Vaccino per il Papilloma virus

Tutto quello che c’è da sapere sul Vaccino contro il Papilloma virus

Abbiamo chiesto all'esperta perché è importante vaccinare i figli contro questo tipo di virus, quando farlo e come funziona il vaccino

Il Papilloma virus è responsabile del 90% dei tumori del collo dell’utero, ma non solo. In alcuni casi, lo stesso virus può causare (raramente) anche tumori alla vagina, alla vulva, al pene e al cavo oro-faringeo. Il Papilloma virus comprende 100 ceppi diversi ma solo alcuni di essi sono oncogeni (provocano lesioni tumorali). Il vaccino contro il Papilloma virus, a oggi, ne ha coperti 4 (2 oncogeni e 2 scatenanti i condilomi). Ora è in arrivo un nuovo vaccino per il Papilloma virus, a copertura più ampia e destinato non solo alle bambine-ragazzine ma anche ai maschi. La copertura vaccinale, l’informazione e la gratuità del vaccino in Italia sono decisamente frammentate, dipendendo dalle peculiarità delle diverse regioni. Infatti, ci sono regioni più “illuminate” in cui il vaccino è gratuito addirittura fino ai 18 anni di età (anche per i maschi) e sono previste riduzioni nel costo persino per le donne entro i 45 anni di età. Se vuoi saperne di più leggi anche la nostr guida su papilloma virus e prevenzione.

Vaccino contro il Papilloma virus: cosa dice l’esperta

Abbiamo chiesto alla dott.ssa Francesca Testa, specialista in Ostetricia e Ginecologia presso il Centro Medico Santagostino, di spiegarci perché è così importante vaccinare i figli contro questo virus. «Il vaccino contro il Papilloma virus comprende, per ora, 4 ceppi di cui due sono gli oncogeni maggiormente responsabili delle lesioni tumorali al collo dell’utero. È importante vaccinare non solo le bambine ma anche i maschi, e farlo a partire dagli undici anni di età. Infatti, vaccinando prima dell’esordio dei rapporti sessuali, si ottiene una copertura di massima efficacia» spiega l’esperta.

«Inoltre, il Papilloma virus non solo è responsabile dei tumori al collo dell’utero ma anche, seppure con rara incidenza, dei tumori alla vagina, alla vulva, al pene e al cavo oro-faringeo. Il Papilloma virus è asintomatico (tranne nel caso della presenza di condilomi) e si trasmette per via sessuale. In questo senso, il preservativo è una buona copertura ma non completa. Infatti, il Papilloma virus si trasmette anche attraverso il semplice contatto tra mucose» conclude la dott.ssa Testa.

Il nuovo vaccino e le peculiarità italiane

Dal 2017 il vaccino anti-Papilloma virus (HPV) è entrato nel piano vaccinale nazionale, completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale ed è consigliato non solo per le bambine, ma anche per i maschi. Ma l’Italia rappresenta un caso particolare, in tal senso.

«La peculiarità italiana è legata alle diverse politiche regionali. Infatti, mentre in alcune regioni particolarmente “illuminate” (come, per esempio, l’Emilia Romagna) il vaccino per il Papilloma virus è gratuito a partire da 11-12 anni di età fino addirittura ai 18 anni e le famiglie vengono informate in modo capillare, in altre regioni l’informazione in merito e la copertura sono davvero esigue» spiega la dott.ssa Testa.

I dati riguardo all’impatto del vaccino, a livello mondiale (fonte Centro Medico Santagostino) sono i seguenti: in Australia, a 6 anni dall’introduzione del vaccino, le infezioni da HPV 6/11/16/18 nelle donne di 18-24 anni sono diminuite dell’86% rispetto ai soggetti non vaccinati, negli USA addirittura dell’89%. La riduzione dei condilomi genitali in Australia è stata del 92,6%, e anche le lesioni pretumorali del collo dell’utero sono diminuite circa dell’85%.

L’importanza della prevenzione

Vaccinare, e farlo per tempo, è quindi cruciale. Anche chi ha una copertura vaccinale per il Papilloma virus deve comunque sottoporsi a Pap Test, come da protocollo, ogni tre anni a partire dai 25 anni di età (oppure prima di questa soglia anagrafica ma solo se si hanno rapporti sessuali da almeno tre anni).

«Il Pap Test è un’efficace forma di prevenzione per quanto riguarda i tumori al collo dell’utero poiché permette di individuare le lesioni precancerose, che impiegano poi anni a svilupparsi. Il Pap Test eseguito prima dei 25 anni non ha la stessa attendibilità poiché è frequente che nelle ragazze più giovani sia presente l’HPV anche in grande quantità. Infatti, si tratta di un virus a elevata diffusione (così come accade per i ceppi virali di raffreddore e influenza) e che, in giovane età, viene efficacemente contrastato dal sistema immunitario. Nella maggior parte dei casi, il Papilloma virus riscontrato nei Pap Test in ragazze giovani, scompare poi negli screening seguenti» spiega la dott.ssa Testa.

Cosa fare in caso di Papilloma virus?

E in presenza di questo virus, cosa bisogna fare?

«In presenza di Papilloma virus, è necessario seguire un follow up, come da protocollo. Non esiste, infatti, una terapia risolutiva per questo tipo di virus. In alcune regioni italiane, il vaccino anti-Papilloma virus è consigliato addirittura fino ai 45 anni di età ed è fruibile a un costo calmierato. Se ci si sottopone in età “avanzata” al vaccino, non si beneficerà della massima efficacia nella copertura, ma si sarà comunque protette da quei ceppi virali» spiega l’esperta.

 
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