allergia graminacee

Allergia alle graminacee: dai sintomi alle cure

I pollini più insidiosi si combattono da più fronti: farmaci, prevenzione e alimentazione

Le graminacee sono una famiglia di piante diffusa in tutto il pianeta, poiché costituiscono la struttura fondamentale di tutte le distese erbose: pascoli, praterie, savane o steppe che sia.

Oltre che nei prati e nei terreni incolti, le graminacee sono diffuse anche nelle città: si pensi alle erbe che crescono spontaneamente ai margini delle strade oppure nei giardini dei parchi. Sono presenti a tutte le latitudini e comprendono oltre 9000 specie, 450 delle quali sono presenti in Italia. Alla famiglia delle graminacee appartengono anche molti cereali come: grano, orzo, segale, avena, mais, granturco, riso ecc.

Le graminacee, in determinati periodi dell’anno, fioriscono producendo dei pollini che sono fortemente allergenici, tant’è che il termine febbre da fieno è nato proprio per le allergie causate dai pollini di queste piante.

Ecco cosa c’è da sapere sull’allergia alle graminacee.

Cos’è

L’allergia alle graminacee è un’allergia stagionale, le cui manifestazioni compaiono in un arco di tempo che va da fine aprile a metà giugno. A soffrirne è circa il 10-15% della popolazione italiana.

I sintomi sono tanti e vanno dalla congestione nasale al prurito, dalla lacrimazione degli occhi alla tosse. Ne consegue un malessere generale con stanchezza, nervosismo ed irritabilità che ha delle ripercussioni non indifferenti sullo svolgimento delle attività quotidiane.

Cause

L’allergia è una classificabile reazione eccessiva da parte del sistema immunitario che, per difendersi da un elemento ritenuto pericoloso (in questo caso i pollini delle graminacee), rilascia molta istamina, la sostanza responsabile delle manifestazioni fastidiose: prurito, occhi rossi, lacrimazione, tosse, starnuti, raffreddore ecc.

Anche se si conoscono i meccanismi dell’allergia, le effettive cause che la fanno scattare sono ancora sconosciute: per questo motivo non si riesce a stabilire a priori se una persona è a rischio allergia oppure no.

La diagnosi si effettua solo ad episodio allergico avvenuto, mai prima, proprio perché l’allergia non dà segnali “premonitori”. Non è infrequente infatti che risulti allergico chi per una vita ha dichiarato di non aver mai sofferto di nessuna allergia.

Sintomi

I disturbi si manifestano quando si è esposti agli allergeni, cioè al polline delle piante. Il naso che cola e la congestione nasale sono tipici, così come gli occhi che lacrimano seguito da un’intensa sensazione di prurito. Quest’ultimo può interessare anche il palato o la gola. Gli occhi si gonfiano e compaiono delle occhiaie, il soggetto comincia a starnutire e a tossire, mentre sia il gusto che l’olfatto perdono di sensibilità.

Ne risulta un affaticamento generale, con un malessere che interferisce con i compiti della vita quotidiana. Il tutto può portare ad avere dei problemi nella fase di addormentamento, riducendo il sonno e innescando un senso di nervosismo.

Rimedi

La medicina tradizionale fa ricorso a farmaci capaci di attenuare i sintomi allergici. Si tratta di rimedi a base di cortisone, antistaminici e decongestionanti che però non curano il problema alla radice.

Un’altra via di cura è data dall’omeopatia che contrasta i sintomi dell’allergia. In genere, i farmaci omeopatici non provocano la sonnolenza tipica di molti antistaminici, e non danno problemi di interazione nel caso sia necessario assumere medicinali specifici.

Per ottenere i massimi risultati in termini di prevenzione, è consigliabile assumere prodotti omeopatici a partire da un mese, un mese e mezzo prima del periodo di pollinazione. Nella fase acuta invece, le specialità omeopatiche vanno scelte in base alla sintomatologia dominante.

Diagnosi

Per sapere se si soffre di febbre da fieno, è utile effettuare un esame medico, chiamato prick test: è un metodo che aiuta a capire a quale piante si è allergici, individuando il picco dell’allergia per approntare rimedi adeguati.

Il medico incide la cute dell’avambraccio inoculando l’allergene nella microlesione: se si è allergici ad una determinata pianta, sulla pelle compare un ponfo.

Cosa non mangiare

Almeno nel periodo interessato in cui vieni colpito dalle allergie, solitamente da aprile a giugno, per curare definitivamente i tuoi problemi di allergia dovrai eliminare completamente quegli alimenti a base di cereali appartenenti alla famiglia delle graminacee.

In particolare: avena, farro, frumento, kamut, mais, miglio, riso, orzo, segale e sorgo.

Pane, pizza, biscotti, cracker, fette biscottate, torte, crostate, o qualsiasi altro prodotto a base di farine prodotte con questi cereali, almeno durante il periodo delle allergie, dovranno sparire del tutto dalla tua tavola.

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