carta identita elettronica

Carta d’Identità elettronica, ora si può usare come SPID

Arrivano novità per chi ha una carta di identità elettronica: basta impostare una password collegata alla CIE o utilizzare l'app per accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione. La nuova modalità è già attiva sui portali dell'INPS e dell'Agenzia delle Entrate

Le novità nel video del Ministero dell’Interno

In attesa delle modifiche allo Spid o dell’unificazione in un’unica identità digitale, arrivano novità nelle funzioni della Cie, la Carta d’identità digitale. Che, in pratica, a tutti gli effetti sostituisce al momento lo Spid.

CIE: basta la password o l’app CieID

La Carta d’Identità Elettronica (CIE) oggi quindi è ancora più semplice, veloce e sicura. Tutti i cittadini in possesso della CIE potranno, infatti, accedere ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e dei privati semplicemente impostando on line una password e senza aver più bisogno della carta fisica a portata di mano. Dopo una fase di sperimentazione con alcune amministrazioni, ora per l’accesso ai servizi digitali abilitati, si potrà scegliere se continuare a utilizzare la carta fisica oppure in modo più semplice inquadrare un QR Code tramite l’App CieID o inserire email e password con un codice temporaneo ricevuto per SMS.

Con l’App CieID o con un codice temporaneo ricevuto per SMS è possibile accedere velocemente ai servizi online. Una facile chiave per utilizzare, in pochi minuti, comodamente e con qualsiasi dispositivo, i servizi digitali delle amministrazioni che hanno già reso disponibile per i propri utenti questa nuova funzionalità, come ad esempio Agenzia delle Entrate e INPS.

Carta d’identità elettronica: le nuove funzioni

Dal 27 marzo, infatti, il ministero degli Interni aveva chiarito cosa cambia, in particolare nell’accesso ai servizi tramite CIE, che diventano più facili e veloci: saranno sufficienti «le credenziali di livello 1 e 2, associate alla propria carta di identità elettronica, per accedere in modo più semplice e veloce ai servizi online della Pubblica amministrazione e a quelli dei privati dotati del pulsante “Entra con Cie”». Di fatto non servirà più il livello 3, quello per cui era necessario un lettore di smart card per il pc o uno smartphone con tecnologia Nfc.

Cosa cambia in concreto

Come spiega il Ministero, «tutti i cittadini in possesso di CIE possono accedere ai servizi online in pochi passi e da qualsiasi dispositivo, semplicemente attivando una coppia di credenziali, username e password. O, se richiesto dal servizio, un secondo fattore di autenticazione (codice temporaneo OTP, scansione QR code)».

Dunque basterà avere uno username e una password, come per lo Spid. Solo in alcuni casi potrebbe essere richiesto un secondo fattore di autenticazione, come il codice temporaneo OTP che solitamente viene inviato sullo smartphone tramite messaggio; in alternativa è sufficiente inquadrare un QR Code.

I servizi ai quali accedere tramite CIE, inoltre, sono disponibili anche se non si ha con sé fisicamente la carta: è sufficiente digitare il codice Puk e il numero di serie della CIE, che vengono rilasciati al momento della richiesta della carta stessa e vanno sempre custoditi con cura.

Come recuperare il PUK

La CIE permette di firmare un documento digitale attraverso una firma elettronica avanzata sia in ambito pubblico che privato; i cittadini che hanno comunicato in fase di rilascio della CIE l’email o il cellulare e avessero smarrito il PUK possono recuperarlo in modo semplice attraverso l’App CieID. È possibile attivare l’identità digitale CIE con le nuove funzionalità attraverso il sito http://www.cartaidentita.it anche subito dopo la richiesta di rilascio del documento.

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Come si usa la Carta d’Identità Elettronica

Le novità si aggiungono a quelle introdotte già lo scorso ottobre, quando è stato permesso di usare la Carta d’Identità Elettronica per accedere ai portali e ai servizi della Pubblica amministrazione, senza doverla avere con sé cioè senza più inquadrarla con la fotocamera del cellulare. A questo va unito il fatto che, come annunciato nelle scorse settimane, sarà creata una App che permetterà di entrare sui vari portali della PA, come Agenzia delle Entrate, Inps, Comune, ecc. semplicemente inserendo un pin abbinato alla propria CIE.

Come ci si autentica con la CIE

I livelli di autenticazione informatica, chiamati rispettivamente 1, 2 e 3, rimangono comunque tali. Per il primo, normale, si richiederanno solo nome utente e password; per il secondo, detto “significativo”, oltre a nome e password servirà inserire un codice temporaneo, un OTP, generato al momento e comunicato tramite smartphone. Infine, per il terzo livello, quello elevato, si dovranno fornire nome, password e OTP non temporaneo, ma basato su certificati digitali. In questo modo il Governo chiarisce che si intende garantire la massima sicurezza, estesa anche ai minori. A differenza dello Spid, infatti, anche i bambini hanno la Cie: in questo caso il decreto chiarisce che l’accesso sarà regolato “in modo da agevolare il controllo genitoriale”. Infine, va ricordato che la CIE può già essere utilizzata tramite l’app CieSign come strumento di firma elettronica avanzata (FEA) consentendo ai cittadini di firmare agevolmente documenti elettronici.

