Papa Francesco

Papa Francesco in ospedale per una laparotomia. Di cosa si tratta

Papa Bergoglio è di nuovo in ospedale, questa volta per un intervento chirurgico. L’esperto spiega perché

Il nuovo ricovero di Papa Francesco, a meno di tre mesi dal precedente, ha destato preoccupazione tra i fedeli, ma soprattutto è arrivato con sorpresa. Bergoglio è entrato al Policlinico Gemelli di Roma nel primo pomeriggio, dopo la consueta udienza generale del mercoledì e dopo aver salutato i fedeli. Come spiegato da una nota ufficiale della Sala Stampa vaticana, il Pontefice al «termine dell’udienza generale si è recato presso il Policlinico Universitario Gemelli» per essere sottoposto «in anestesia generale ad un intervento chirurgico di laparotomia e plastica della parete addominale con protesi». «L’operazione, concertata nei giorni scorsi dall’equipe medica che assiste il Santo Padre, sì è resa necessaria a causa di un laparocele incarcerato che sta causando sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti», ha spiegato ancora il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.

Perché Papa Francesco è in ospedale

Il motivo del nuovo ricovero, dunque, non ha a che fare né con i problemi al ginocchio che in passato hanno interessato il Papa, né con la recente infezione respiratoria, che ha costretto il Santo Padre a una decina di giorni di degenza, sempre al Gemelli di Roma. Questa volta si è trattato di un’operazione chirurgica all’addome. «La laparotomia di cui si parla nel comunicato della Santa Sede è un intervento chirurgico addominale a cielo aperto. Il termine indica semplicemente una tecnica di intervento, che è diversa dalla laparoscopia. Nel primo caso si indica un’operazione dell’addome effettuata con il bisturi, in modo tradizionale; nel secondo caso, invece, si fa ricorso all’endoscopia, effettuando tre “buchi” e operando tramite altrettanti tubicini» spiega il gastroenterologo Luca Piretta, dell’Università Campus Biomedico di Roma. «Naturalmente questo secondo intervento è meno invasivo ed è il motivo per cui lo si privilegia, ove possibile», precisa Piretta.

Cos’è il laparocele incarcerato

«Entrambi i tipi di intervento possono essere utilizzati per diversi motivi, come per l’asportazione di ernie, ulcere o appendice, ecc. Nel caso del Pontefice si parla di laparocele incarcerato: «È sorta di ernia che si forma sulla parete addominale, in particolare su una pregressa cicatrice chirurgica, dove si può creare nel corso del tempo un’ernia, appunto – spiega Piretta – Quando il contenuto di questa ernia, che potrebbe essere formata tipicamente da una parte di intestino, si blocca e attorciglia si forma una sorta di nodo intestinale, che può essere molto doloroso e può portare a ulteriori complicazioni come il blocco intestinale». «Non è così raro che accada quando si è subita una precedente operazione perché la zona di intervento rimane più delicata e fragile, più soggetta a ernie appunto, perché offre minor resistenza a una pressione dall’interno. Non si chiamano ernie, ma laparoceli proprio perché si creano su una cicatrice dovuta a precedente intervento», aggiunge l’esperto.

Il precedente intervento di Papa Francesco

Papa Francesco era già stato ricoverato e operato all’addome a luglio del 2021, in particolare per una stenosi diverticolare del sigma, con resezione (cioè asportazione) a sinistra di una parte del colon. L’operazione, effettuata dal chirurgo Sergio Alfieri, era avvenuta con successo sempre al Policlinico Gemelli, dove Bergoglio è tornato poi a fine marzo scorso per un’infezione respiratoria. Era stato ricoverato il 29 marzo ed era poi stato dimesso il 1° aprile, con un bollettino medico che aveva escluso il Covid-19. A causare la malattia infettiva, che colpisce organi e tessuti dell’apparato respiratorio come gola, vie respiratorie o polmoni, era stato un virus o un batterio.

Il mini-appartamento in cui si trova Papa Francesco

Ora Papa Francesco rimarrà in una stanza del nosocomio romano al decimo piano, riservata proprio ai pontefici in caso di cure mediche ospedaliere. Si tratta di un vero mini appartamento, semplice negli arredi, ma accogliente, all’ultimo piano dell’ala destra del Policlinico Gemelli. L’allestimento risale ai primi anni ’80, quando lo si approntò per Giovanni Paolo II. Oltre allo spazio per il letto, il bagno, un televisore e qualche strumento per la pressione e il rilevamento di altri parametri vitali, la stanza ha un piccolo salottino con una poltrona-letto e una cappellina per le preghiere ed eventuali celebrazioni. Sono presenti un inginocchiatoio e un grande crocifisso. A garantire la riservatezza e sicurezza del Santo Padre c’è un presidio della Polizia di Stato italiana, della Gendarmeria vaticana e della Sicurezza del Policlinico. L’area che ospita Papa Francesco dispone, infine, di grandi finestre che si affacciano sull’ingresso principale dell’ospedale e da una delle quali Wojtyla nel 2005 si affacciò per salutare i fedeli e i pazienti, tenendo un Angelus durante il quale ribattezzò il Gemelli il “Vaticano tre” (dopo piazza San Pietro e Castel Gandolfo).

La degenza: quanto durerà

Difficile prevedere quanto tempo trascorrerà in ospedale Papa Francesco. Il portavoce vaticano parla di «diversi giorni per permettere il normale decorso post operatorio e la piena ripresa funzionale». «In genere, la laparoscopia permette un recupero più rapido rispetto alla laparotomia e questo è il motivo per cui negli ultimi 20 anni questo tipo di intervento è privilegiato. Ma non sempre è possibile effettuarla – spiega ancora Piretta – Spesso si entra in sala operatoria provando la laparoscopia e, se non è possibile, si procede con il taglio con bisturi». Nel caso di Papa Francesco i medici hanno optato per un intervento di tipo tradizionale, forse anche in considerazione dell’età del Pontefice, che il 17 dicembre prossimo compirà 86 anni. Nel caso della precedente operazione al colon la degenza, inizialmente prevista di una settimana, si era protratta a una decina di giorni per un episodio febbrile.

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