre Natura.

Tra le paure più comuni c’è quella di ritrovarsi con il volto omologato, uguale a tanti altri che si vedono sui social. O ancora, uscire dallo studio del medico estetico con i lineamenti iper-voluminosi, inespressivi e paralizzati. Insomma, il timore di trasformarsi in un avatar, come testimoniano le associazioni di chirurgia plastica, è più forte che mai.

Le paure più comuni sulla medicina estetica

Per chiarirci le idee su realtà e falsi miti, abbiamo chiesto a un pool di esperti di scioglierci i dubbi più comuni sulla medicina estetica. Tra i primi dati, è emerso che la responsabilità delle paure dei pazienti è da attribuire in parte agli stessi operatori. «In passato, è stato fatto un uso massiccio del cosiddetto “ritocchino“, seguendo una vecchia visione americana della medicina estetica che tendeva a intervenire anche dove non era necessario. Da qui la diffusione, soprattutto su Internet, di “maschere di gomma” che hanno generato molte paure, appunto fondate. Ma poi, a un certo punto, è stato difficile datare le immagini virtuali, per poterle contestualizzare in un periodo risalente a un decennio fa» spiega il dottor Pier Paolo Rovatti, chirurgo plastico e medico estetico a Verona.

Tuttavia, su Internet le cose restano, come è appunto il caso delle foto di vip sfigurati dalla chirurgia. Fortunatamente, il vento sta cambiando. «Negli ultimi 5-6 anni la medicina estetica persegue un orientamento più conservativo che mira a mantenere i lineamenti del paziente» continua Rovatti. In realtà si sta facendo sempre più strada il concetto tipo “la mano del chirurgo c’è, ma non si vede”. Scopriamo perché nelle domande che seguono.

medicina estetica

La medicina estetica rende i visi tutti uguali?

«Il valore aggiunto del medico estetico o chirurgo plastico è quello di armonizzare i tratti di un volto che può avere delle alterazioni morfologiche (cioè delle disarmonie nella forma ndr). La conoscenza l’anatomia, propria del medico estetico, permette di ridare forma e volume secondo i criteri fisiognomici» precisa il dottor Rovatti.

Negli ultimi anni, è stata registrata la richiesta di aumentare i volumi di alcune parti del volto, in particolare degli zigomi e delle labbra. Ciò ha generato un’omologazione di caratteristiche somatiche, dando origine ad una specie umana inesistente in natura, definita in gergo “over-corrected dalla chirurgia plastica”.

«L’errore è essenzialmente del medico che accetta in modo incondizionato i “desideri” della paziente ed esegue i trattamenti senza un preciso studio fisiognomico personalizzato, cioè senza compiere un’analisi delle specifiche caratteristiche strutturali e psichiche che si riflettono sul volto stesso.

Per evitare visi omologati, quindi, è importante che il medico indaghi sui desideri effettivi e psicologici della paziente che si sottopone ad un intervento di chirurgia plastica o di medicina estetica».

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I filler rendono il viso gonfio?

«Molto dipende dalle quantità di filler utilizzati e dalla mano del medico» spiega il dottor Alessio Dini, medico estetico ad Arezzo. «Il segreto per non avere sorprese di visi “gommosi” è iniettare piccole dosi di acido ialuronico in punti ben controllati. In alcuni casi, bisogna procedere per gradi, cioè facendo tornare la paziente in più sedute. Questo garantisce la naturalezza del risultato».

Inoltre, i dispositivi medici si sono evoluti. «Oggi esistono filler di acido ialuronico molto morbidi che si integrano perfettamente nei tessuti cutanei. Hanno la capacità di riempire le rughe, senza però gonfiare eccessivamente i lineamenti. E poi ci sono filler di nuova generazione che aiutano a rassodare la pelle, e si usano per esempio lungo la mascella per contrastare i cedimenti del volto. È il caso del filler a base di idrossiapatite di calcio, una sostanza naturale presente nelle ossa e nei denti che, lungi dall’essere volumizzante, dona struttura la viso. Ha un’azione rimodellante che, quanto a effetti, è il contrario di “gonfiare” il viso. Una volta iniettato nel derma, l’idrossiapatite di calcio stimola la produzione di collagene, la proteina responsabile dell’elasticità cutanea, proprio ciò che rende la pelle elastica e “coesa” ai lineamenti. Insomma, il segreto della giovinezza» prosegue il dottor Dini.

