«I bambini imparano le relazioni con gli altri per imitazione di mamma e papà» commenta Laura Rinella, psicologa. «Ricordalo tutte le volte che interagisci con degli estranei davanti a tuo figlio».

Tuo figlio non ha amici? Vai alla radice del problema

Nella maggior parte dei casi non è il gruppo a escludere tuo figlio: è l’atteggiamento passivo del bimbo a renderlo invisibile ai compagni.

«Per questo consiglio di parlare con gli insegnanti che hanno una visione esterna alla famiglia» consiglia Rinella. «Ma anche di farsi delle domande. Se, per esempio, i genitori sono ansiosi, possono aver soffocato l’autonomia del figlio. O, ancora, se il bambino passa troppo tempo in casa, potrebbe essersi convinto di non interessare agli altri».

Parlando di tuo figlio evita le etichette

«Anche se lo si fa per cercare di toglierlo dall’imbarazzo, giustificare il figlio davanti agli altri con un: “È timido” non va bene. Alla lunga lui si convincerà di esserlo. Anzi, penserà che mamma e papà lo vogliano così» sostiene la psicologa.

In realtà, la timidezza nasconde sempre una mancanza di sicurezza. Per superarla servono dosi massicce di rinforzi positivi, incoraggiamenti e rassicurazioni.

Parla con tuo figlio e aiutalo a riflettere

Copia il filosofo Socrate che, secondo i principi della maieutica, portava gli allievi a trovare in sé le risorse per affrontare un problema. Come? «Con le domande giuste» suggerisce l’esperta.

«A fine giornata, per esempio, nell’intimità della cameretta, gli si può chiedere: “Con chi hai giocato oggi? Come è andata?”. L’importante è ascoltarlo senza interrompere né giudicare. E se si scopre che lui è rimasto troppo da solo chiedergli: “Cosa potresti fare domani per cambiare le cose? Con chi avresti voglia di chiacchierare? ”. È un buon modo per aiutarlo a riflettere su emozioni e comportamenti. Che lo farà sentire più forte»

Apri le porte di casa agli amici di tuo figlio

«Per rompere il ghiaccio, infine, è utile favorire le occasioni di socializzazione» conclude l’esperta. «Basta poco: invitare tre o quattro compagni a casa per dei pomeriggi di giochi e merenda. O accordandosi con altri genitori per vedersi al parco con i bambini».

Non è forse facendo le cose insieme che nascono le amicizie?