Aspetto un figlio, ma non è di mio marito. E ora con chi lo cresco?

  • 09 05 2018

Dal 2015 la scrittrice ha una rubrica su Donna Moderna dove si confronta con le lettrici sui problemi di coppia, sesso, relazioni affettive. Ogni settimana pubblichiamo le sue risposte, online e sulla carta: se anche tu vuoi scriverle, manda una mail a [email protected]

Leggi le altre storie di #ParlaneConChiara

Cara Chiara, sono sposata da 10 anni con un mio coetaneo che sento di amare e da cui, pur con i suoi limiti, mi sento ricambiata. Il matrimonio è iniziato con la perdita del bambino che aspettavo, e con una diagnosi di infertilità “a mio carico”. L’anno scorso ho conosciuto un uomo di 15 anni più grande, separato, con 3 figli, che vive a 250 chilometri da me. Ci siamo innamorati. Ora aspetto un bambino da quest’uomo. Mio marito lo sa e, nonostante il delirio di emozioni che l’ha travolto («Ho provato per anni ad avere un figlio con te, ora vai a letto con un vecchio e rimani incinta, io che uomo sono?»), ha scelto di restarmi vicino e riconoscere il piccolo. L’altro propone che io viva vicino a lui (ma non con lui) per poter vedere il piccino. Per ora nessuno, nemmeno la sua famiglia, dovrà sapere che il bambino è suo. Ovviamente mio marito ha posto come condizione che io tronchi con quest’uomo. E quest’uomo, dopo oltre 1 anno passato a dirmi «Sei sposata, posso fare quello che voglio», ora pretende l’esclusività. E io? Amo tutti e 2. L’ho detto a entrambi, ma o non l’hanno capito o l’hanno dimenticato. Forse dovrei scegliere mio marito, l’uomo che si sta facendo carico del frutto del tradimento della moglie. Ma è giusto che scelga io il padre del bambino? È giusto strapparlo al padre naturale? Qual è la cosa giusta? Non tanto per me, ma soprattutto per il nascituro?

(Sbandata)

Carissima Sbandata, il motto di tutti i miei romanzi è da sempre: famiglia è dove famiglia si fa. Non può esistere una sola idea di famiglia perché non esiste un solo modo di amare e di stare insieme. Detto questo, la tua situazione sarebbe delicata anche senza un bambino, ma c’è e non solo perché è capitato: perché hai deciso di accoglierlo. Tua e solo tua poteva essere quella scelta, come lo è quest’altra. Dunque posso darti solo un piccolo consiglio: se sceglierai di rimanere con tuo marito, non farlo perché «si sta facendo carico del frutto del tradimento». Ma perché senti che sarebbe il padre migliore per tuo figlio. Allo stesso modo, se sceglierai l’altro, non farlo “solo” perché è il padre naturale. Ma per lo stesso motivo. E cosa significa migliore? Capace di dedicare il suo tempo, cuore, testa a ciò che sta per accadere. E magari tenerti anche per mano e considerare vostra quest’avventura. Una carezza sulla pancia.

Problemi di cuore, di testa o di pancia? Scrivi a [email protected]

Leggi le altre storie di #ParlaneConChiara

Riproduzione riservata