Special Age, per nonni social

La piattaforma di Zuckerberg rischia però di risultare troppo generica e dispersiva per i nonni meno tecnologici. Per questo Angela Musolesi, 60 anni, suora francescana con un passato da manager esperta di tematiche europee, ha voluto creare il primo social network in Italia dedicato agli anziani: Special Age (specialage.com), che sarà presentato ufficialmente a Roma il 5 giugno.

Online da poche settimane, il sito ha già raccolto centinaia di iscritti che si scambiano messaggi e condividono video e foto. Non solo. «Nella sezione “Gli anziani per i giovani”, cliccatissima, avvocati ed economisti, ma anche cuoche e casalinghe, si rivolgono ai ragazzi che vogliono imparare qualcosa da un nonno» spiega Angela.

I nonni social mettono a disposizione l'esperienza

«C’è poi la possibilità, con la geolocalizzazione, di sapere se gli amici virtuali abitano vicino e così conoscerli di persona. Per sconfiggere il male peggiore: la solitudine».

Su Special Age Angelo mette a disposizione la sua «pluridecennale esperienza bancaria per piccoli artigiani liberi professionisti». Marcello, ingegnere, aiuta «giovani e diversamente giovani in matematica, elettronica e programmazione », mentre a Nino «piacerebbe affiancare qualche ragazzo volenteroso in matematica e tecnologie». Naturalmente gratis, specifica. Belinda, invece, soffre di intolleranze e condivide la ricetta della carbonara senza uova.

Con internet gli over 65 si mantengono giovani

Combattere il vuoto, dare un senso alle giornate, ma anche invecchiare meglio e conservare la mente elastica e pronta. A questo può servire Internet quando si hanno i capelli bianchi.

Lo dimostra Ages 2.0 (ages2.eu/it), uno studio pilota realizzato dall’università inglese di Exeter, dall’agenzia regionale sanitaria delle Marche e dalla Fondazione Giacomo Brodolini per incoraggiare la  partecipazione degli anziani tramite i social media. Il progetto ha portato online un gruppo di persone dai 65 ai 90 anni (e oltre) e ha scoperto che usare il computer ha aumentato la loro autostima, mentre chattare li ha resi più attivi e consapevoli.

Nonni alla carica in Rete

Glauco Mancini, 93 anni, di Pesaro, ex professore di inglese, si è innamorato di Facebook: «Sapere di poter parlare, scambiare idee e progetti in tempo reale con una persona che vive in un’altra città è strabiliante». Antonio Dell’Atti, responsabile del progetto per la Fondazione Brodolini spiega: «Superata la diffidenza iniziale, quasi tutti hanno trovato il loro modo di vivere la Rete. C’è chi ha imparato a scrivere e-mail, chi ha cercato conoscenti su Facebook, chi ha parlato con i parenti lontani su Skype.

Una delle applicazioni più amate dagli anziani? Google Maps, per vedere dall’alto e nei dettagli i luoghi che conoscono».