Io sposata da trent’anni, continuo a sognare il primo amore

  • 20 06 2018

Dal 2015 la scrittrice ha una rubrica su Donna Moderna dove si confronta con le lettrici sui problemi di coppia, sesso, relazioni affettive. Ogni settimana pubblichiamo le sue risposte, online e sulla carta: se anche tu vuoi scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it

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Cara Chiara, sono ormai in un’età in cui fa un po’ ridere parlare di passione. A quasi 65 anni l’unico amore decente, secondo la nostra società e per una donna, è quello tranquillo, domestico e matrimoniale. Il mio, insomma, accanto all’uomo che è mio marito da più di 30 anni. Ma sai, Chiara, nei sogni mi succede di non avere affatto l’età che ho. E nei sogni torna, ossessivamente, una persona. Non ha mai smesso di tornare. È quel ragazzo del liceo che posso chiamare “primo amore”: lo persi per un capriccio ed è rimasto piantato qui nel cuore come un diamante. I sogni poi si interrompono, ma nella mia serena quotidianità non finisce il confronto tra la vita che ho e la vita che avrei potuto avere. Lo so, è solo una fantasia innocente, è un rimpianto qualunque, forse una nostalgia di giovinezza. Ma come si può sopportare l’attrito tra la realtà e tutti i mondi che non abbiamo esplorato?

Olga

Cara Olga, i sogni sono traditori, sembrano sempre vincere la gara con la realtà. Quel vecchio amore ti sembrerà sempre più bello, ma per un’unica ragione: non l’hai vissuto. È rimasto lì, fermo alla vostra età dell’oro. Non ha dovuto affrontare la prova degli anni, della normalità, dei compromessi. Quello con tuo marito, invece, cos’è? È una poesia più difficile da interpretare. Quella della lentezza mai eclatante. Quella delle rughe che vi scoprite ogni mattina l’uno con l’altra, o delle piccole antipatie da sopportare. È quella della stanchezza la sera, e anche dei piccoli sorrisi. È il caffè, è la cena, è il pomeriggio piovoso, è l’odore negli armadi o sul lenzuolo. È la vita vera e, se la vorrai ascoltare, capirai che tuo marito avrà sempre un merito in più rispetto all’altro: tuo marito c’è.

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