Nuvole cielo azzurro

Le nuvole ci parlano: impariamo a decifrarle

Si può fare di più che guardare le previsioni online. Un nuovo libro, a metà tra scienza e poesia, ci aiuta a scoprire cosa dicono cumuli, cirri e altostrati

«Certe volte sono bianche e corrono e prendono la forma dell’airone o della pecora o di qualche altra bestia, ma questo lo vedono meglio i bambini che giocano a corrergli dietro per tanti metri» cantava Fabrizio De André. In effetti descrivere una nuvola a parole non è semplice. Spesso si ricorre a similitudini («è bianca come il latte» o «è soffice come un marshmallow») e alle somiglianze più ardite. Per molti di noi le nuvole sono entità astratte o, al massimo, un passatempo divertente, a misura di grandi e piccoli che vanno alla ricerca delle forme più strane. Quello che non pensiamo mai è che delle nuvole è utile conoscere anche le origini scientifiche.

«Si formano a causa della condensazione, quando il vapore contenuto nell’aria si trasforma in acqua. Un fenomeno che può dipendere dalla pressione dell’aria, ma anche dalla presenza di polvere, granelli di sabbia o terra, attorno ai quali si creano le goccioline d’acqua. Queste, a seconda della temperatura che diminuisce con l’altezza, possono essere liquide o ghiacciate» racconta Sarah Zambello, che alle nuvole si è appassionata così tanto da scriverci un libro, insieme all’illustratrice Susy Zanella.

Si intitola Nuvolario. Atlante delle nuvole (Nomos Edizioni). Sarah Zambello spiega che saperle riconoscere in base alla forma, al grado di trasparenza e alla disposizione nel cielo, è utile per prevedere se porteranno il sole, un’innocua pioggerella o un temporale. Così, con il suo aiuto, iniziamo subito, qui. Individuiamo le tipologie di nuvole più comuni o significative dal punto di vista meteo. Ma anche quelle da catturare con uno scatto che ne imprigioni la rara bellezza.

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Niente rovesci all’orizzonte

Se vedi sopra la tua testa nuvole molto alte, sfumate e con una scia semitrasparente, non devi temere il brutto tempo. Il loro nome scientifico è cirrus e ne esistono cinque tipi. Il più comune è l’uncinus perché caratterizzato da uno sbuffo finale proprio con quella forma arcuata. «È il vento che le attraversa ad alta velocità a creare il tipico strascico ghiacciato dovuto all’altezza» rivela Sarah Zambello.

Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle

La sapienza contadina, si sa, ha un fondamento di verità. Come dice il proverbio, quando l’azzurro del cielo si offusca a causa di grandi gruppi di piccole nuvole, distanziate tra loro in modo regolare e di un bel bianco brillante, la perturbazione è probabilmente dietro l’angolo. «Si tratta di cirrocumulus stratiformes, nubi di alta quota» specifica l’autrice. «Se si uniscono ai cirrus uncinus, la pioggia è assicurata al 100 per cento».

Una nube caduta sulla terra

Quando cammini in un parco avvolta dalla nebbia, lo sai che stai passando dentro un banco di nubi grigie, senza contorno né increspatura? Il nome scientifico è stratus nebulosus, può provocare pioggia o nevischio e si forma tra zero e 2.000 metri di altitudine.

Tuoni e grandine in arrivo

Vista in lontananza, è pesante e densa, si sviluppa in verticale, come se fosse una montagna dalla punta appiattita o frastagliata. Il suo nome è cumulonimbus ed è la nube temporalesca per eccellenza, spesso accompagnata da raffiche di venti, ma anche l’unica in grado di sviluppare fulmini. Se la vedi all’orizzonte, è tempo di tornare a casa.

Il sole è assicurato

Si chiama cumulus, è tondeggiante e assomiglia a un batuffolo di cotone, per la forma e per il colore. La vedi nelle giornate dal cielo che più limpido non si può e non porterà mai precipitazioni. Per questo viene chiamata anche “nube del bel tempo”. La varietà detta humilis, in particolare, ricorda proprio le nuvolette che disegnano i bambini.

Le nuvole più suggestive da vedere

Le sagome arrotondate delle nuvole lasciano spazio ai voli pindarici della fantasia. «Le formazioni nuvolose del genere altocumulus sono rare, ma non impossibili da vedere, in particolare nelle zone di montagna» spiega Sarah Zambello. «La varietà lenticularis è molto originale, perché ha la forma di un cerchio schiacciato e ha curve modellate dal vento che le attraversa, senza però spostarle. Assomigliano invece a tubi lunghi e giganti, le altocumulus volutus». Riconoscerle non è difficile anche perché sono le più solitarie di tutte. Si vedono sempre isolate: loro non si mischiano mai ad altre nuvole.

Da leggere prima di uscire

Sarah Zambello, autrice del Nuvolario (Nomos Edizioni, età di lettura da 8 anni), è un’educatrice. L’idea per questo libro le è venuta mentre osservava il cielo con i bambini della sua classe. La loro curiosità ha risvegliato in lei la voglia di approfondire l’argomento, ma in un modo speciale: senza tralasciare una spiegazione scientifica (il volume ha l’ok del centro Fisico Prealpino) e affiancando alle descrizioni da fiaba le bellissime tavole illustrate di Susy Zanella. «Mi piacerebbe che le persone si stendessero su un prato a guardare le nuvole con il mio libro in mano e giocassero a riconoscerle» dice l’autrice.

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