Il filler alle labbra si vede?

Anche in questo caso, l’effetto finto dipende dalla mano del medico e dalle quantità di acido ialuronico iniettato. «Per un risultato naturale, è importante concentrarsi sulla forma delle labbra anziché sul loro volume. A volte bisogna “solo” correggere qualche asimmetria oppure dare più definizione al contorno, e si ottiene una bocca più gradevole ai propri occhi, ma senza destare il sospetto di avere le “labbra rifatte”» precisa il dottor Ignazio Ticca, odontoiatra e medico estetico, specializzato nell’estetica del sorriso a Sassari.

«Oggi la sfida del filler labbra è adattarlo ai denti della paziente, in modo da camuffare eventuali difetti e valorizzare il sorriso. Ma il segreto per non avere “labbra a canotto o effetto paperina” è sempre agire con gradualità e con dosi quasi infinitesimali, senza voler ottenere risultati esasperati che mal si confanno al viso della paziente. Del resto, a volte per riequilibrare i lineamenti, a volte basta veramente poco».

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Il botulino paralizza il viso? 

«Uno dei miti da sfatare è ormai il noto ritornello che il botulino migra (e chissà dove andrà?)» dice il dottor Rovatti.

«Alla nascita di questo mito ha contribuito uno studio che ha condotto un’indagine sulla migrazione del botulino iniettato nei ratti a dosaggi 2.500 volte superiori a quelli utilizzati in medicina e in estetica. Ma i ratti e gli esseri umani sono molto diversi dal punto di vista fisiologico.

La tossina botulinica è stata iniettata nel ratto alla base del muscolo olfattivo del baffo, le cui fibre nervose sono in diretto collegamento con il cervello. Nell’uomo, invece, vi è una diversa modalità di trasmissione dell’impulso olfattivo al cervello, tale da impedire la migrazione al cervello della tossina botulinica.

La letteratura scientifica ormai ha ampiamente dimostrato con lavori seri e supportati da uno storico di oltre vent’anni, che l’effetto della tossina è solo locale e temporaneo. A supporto di ciò vi sono centinaia di migliaia di pazienti trattati nel mondo che, a distanza di anni e dopo svariate iniezioni di tossina, non hanno avuto alcun effetto collaterale maggiore. E, una volta aver smesso di sottoporsi al trattamento, sono tornati come prima. L‘effetto della tossina botulinica dura dai 4 ai 6 mesi».

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I trattamenti di medicina estetica sono permanenti?

«Assolutamento no! Tutti i filler viso oggi a disposizione del medico estetico devono essere riassorbibili per evitare le problematiche insorte alcuni anni fa, che hanno creato non pochi problemi.

Anche la tossina botulinica, che non è un filler riempitivo ma è un farmaco sicuro che agisce sul muscoli facciali, ha un effetto temporaneo. Dopo 4-6 mesi svanisce, dando così la possibilità di scegliere se proseguire o meno il trattamento senza alcun effetto collaterale» risponde Rovatti.

La biorivitalizzazione è un sostituto di filler o botulino?

«I trattamenti di biorivitalizzazione consistono in tante piccole iniezioni di varie sostanze (acido ialuronico, idrossiapatite di calcio, vitamine e aminoacide) effettuate nel derma allo scopo di migliorare la qualità della pelle.

Non sono trattamenti sovrapponibili a quelli ottenuti con l’utilizzo dei filler o della tossina botulinica. Quindi sono tecniche propedeutiche e complementari ai trattamenti sopradescritti, che determinano un miglioramento dell’idratazione del viso e della texture. Inoltre, danno un supporto a quelli che sono considerati gli effettivi trattamenti di rimodellamento del volto.

D’altro canto, non si può concepire di rendere un viso turgido e sodo, ripristinandone i volumi o distendendone le rughe, con una pelle magari avvizzita e disidratata» conclude il dottor Rovatti.

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