I siti pro-ana diventano reato penale

E' già realtà in Francia, dove aprire un sito pro-anoressia viene punito penalmente. In Italia c'è per ora un disegno di legge che, se approvato, permetterà di oscurare i siti pericolosi e che prevede anche la reclusione per i colpevoli

A cura di Martina Braganti

 

Nel web, come ben sappiamo, esistono centinaia di siti pro anoressia frequentati da ragazzine che si scambiano notizie (sbagliate e fuorvianti) su come perdere peso o su come nascondere ai genitori un eventuale disturbo di cui si soffre (insomma alla famiglia vengono preferite notizie date da perfette sconosciute che forse non hanno nemmeno conoscenze in materia di dieta e alimentazione). 

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In Francia è stata infatti varata una legge che ha trasformato in un reato penale la pubblicazione di siti pro anoressia. Ed in Italia? Beatrice Lorenzin, Manlio Contento e Enrico Costa hanno avanzato una proposta di legge al Parlamento: oscurare i circa 300 mila siti che promuovono le filosofia pro-ana e pro-mia, che indicano sostanze e metodi pericolosi per la salute.

Beatrice Lorenzin al sito web salute24 dice: “Vogliamo fornire alla polizia postale uno strumento operativo come si è già fatto per i siti pedopornografici e chiudere quelli pericolosi prima che possano fare ulteriori danni. Il testo, che dovrà essere ancora migliorato prevede un anno di reclusione per chi con qualunque mezzo, Internet compresa ma non solo, incita e promuove pratiche che possono condurre all’anoressia o alla bulimia. Se poi i destinatari sono minori o persone prive di capacità di intendere e volere la pena è innalzata a due anni.” 

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Proprio così: stiamo parlando di censura. Mi sento di dire che quando entra in gioco la vita di un’adolescente si può e si deve far tutto, anche censurare. Cancellare le informazioni sbagliate, quelle che ogni giorno portano a nuovi casi di anoressia e bulimia. Il web è uno strumento potentissimo; bisogna però saperlo usare. Ben vengano quindi siti in cui esperti del settore dicano come stanno veramente le cose ma nessuno di noi deve improvvisarsi medico. 

Sì all’informazione ma solo quando è corretta. La vita non è un gioco. Spero quindi che questo disegno si trasformi in legge in tempi ragionevoli.

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