Chi può chiederla, dove e come

Chiunque sia cittadino italiano può fare richiesta della Carta di Identità Elettronica in qualsiasi momento. È necessario avere una carta di identità cartacea o una CIE di I o II generazione (emessa prima del 2016). Si può far richiesta della Cie anche in caso di furto, smarrimento o deterioramento del proprio documento d’identità, presso il proprio Comune di residenza o domicilio. Se si è cittadini italiani ma residenti all’estero, ci si può rivolgere al proprio consolato di competenza. Il costo è di 16,79 euro, che potrebbe essere maggiorato in alcuni Comuni per specifici costi di segreteria e diritti fissi.

Che validità ha la CIE

La validità della CIE dipende dall’età del titolare: 3 anni dalla data di emissione per i minori che hanno meno di 3 anni di età; 5 anni dalla data di emissione per i minori con un’età compresa tra i 3 e i 18 anni; 9 anni più i giorni intercorrenti fra la data della richiesta e la data di nascita per tutti gli altri. In caso non si possano rilasciare le impronte digitali – richieste – per motivi contingenti, la CIE avrà validità di 12 mesi dalla data di emissione.

Quali operazioni si possono fare con Carta d’Identità Elettronica

Insieme alla possibilità di usare la CIE il Governo ha deciso di attivare una piattaforma specifica (cartaidentita.interno.gov.it). Qui si possono “aggiornare i dati personali” (ad esempio, indirizzo email, numero di cellulare, ecc.), “visualizzare le operazioni effettuate con la propria carta d’identità elettronica”, ma anche “manifestare il consenso o il diniego alla donazione di organi e tessuti in caso di morte”. Inoltre, se l’utente ha associato alla Cie anche un indirizzo di posta elettronica o un numero di telefono mobile, potrà recuperare il codice Puk senza doversi recare fisicamente agli sportelli del proprio Comune.

Fare la firma digitale con Carta d’Identità Elettronica

Oltre a questa novità, la Cie potrà essere usata, in alternativa allo Spid, per firmare documenti digitali con firma elettronica avanzata (la cosiddetta Fea), da remoto, quindi restando a casa o in qualsiasi altro luogo, accendendo da pc o device mobile.

Come ottenere Pin e Puk (anche in caso di smarrimento)

La Carta d’Identità Elettronica, come ogni supporto di questo tipo (ad esempio, il bancomat) ha un Pin e un Puk, che sono i codici di 8 cifre rispettivamente per usarla e per sbloccarla in caso di blocco. Sono forniti nel momento in cui si fa la Cie: “la prima metà è contenuta sempre nell’ultimo foglio della ricevuta cartacea fornita dall’operatore comunale al termine della richiesta di rilascio presso lo sportello. La seconda metà, necessaria per completarli, è invece fornita al cittadino con la lettera di accompagnamento presente nella busta con cui riceve la CIE“, come spiega il ministero dell’Interno sul proprio sito.

Nel caso in cui ci si sbagli a inserire il Pin per tre volte consecutive la carta viene bloccata e diventa inutilizzabile a meno di non ricorrere a Puk. Lo sblocco del Pin tramite Puk “è possibile da computer mediante il software CIE e da smartphone mediante l’App CieID”, come ricorda ancora il Viminale, dove si trova anche un tutorial per effettuare l’operazione (cartaidentita.interno.gov.it/cittadini/software-cie).

Per recuperare entrambi, se li si è persi, dimenticati o li si è custoditi in cassetti, faldoni o altri posti di cui non ci si ricorda più, è possibile chiedere una ristampa sia del Pin che del Puk, presso il proprio Comune, ma occorrerà recarvisi di persona (e, in alcuni casi, prendere prima un appuntamento).

Differenze tra Spid e Carta d’Identità Elettronica

Al momento i cittadini possono scegliere, accedendo ai portali della Pubblica amministrazione, se utilizzare lo Spid o la Cie. Premesso che ad oggi ci sono 32 milioni di Spid attivi e circa 31 milioni di Cie (sono obbligati ad avere il documento di identità tutti, compresi neonati e anziani, che certamente non usano questo mezzo per le pratiche digitali), entrambi gli strumenti sono ritenuti validi dalla Commissione europea. La differenza, però, è che finora per la Cie serviva un sensore cosiddetto RFID/NFC (di solito uno smartphone), a cui avvicinare fisicamente il documento, quindi non sempre era possibile e sicuramente era più complicato dell’accesso con Spid. Con l’entrata in vigore della novità, invece, il meccanismo sarà pressoché identico a quello dello Spid.

Un’altra differenza è che finora per ottenere lo Spid si poteva scegliere tra circa una decina di Identity Provider (per esempio, il più diffuso è rappresentato dalle Poste italiane): in molti casi non comporta costi di alcun tipo, mentre la Carta d’Identità – seppure obbligatoria – ha un costo una tantum (16,79 euro, più i diritti di segreteria che variano da Comune a Comune, e le spese di spedizione) e va rinnovata.

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