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Arbitra di volley lascia: “Io, giudicata troppo grassa”

Un'arbitra di volley di 35 anni si è detta stanca di essere discriminata per il sovrappeso. Si è dimessa a malincuore da giudice di gara nel campionato di serie B. E su Facebook ha espresso tutta la sua amarezza

Il suo girovita giudicato troppo abbondante per poter arbitrare una partita: così l’arbitra di volley Martina Scavelli, 35enne catanzarese, ha detto basta e ha dato le dimissioni. “Non sopporto più di essere misurata e pesata come si fa con le vacche!”, ha scritto su Facebook. Il riferimento è al regolamento della Federvolley sui parametri antropometrici che gli ufficiali di gara devono rispettare.

Alla Egonu: “Tu sei nera, io sono grassa”

Paola Egonu
Paola Egonu

La 35enne, arbitra di serie B, si è rivolta nel suo post alla campionessa azzurra Paola Egonu: “Tu sei nera, io sono grassa, ma non sopporto più di essere misurata e pesata come si fa con gli animali.

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Una regola controversa

Martina Scavelli, che ha iniziato la carriera di arbitra nel 2007, ha scelto il giorno di S. Valentino per denunciare l’applicazione della regola relativa alla massa corporea che ritiene sbagliata: gli arbitri di volley, infatti, non devono correre come nel calcio, perché li si deve sottoporre alla verifica del peso? Non è più importante che sappiano giudicare i falli o se la palla è dentro o fuori? L’arbitra catanzarese ha scritto un lungo post su Facebook per spiegare le sue ragioni.

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L’arbitra: “Lo sport non dovrebbe emarginare”

“Lo sport – ha scritto Martina Scavelli – dovrebbe unire, anziché emarginare. E io non voglio più essere messa all’angolo per qualche centimetro o qualche chilo in più. Ho superato i valori previsti di Bmi e circonferenza addominale e non è emerso nulla di eccessivo. Ho ricevuto una penalizzazione di 3 punti nell’ambito del punteggio Dirigenti di settore e l’esonero dall’impiego fino al raggiungimento dei valori previsti. La penalizzazione mi porterà, a fine stagione, a passare dalla serie B al campionato regionale, facendo un enorme passo indietro. Parametri fuori norma, certo, ma di poco. Un poco che non scalfisce la qualità del mio servizio. Come se tre dita in più sul mio girovita potessero mettere a rischio una partita di pallavolo che, tra l’altro, non prevede che l’arbitro corra per il campo come succede nel calcio”.

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“Mi sono sempre autosospesa”

“Le regole sono regole, – ha proseguito l’arbitra nel suo post – io le ho accettate e le rispetto, ma non vuol dire che siano sacre e immutabili. Ho operato al servizio della Federazione dal 2007, con grande senso di responsabilità, devozione e disciplina. Sono sempre stata consapevole dei regolamenti legati all’attività di arbitro e ho mantenuto un comportamento scrupolosamente osservante delle regole, anche in merito ai parametri antropometrici. Mi sono sempre autodenunciata nel momento in cui ho realizzato di superare i parametri imposti. Mi sono sempre autosospesa. Ad oggi, però, non sono disposta ad accettare che una carriera fondata sui sacrifici e sul massimo rispetto possa essere ‘calpestata’ da imposizioni del genere che non prevedono soglie di tolleranza“.

“Ho scelto di amarmi un po’ di più”

“Ho deciso allora di dire basta – ha affermato la Scavelli – per me e per tutti i grassi. Basta a delle regole che non sempre vengono fatte valere ‘erga omnes’. Basta a chi si basa sui numeri e sotterra le emozioni”. “Basta alle vedute ristrette – ha scritto ancora nel post Martina Scavelli – basta ad un sistema che non si interroga se quei chili in più nascano da problemi di salute o periodi particolari della propria vita. La salute mentale, l’integrità di un individuo, la passione e il sacrificio di un essere umano valgono molto di più di qualche centimetro di troppo. Da oggi inizia la mia battaglia per superare la discriminazione imposta da certe norme. Aiutatemi a fare sentire la mia voce perché non è solo la mia voce. Sono grassa, sì. Ma anche di contenuti, voglia di lottare e speranza. Oggi ho scelto di amarmi un po’ di più”.

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Fipav: obiettivo è la salvaguardia della salute

A stretto giro, è arrivata la replica della Fipav (federazione Italiana Pallavolo). “Al fine di chiarire e fugare dubbi sulla normativa vigente in materia di parametri antropometrici che gli ufficiali di gara devono rispettare, – si legge in una nota – si tiene a precisare quanto segue: la normativa federale sui valori massimi di BMI (Indice di Massa Corporea, ndr) e circonferenza addominale è già in vigore dalla stagione 2017/18 per tutti gli arbitri, compresi gli addetti di staff impiegati nei campionati nazionali, (in realtà introdotta da oltre dieci anni per gli arbitri federali di Serie A e dunque successivamente estesa) sulla base di una delibera del Consiglio Federale che deriva dal recepimento di una normativa della Federazione Internazionale per motivazioni sanitarie: l’health management plan programme. La Fipav, dovendo rispettare la regolamentazione internazionale ha fatto propria la normativa e da quel momento ha fatto sì che tali parametri vengano costantemente rispettati per il corretto e regolare svolgimento delle proprie attività sportive”. “Obiettivo primario della normativa internazionale in oggetto – continua la nota – è la salvaguardia dello stato di salute della classe arbitrale che, come si potrà immaginare, è costantemente informata e aggiornata su eventuali cambiamenti dei regolamenti stessi. Ovviamente la Federazione Italiana Pallavolo e il suo settore ufficiali di gara all’inizio di ciascuna stagione agonistica coinvolge i propri tesserati impegnati nel settore arbitrale affinché conoscano la normativa vigente che, come detto, si pone il principale obiettivo della tutela della salute”.

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