La dieta giapponese sta scomparendo?

In Giappone si è cominciato a mangiare fast food, ma nonostante questo la salute degli ultracentenari è ottima. Perché? Che non sia la famosa dieta a base di pesce a spiegare la più alta aspettativa di vita al mondo?

Il Giappone è il Paese con la migliore aspettativa di vita al mondo e il numero più alto di ultracentenari: settantamila persone hanno doppiato la boa del secolo e per la fine di quest’anno la previsione è quota centomila, un dato impressionante che non ha eguali altrove. Ma non è solo questione di cifre perché l’aspetto più sorprendente è che i nipponici arrivano a spegnere cento candeline in perfette condizioni di salute. Come si spiega?

Anche i giapponesi mangiano ai fast food

Gli studi più aggiornati ipotizzano che il merito non sia solo della dieta, come si pensava, perché nelle metropoli giapponesi lo stile di vita ricalca il modello occidentale e la gente ha ormai da tempo abbandonato la tipica alimentazione locale accontentandosi di pasti mordi e fuggi e del panino comprato al fast food. Insomma, anche nel Sol Levante è successo un po’ come qui da noi, dove la vecchia dieta mediterranea, che gli esperti continuano a ritenere comunque la migliore, tanto da essersi aggiudicata anche quest’anno il primo posto nel Best Diets Ranking, è diventata oggi un concentrato di farine raffinate, grassi poco sani, tanti zuccheri, carni processate e cibi pronti. Con il risultato che il 35% degli italiani è in sovrappeso e si ammala sempre più di patologie cardiovascolari, diabete e tumori.

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Nelle isole la dieta giapponese resiste

In Giappone, invece, questo non è accaduto, le persone godono mediamente di ottima salute e il numero dei centenari continua ad aumentare. «Lontano dalle grandi città, in regioni come l’isola di Okinawa, sicuramente l’aimentazione gioca ancora un ruolo importante: è basata su cibi a basso contenuto calorico ed è ricca di nutrienti preziosi, ovvero gli acidi grassi Omega 3 del pesce e le fibre, le vitamine e i minerali presenti nelle verdure, nei legumi, nel riso e nelle alghe, i fitosteroli della soia, gli antiossidanti del tè verde. Tutte sostanze che aiutano a regolare i livelli di glicemia e colesterolo “cattivo” nel sangue, a mantenere in buona salute il microbiota intestinale e, quindi, il sistema immunitario, a controllare il peso corporeo e a rallentare l’invecchiamento precoce. Ma ci sono senza dubbio altri elementi che spiegano il fenomeno dei centenari»,  dice la dottoressa Francesca Argellati, biologa nutrizionista a Genova. E aggiunge: «Per fornire risposte certe gli studi futuri dovranno concentrarsi su aspetti come la genetica, l’abitudine a praticare sport a tutti i livelli, a camminare molto e a spostarsi con la bicicletta. Contano molto anche l’efficienza del sistema sanitario, considerato uno dei migliori al mondo e il ruolo degli anziani, che in Giappone vengono coinvolti nella  vita della collettività perché ritenuti imprescindibili dispensatori di saggezza».  

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